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Recentemente ho visto un sito (per me) molto interessante. Mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di aderire a uno di quegli inviti a fare una donazione che tempestano siti web, blog (compreso il mio, naturalmente).
Per carità, ho donato una piccola (ma non piccolissima) cifra. Nulla di che, giusto il valore di una ricarica telefonica o di un menu da McDonalds. Non credo che ci siano tante persone che hanno fatto come me. Comunque ci ho pensato, ho fatto qualcosa, ho dato quello che altri, semplicemente, non dànno, prendendo e usufruendo del sito qua e là, incuranti del fatto che dietro ci sia un lavoro bestiale (e, nel caso del sito in questione che ho visitato, il lavoro c’era veramente). Dopo la donazione con PayPal sono stato rinviato a una pagina html poverissima in cui mi si diceva “Grazie della donazione” che viene visualizzata a tutti quelli che mettono mano al portafoglio tramite PayPal (a proposito, fatelo anche voi per il mio blog, sì??).
Non mi hanno mandato una riga di ringraziamento personale. Ora, siccome non credo che ci sia una affluenza straordinaria di pellegrini che sono lì pronti a lasciare l’obolo della vedova, anzi, penso proprio di essere stato l’unico in tutto questo tempo ad essersi frugato le tasche e ad aver dato qualcosa di più del valore di un caffè. E, magari un “Caro Valerio” (un messaggio personale, non una pagina web per chiunque) “la tua donazione è stata sporca e pidocchiosa, francamente potevi sforzarti un pochettino di più, comunque grazie lo stesso del pensiero”, me lo sarei meritato. E invece incassano e zitti. E, del resto, cosa dovrebbero fare? Si infila dentro al sito un codice PayPal e poi si aspetta che i soldi arrivino. Se poi dietro alle notifiche e alle transazioni ci sono anche delle persone, poco importa.
Maleducazione diffusa. Ma la prossima volta col cavolo che faccio una donazione. Voi però non pensatela come me. Donate, donate, donate (a qusto blog, s’intende, così io divento ricco…)