Disimpressioni di settembre – L’ora del primo collegio docenti

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La mattina del primo settembre c’è sempre un’aria fresca e pulita, quando esci verso le otto per andare a fare il collegio docenti.

Pensi che in fondo non è poi tanto male ricominicare. Tutto sembra vivibile, mentre respiri quegli ultimissimi scàmpoli di vacanza, vestito di fresco, con le cose belle stirate e leggere, e mentre cerchi le chiavi della macchina che è lì fuori e quando la accendi fa brum-brum, che ti pare che perfino il motore ti obbedisca.

La colonna sonora è obbligata. Ti metti a canticchiare "Impressioni di settembre" della Premiata Forneria Marconi, attacchi, un po’ stonato "Quante gocce di rugiada intorno a me… cerco il sole ma non c’è" e invece il sole c’è, e quando parcheggi a scuola ti fa capire che di lì a poco ha intenzione di picchiare e duro.

Ogni anno faccio il "totocollega". Il "totocollega" è una cosa mia, una sorta di rito scaramantico, un residuo dello sciamanesimo che mi devo essere portato dietro da chissà quando. Consiste nel cercare di indovinare se il primo collega che incontri è uno di quelli che ti stanno simpatici. Se sì, l’anno scolastico andrà bene. Sono cazzate, se ci si pensa, ma è come la filastrocca della Candelora per vedere se siamo ancora dentro o fuori dall’inverno.

Ho incontrato una collega che neanche ricordavo. Buio completo, buco nero, assenza di sinapsi, nirvana. "Ma tu eri qui anche l’anno scorso?" sto per dirle, ma poi mi trattego, bloccato da quel senso di pudore che, per fortuna, ingrassa ancora i mervi alle inibizioni umane.

Sarà un anno incerto, dunque, ma questo lo sapevo già, non mi consola affatto.

Stringo mani sudate e bacio visi che nemmeno mi ricordavo. I bidelli sono sempre gli stessi, Gigi mi saluta poi va a infrattarsi da qualche parte a leggere il giornale.

Per il primo collegio docenti è eccezionalmente aperto anche il bar. Naturalmente l’offerta nutritiva è limitata. Giusto il caffè, il cappuccino e i cornetti surgelati per vedere se il fornetto di dotazione scongela ancora da dio come l’anno scorso. Se no le macchinette hanno sempre Coca-Cola, Gatorade, Fanta, Tuc, Croccantelle, Fiesta, Kinder Bueno, Kinder Brioss e da quest’anno, novità assoluta, gli stick, quelli di Tacabanda. Ci porteremo dietro tutto questo per nove mesi agghiaccianti.

La De Edibilis è già in sala insegnanti con il suo tramezzino. Se non si sveglia con un pollo arrosto tutte le mattine dice che le vengono imancamenti e resta nervosa tutto il giorno. Più in là una collega con gli stivali pitonati, ma coi brillantini, però, perché è ancora esttae, ha già cominciato a lamentarsi che anche quest’anno le tocca lavorare "in questa scuola di merda". La De Edibilis ha un rigurgito di tramezzino maionese e tonno.

La segretaria mi accoglie con un sorriso: "Allora,. professore, ha risolto il problema della sua sede quest’anno? E’ contento, sì?? Si vede, perché oggi è tutto in tiro!" E ci mancherebbe anche altro che andassi vestito come un miserabile.

Nel corridoio, verso l’aula magna, appena dieci minuti dopo l’ingresso a scuola due colleghe si scambiano la cattiveria di rito e che si ripete ogni primo settembre: "Ma sei andata al mare quest’anno?" Ecco, il mare come panacea di tutti i mali, l’abbronzatura come testimonianza quasi indelebile che te la sei spassata. La collega che non è andata al mare, naturalmente, si è sciroppata un marito campione di pirlàggine, bambini scostumati e suocera scassatesticoli. Ti credo che è bianca come la morte.

E l’aula magna è lì, la vedi vuota, ma sai che a minuti si riempirà. Qualcuno ha già preso posto, le porte sono state aperte dopo due mesi da qualche persona dotata di un minimo di umana pietà.

"Buongiorno a tutti, procediamo all’appello e poi daremo lettura dell’ordine del giorno… Abate, Abbatangelo…"

Si comincia a sudare. Don Mafia si è comprato un paio di occhiali da sole ancora più scuri, ma la macchina ha dovuto restituirla al Vaticano.

Si procede con la riunione per materie. Poi è la volta dell’insediamento della commissione per gli esami integrativi. Altri zuccherini con la schiena imperlata di sudore.

Buon anno scolastico.

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