Le dimissioni di De Magistris: why not?

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C’è quel luogo comune che dice che “le sentenze si rispettano“. Che è un po’ come dire che non ci sono più le mezze stagioni o che la frutta non ha più lo stesso sapore, cioè tutto e nulla. Ma, soprattutto, nulla.

De Magistris, ex magistrato, ora sindaco di Napoli, è stato condannato in primo grado a 15 mesi di reclusione per abuso d’ufficio. E’ stata anche disposta l’interdizione dai pubblici uffici per un anno e una provvisionale complessiva di 20.000 euro alle parti civili. Sia la pena principare che quella accessoria sono state sospese.

Non mi interessa se De Magistris sia colpevole o innocente, deve dimettersi, e subito.

La prima e più diretta ragione che mi viene in mente è che è stato condannato all’interdizione dai pubblici uffici, e anche se il reato per cui è stato punito non ha nulla a che vedere con la sua carriera politica di sindaco, riguarda comunque quella di magistrato, quindi si tratta di fatti verificatisi nel suo rapporto con la pubblica amministrazione. Ed è questo quello che non va. Non è stato processato per aver comprato una stecca di sigarette di contrabbando, ma per il modo in cui ha gestito la sua funzione pubblica. Se un insegnante compra un CD tarocco da un marocchino e lo processano, pur se condannato potrebbe non rischiare il posto di lavoro. Ma se corregge il registro con la scolorina e mette un 5 dove sotto c’era un 6 (magari perché ha sbagliato) commette un falso in un atto pubblico.

La legge Severino che prevede la sospensione dell’imputato dalla carica di sindaco, con un atto del Prefetto, è in vigore e pienamente operante. Che piaccia o no. De Magistris ha ribadito: «Vorrebbero applicare per me la sospensione breve, in base alla legge Severino, un ex ministro della Giustizia che guarda caso è difensore della mia controparte nel processo a Roma. E la norma è stata approvata mentre il processo era in corso.» Sì, va beh, e allora?? Di chi sia difensore la Severino non mi pare abbia poi tutta questa importanza, il fatto che la norma sia stata approvata mentre il processo era in corso (da quanto tempo?) ne ha ancor meno, perché la funzione delle Camere è/sarebbe quella di legiferare sempre, non quando c’è il sole o quando i parlamentari si svegliano col piedino giusto, o hanno fatto sesso la notte precedente. E poi cosa c’entra la legge Severino con il processo penale? Non è il giudice di merito che applica la sospensione, ma il prefetto sulla base della sentenza.

De Magistris è innocente? Probabilmente sì, ma proprio per questo deve difendersi come può e dove vuole. Intanto nelle sedi opportune attendendo le motivazioni della sentenza. Poi dove gli pare. Su Twitter, su Facebook (ma questo già lo fa), sulla stampa, rilasciando interviste, tenendo conferenze stampa, ma da privato cittadino, per piacere.
E’ inutile che mi vengano a dire che “non si è colpevoli fino a sentenza definitiva passata in giudicato“, perché è una stupida torsione del dettato costituzionale.
Io faccio sempre lo stesso esempio e lo faccio anche adesso: se mia figlia ha come insegnante uno che è stato condannato in primo grado per pedofilia, lui non sarà (ancora) da considerarsi colpevole (certamente!), ma col cazzo che nel frattempo continuo a mandare mia figlia a lezione da lui!
Facciamo anche un altro esempio: Giuseppe Bossetti è in carcere, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Non c’è stato nessun processo, anzi, siamo ancora alle fasi preliminari. C’è il suo DNA sugli indumenti della vittima, io non lo so quanti di questi falsi garantisti da competizione gli farebbero riaccompagnare la loro figlia o la loro moglie a casa, sostenendo che è innocente. Eppure nessuno l’ha ancora dichiarato colpevole neanche in primo grado.

Si difenda, dunque, De Magistris, ha ancora due gradi di giudizio per farlo. La magistratura, di cui lui faceva parte, non sarà tutta parte di quello “Stato profondamente corrotto” (se n’è accorto anche lui!),  come l’ha definito. Se no rispolveriamo la vecchia ma sempre adatta a tutte le stagioni tiritera berlusconiana dei giudici politicizzati (o della politica giustizialista, ça dépend). Quei giudici che l’hanno condannato in primo grado dovranno anche dimettersi, forse avrà ragione lui, ma nel caso venisse ulteriormente condannato devono dimettersi anche quelli di secondo grado e di Cassazione?

Deve dimettersi anche per questa sconcertante dichiarazione: «Chiedo a chi ha la forza di andare avanti, a chi vuole giustizia e non legalità formale di mettercela tutta. Quando il quadro appare così confuso appare anche più chiaro chi sta lavorando per mettere le mani sulla città. Quello che dobbiamo fare è far capire ai nostri cittadini che la posta in gioco è alta, al di là di ogni distinguo». Ma non esiste la giustizia. Esiste, appunto, solo la legalità formale. De Magistris, da magistrato, sa bene che chi giudica non fa giustizia, ma applica la legge se ce ne sono i presupposti. Il concetto di giustizia, spesso è molto vicino a quello di vendetta. E’ per questo che le pene si quantificano. L’omicidio di un bambino da parte della madre grida dagli inferi la rivendicazione di una pena all’ergastolo. Eppure una madre per questo reato è stata condannata a 16 anni. Che è legalità formale (le attenuanti, le diminuenti, l’applicazione dell’indulto, delle norme del regolamento carcerario etc…) e nulla più. Ma, del resto, non abbiamo null’altro che questo. Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.

Ps: Leggo dal casellario giudiziale di Wikipedia: “Il 22 luglio 2013, Luigi de Magistris, il presidente della regione Campania Stefano Caldoro e il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro vengono iscritti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’America’s Cup: le accuse sono di turbativa d’asta (per la scelta del socio privato della società di scopo ACN, costituita per la prima edizione, senza rispettare le procedure di evidenza pubblica) e per abuso d’ufficio (per la trasformazione, avvenuta in occasione della seconda edizione, di ACN da societa di scopo in societa strumentale permanente).”