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- “Look out, Mama, there’s a white boat comin’ on the river…”
La nostra affezionata lettrice Bucalossi Armida (o Baneschi Iselda vedova Panciatici, adesso non rammento) mi segnala una notizia che mi piace riproporvi.
Premetto che io, come la Ronchetti, sono sempre stato, da giovane, un patito di Neil Young. Nello il Giovane, come lo chiamavamo a Livorno. Soprattutto del suo periodo più country, fatto di ballate, brani acustici, l’incommensurabile collaborazione con Crosby, Stills and Nash, gli “old country waltz” di American Star’s and Bars, senza mai disdegnare certi brani estremamente duri e lancinanti, da “Like a Hurricane” in giù.
Conosco “Harvest”, ma soprattutto “Comes A Time” praticamente a memoria. Ho istituito per il 30 ottobre (data in cui comprai il disco) la giornata mondiale di “San Comes A Time”, che, ovviamente, festeggio solo io. Ero, come tutti, innamoratissimo dell’eleganza e della grazia innata di Nicolette Larson, che ci ha lasciato troppo presto, e rammento ancora il retro della copertina dell’LP (vinile, sì, cazzo, vinile), in cui la si vede di spalle, con i capelli lunghissimi che le accarezzano il sedere, beati loro. Ho sempre pensato che il controcanto di Nicolette in “Four Strong Winds” sia fondamentalmente un atto d’amore.
Poi c’è stato il periodo più rocchettaro, ma lì ho cominciato a perderlo.
Neil Young, lo si è saputo in queste ore, quindi non vi dico niente di nuovo, ha fatto causa a Donald Trump per un danno di 150.000 USD (non è stato nemmeno tanto esoso!) perché il Presidente americano trasmetterebbe la sua musica durante i suoi comizi e durante le sue apparizioni pubbliche, senza aver chiesto a Neil Young il permesso per l’utilizzazione. C’è di mezzo anche il fatto che Neil non sostiene affatto le idee di Trump, per cui a maggior ragione.
Ha fatto bene. Anzi, benissimo. Nel mio piccolo (o piccolissimo) ho sperimentato la rabbia di vedere usurpato il mio lavoro da gente senza scrupoli che vendevano DVD-ROM pieni di audioletture tra cui le mie (è per quello che le ho messe sotto (C)opyright!), o di persone che riprendevano gli articoli del mio blog (132, stando all’ultimo censimento) per metterci sotto la pubblicità alle loro iniziative finanziarie di prestito di denaro, per cui li ho anche querelati.
E’ uno sport internazionale, evidentemente. Trump diffonde “Heart of Gold” (che a me non me la tocca nessuno!) e ci mette su le sue farneticazioni. Tremo all’idea di sentire i suoi discorsi privi di senso con “Old Man” in sottofondo. Lui che parla e la gente che canta “Hello cowgirl in the saaaaand”. No, non mi ci fate pensare.
Neil Young è e resta una roccia. Un punto di riferimento. E chi non lo apprezza è segno che non capisce una sega di musica.
Bravo. Così si fa, per Dio! La ruggine non dorme mai.