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Settembre arriva e con la prima pioggia ci lava anche il cervello. E’ incredibile come con lo sfogliare del calendario ci si formattino le sinapsi per cancellare tutto quello che fino al giorno prima ci sembrava estremamente trendy o, comunque, di un interesse tale da non poterne fare a meno.
Si cominciò con il bikini di Maria Elena Boschi, illustre costituzionalista. Ora ce ne siamo giustamente dimenticati ma fino a una quindicina di giorni fa era di vitale importanza il fatto che la Boschi avesse un bikini e che lo usasse per andare al mare. Abbiamo fatto del marginale una questione di vita, riducendo l’importanza del disfacimento del Senato della Repubblica a quella di un più dozzinale due pezzi da esibire in spiaggia con malcelato orgoglio.
La Ministra Giannini, dal canto suo, si fece beccare in topless. Al rientro dalle vacanze ha cominciato a parlare di eliminazione del precariato e di quella brutta abitudine scolastica che sono le supplenze. Come fare? Facile, si assumono 100.000 precari e il gioco è fatto. Il problema è che 100.000 assunzioni sono una goccia nel mare. Poi i neoassunti li devi anche pagare e la preraffaellita Madia ha già provveduto a congelare gli stipendi della pubblica amministrazione anche per il 2015, perché bambole, non c’è una lira. Quasi quasi era meglio quando c’era il topless.
Ci siamo, poi, del tutto dimenticati di quando la gente si tirava le secchiate d’acqua in capo per aiutare la ricerca sulla SLA. Eppure sarà stato sì e no una settimana fa che la Littizzetto, che non ha mai smesso di bastonarci lo scroto col Walter e la Jolanda ad ogni domenica che Dio mette in terra, prima di farsi l’autodoccia ha sventolato in un video due banconote da 50 euro, e poi si è lamentata che tutto il web le ha sottolineato che per quello che guadagna avrebbe potuto donare un po’ di più, il che, tra l’altro, è anche sacrosanto e vero.
Abbiamo la memoria troppo corta, un pensiero che vola e va. Io ho quasi paura che si perda.