Sequestrato il sito web “Savona e Ponente” – Solidarieta’ a Valeria Rossi

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E allora parliamo della giornalista Valeria Rossi, titolare del sito web e della testata giornalistica facenti capo al dominio


www.savonaeponente.com.

Valeria Rossi è una signora che si dichiara "antiberlusconiana" e "di sinistra". E fin qui sono indubbiamente affari suoi.
Ha scritto un articolo intitolato "Voglio ammazzare Berlusconi" sotto la rubrica denominata "Satira" della sua testata on line.


Per quello che ho potuto appurare il pezzo era corredato da una foto di Berlusconi un po’ ritoccata al Photoshop "facendogli gli occhioni così da alieno e era insomma palesemente uno scherzo, una sciocchezza." (il virgolettato è tratto da una dichiarazione della giornalista al blog di Beppe Grillo).

Il 12 febbraio scorso, mentre finiva di mangiare un mandarino, si è ritrovata la questura in casa (l’abitazione della giornalista è la "sede" della testata on line) con tanto di ordine di perquisizione per i reati di "minacce, diffamazione aggravata e istigazione a delinquere".

Nell’ordinanza di perquisizione, emessa dalla Procura della Repubblica di Bologna, si esplicitava, inoltre, che potesse, in astratto, verificarsi il “fondato motivo” "che nell’abitazione e in qualunque altro luogo chiuso nella disponibilità della sopra indicata persona, nelle autovetture di sua disponibilità nonché sulla sua persona, possano rinvenirsi armi da fuoco o eventualmente altri oggetti fonte di prova per il reato de quo”.

Insomma, armi da fuoco per una diffamazione.

Valeria Rossi aveva ereditato dal padre defunto un fucile da caccia che aveva ceduto due giorni dopo esserne venuta in possesso. Ha potuto dimostrarlo e ha potuto anche evitare la perquisizione corporale.

Oltre al fatto che i computer che si trovavano in casa sua sono stati sequestrati, negandole di fatto la possibilità di consegnare un libro di cui era prevista la pubblicazione a breve, c’è da sottolineare come tra questo materiale informatico ci fossero uno o più PC appartenenti al figlio, programmatore di professione, la cui persona non è stata minimamente sfiorata dalle indagini e che si trova nelle condizioni di non lavorare.

Ma la cosa in assoluto più grottesca nell’Italia del 2011 è che una testata giornalistica on line (o un blog, o un sito web) vede sequestrare non già l’articolo incriminato ma tutte le pagine informative che lo compongono.

E’ come se venisse sequestrato un condominio intero solo perché in uno delle sue decine di appartamenti è stato commesso un omicidio.

Viviamo in uno Stato improponibile se a qualunque cittadino, come è accaduto alla cittadina Valeria Rossi, può essere impedita la libertà di comunicare prevista dal dettato costituzionale, solo perché su un solo oggetto delle sue comunicazioni è stata manifestata un’ipotesi di reato.

Che bisogno c’era, inoltre, di sequestrare i computer della Rossi? Non era possibile acquisire delle copie degli hard disk, delle memorie di massa, dei CD e dei DVD rinvenuti nella sua abitazione?
Una volta "fotografato" lo stato dei computer, la Rossi avrebbe potuto continuare a svolgere il proprio lavoro, e con lei il figlio che non risulta essere stato destinatario di alcuna ipotesi di reato, e che aveva l’unica colpa di tenere il proprio computer nella stessa stanza in cui la madre teneva il suo.

Sarebbe bastato per garantire, oltre alla libertà delle indagini, anche anche il diritto alla libertà di altri cittadini di informarsi su www.savonaeponente.it.
E il diritto della Rossi a continuare ad esprimere le proprie opinioni. E, magari, dire la sua su quanto è accaduto.

Si poteva fare? Certo, tecnicamente sì.
E, quindi, aggiungo, si doveva fare.  Non c’erano altre strade.

Se non lo si è fatto è segno che non lo si voleva fare, che chi si permette di dire o, peggio ancora, di scrivere e fare satira, doveva, deve e dovrà comunque starsene zitto.

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