Lei è una insegnante di scuola primaria. Il suo è un istituto comprensivo di Fornovo Taro, nel Parmense.
Alcuni suoi alunni della classe quinta della primaria vanno in bagno. Siccome non sanno cosa fare della pupù destinata a scomparire dopo la tirata di sciacquone, e siccome è peccato mortale sprecare così tanto ben di Dio, allora decidono di usarla per imbrattare le pareti del bagno in questione, facendo dei ghirigori qua e là. Così, just for, stile graffiti del paleolitico nelle grotte di Lascaux.
Avvisata dal collaboratore scolastico degli stronzetti decorativi, la maestra ha subito sgridato gli alunni peristaltici. I cui genitori l’hanno immediatamente denunciata, eh, beh, ci mancherebbe, sgridare i loro pargoli che giochicchiavano artisticamente con la merda non si fa, proprio no.
Dopo 4 anni di trascinamento giudiziario, la vicenda si è conclusa, almeno in primo grado, con la condanna della Docente a un mese e venti giorni di reclusione per abuso dei mezzi di correzione. Il Pubblico Ministero ne aveva chiesto l’assoluzione.
Ma non finisce qui. Ci si sono messi anche i sindacati. Qualcuno ha addirittura auspicato che la maestra ricorra nei gradi superiori di giudizio. Già, ma con quali soldi? La difendono i loro avvocati in appello e in cassazione? E se questa qui i soldi non li ha? O se, solo, volesse tenersi una condanna con i benefici di legge pur di non vedersi sempre messa in prima pagina? Ne avrà pur diritto, spero.
E poi si meravigliano (sempre i sindacati) che nessuno ha evidenziato la “culpa in educando” dei genitori. Che indubbiamente c’è, perché chi ha loro insegnato a smerdare la scuola? O, meglio, chi è responsabile del danno? Vengono loro (i genitori) a ripulirla la scuola o cosa? E se i sindacati ci tengono tanto, perché non fanno una bella denuncia o un esposto per conto proprio?
In questi giorni si celebrano le elezioni dei rappresentanti delle RSU nelle scuole. Io non voto. Io non delego. A me questa gente fa paura.