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Clamore & terrore!! Ieri WhatsApp ha toppato. Sono state disattivate le seguenti funzioni:
– vedere se un contatto è on line
– vedere se quel contatto in quel momento ci sta scrivendo
– vedere quando un contatto ha effettuato l’ultimo accesso.
A me ha ripristinato anche il doppio segno di spunta blu, ovvero il segnale che l’utente finale ha letto il mio messaggio, funzione che avevo prudenzialmente disabilitato.
Pioggia di commenti e di lamentazioni su Twitter. Eccone, a puro titolo di esempio, uno:
Whatsapp ha tolto l’orario dell’ultimo accesso, adesso per sapere se mia sorella è viva dovrò provare a chiamarla quelle 10-15 volte prima che risponda, grazie Whatsapp, a chi fatturo il tempo che dovrò perderci?
— LaSte (@lastefaniuccia) June 20, 2020
L’Huffington Post scrive “Utenti spaesati”. Quotidiano.net addirittura “Il web colto di sorpresa impazzisce”. Ma si impazisce perché? WhatsApp è una applicazione completamente gratuita, non c’è alcun contratto che garantisca determinate prestazioni con l’utente finale. Insomma, WhatsApp può andare in tilt quando più le pare, non è tenuta a dare spiegazioni a nessuno, non deve nemmeno garantire un servizio. Ha 2 miliardi di utenti in tutto il mondo, ok. Ma se domattina decidesse di chiudere baracca e burattini, i 2 miliardi di utenti che ha tornerebbero a scriversi gli SMS a 15 centesimi di euro ciascuno e con 160 caratteri di testo senza possibilità di allegare “fotine” o video, senza l’opportunità di fare videochiamate e chiamate telefoniche sfruttando la connessione wireless o i Gigabyte della scheda telefonica.
Ma chi si lamenta di questa mancanza di funzioni, in realtà, di cosa si lagna? Semplice: di non poter controllare l’altro. Cosa ce ne frega di sapere se una persona ha letto o non ha letto i nostri messaggi? Se è on line oppure no, se ci sta scrivendo, e quando è stata l’ultima volta che si è collegato a WhatsApp? Di cosa ce ne facciamo di questi dati se non per controllare cosa fa il nostro interlocutore. E’ obbligato a leggere? No. E se anche è stato collegato a una certa ora e non ci ha (ancora) risposto, saranno ben affari suoi? Perché una persona dovrebbe avere l’ansia da risposta? Perché dovrebbe scrivere per forza? E’ on line? Non è on line? Che importanza ha? Magari sta leggendo qualcosa, magari sta rispondendo a qualcun altro (pentimento & tradimento!!).
Che diritto abbiamo noi di sapere? Perché andiamo in ansia quando non possiamo controllare gli altri? Sono domande a cui non c’è risposta, ma nel frattempo WhatsApp ha ripristinato le falle che hanno prodotto gli “errori” di ieri, quindi tranquilli, potrete continuare indisturbati a farvi i cazzi degli altri.