Simone Aliprandi – Creative Commons: manuale operativo

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Frutto del lavoro comune intrapreso da Arci, Comune di Modena e Stampa Alternativa, ecco un manuale operativo senza fronzoli e tecnicismi dedicato al progetto e alle licenze Creative Commons. Iniziativa attualmente assai articolata e localizzata ormai in quasi una cinquantina di Paesi del mondo e sostenuto da illustri intellettuali di varie provenienze. Obiettivo primario del progetto è promuovere un dibattito a livello globale sui nuovi paradigmi di gestione del diritto d’autore e diffondere strumenti giuridici e tecnologici (come le licenze e tutti i servizi a esse connesse) che permettano l’affermazione di un modello “alcuni diritti riservati” nella distribuzione di prodotti culturali. Inoltre, la realizzazione di questo libro è stata l’occasione per tradurre finalmente in italiano interessanti testi divulgativi e materiali esplicativi finora disponibili solo sul sito di Creative Commons inglese. Uno strumento utile e dinamico per chiunque voglia saperne di più, e soprattutto applicare al meglio, queste licenze aperte.

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Simone Aliprandi, Creative Commons: manuale operativo
Stampa Alternativa, 2008
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L’opera viene rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate.

Il testo integrale è disponibile in formato PDF (1,4MB). Anche la copertina è disponibile in formato PDF (220KB).

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Alberto Prunetti, Potassa: storie di sovversivi, migranti, erranti, sottratti alla polvere degli archivi

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Il cloruro di potassa è un forte agente ossidante utilizzato nella fabbricazione di fiammiferi, di fuochi artificiali, di esplosivi. Ma Potassa è anche il nome di quattro case sulla via Aurelia, nella maremma grossetana. Qui nel luglio del 1921 il facchino Domenico Marchettini, già noto alle forze dell’ordine, tenta invano di rincorrere un camion di fascisti. Un episodio minimo nella storia di ignoti ribelli maremmani che scatenerà conseguenze imprevedibili. La rabbia del Marchettini è lucida determinazione. Presto troverà altri complici nelle boscaglie maremmane dove si nascondono sovversivi, renitenti alla leva, banditi. Un fatto di sangue li unirà prima che si disperdano per il mondo, in fuga. C’è chi scapperà in Russia per trovare una morte drammatica; c’è chi farà perdere le proprie tracce. Intanto un altro ribelle gira per il mondo, in Argentina entra nella banda di espropriatori anarchici di Severino Di Giovanni. Storie che si intrecciano, rivolte che esprimono un’inesauribile voglia di vivere e una irrequieta tensione che inevitabilmente si scontrerà con la realtà e i poteri costituiti.

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Alberto Prunetti, Potassa: storie di sovversivi, migranti, erranti, sottratti alla polvere degli archivi
Collana Margini, Stampa Alternativa, 2004 (fuori catalogo)
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Stefano Apuzzo, Serena Baldini, Barbara Archetti, Lettere al di la’ del muro: Dai bambini palestinesi dei campi profughi

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Il libro contiene le lettere più belle e toccanti dei bambini che vivono nei campi profughi alle porte di Gerusalemme. Le loro famiglie furono espulse dai villaggi natii alla nascita dello Stato di Israele nel 1948 e dopo l’occupazione illegale dei Territori Palestinesi del 1967. Cosa significa per dei bambini crescere ingabbiati da un muro di cemento alto 9 metri, senza possibilità di uscire mai dai campi in assenza della “carta blu”? Cosa c’è al di là del Muro, dalla parte “giusta” e ricca, dalla parte blu?
Lettere al di là del Muro è un testo di bambini palestinesi che si raccontano senza remore e paure, una testimonianza unica e preziosa, uno strumento utile anche per insegnanti ed educatori. Un libro per la pace.

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Stefano Apuzzo, Serena Baldini, Barbara Archetti, Lettere al di là del muro:
Dai bambini palestinesi dei campi profughi

Collana Ecoalfabeto, Stampa Alternativa, 2008
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Stefano Apuzzo, Danilo Bonato – Eco Logo: L’industria italiana difende o distrugge l’ambiente?

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L’industria italiana contribuisce a distruggere o a salvare il pianeta?
Il quesito è fondamentale per i cittadini-consumatori perché sappiano quali scelte fare nella vita di ogni giorno e per le stesse aziende che, promuovendo brand e politiche “verdi” possono affermarsi sul mercato, tutelando l’ambiente.
Eco Logo “viviseziona” i più importanti comparti industriali e le aziende italiane per raccontare come si comportano e se hanno a cuore le sorti della Terra. Le “pagelle verdi” di Eco Logo all’industria italiana rappresentano, oltre che un utile e veritiero confronto tra i vari comparti, un incentivo a fare meglio e a imboccare la rotta della sostenibilità e della salvezza collettiva. Alcune interessanti casistiche industriali dimostrano che fare impresa tutelando l’ambiente è possibile.

Stefano Apuzzo, Danilo Bonato
Eco Logo: L’industria italiana difende o distrugge l’ambiente? Le pagelle ambientali
Collana Ecoalfabeto, Stampa Alternativa, 2009

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Luciano Ghersi – Brandamaglia: da come si smonta una branda a come si monta una maglia, in pratica e nel corso della storia

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BrandaMaglia è una tecnica di terrificante semplicità e d’immediata gratificazione: si adatta a ogni sesso, età e condizione (psico e sociale). E’ un’arte per gli abili o meno, per gli impazienti, i pazienti e i degenti, per i bimbi e gli anziani, i diversi e gli uguali, i non artisti e persino gli artisti.
Qui s’insegna a fabbricare alla svelta uno stupendo cappello (e altro), senza spendere un euro (oltre al prezzo dell’opuscolo presente) e senza dipendere da spacciatori di corsi, di formazione e di creatività. Poi s’insegna a procacciarsi gli appositi ferri del mestiere, senza mollare un centesimo ai negozi di hobbistica ma rovistando saggiamente tra i rifiuti. Per gli altri materiali, si suggeriscono vari recuperi tessili.
Qui si fomentano le attività inattuali, sincere ed eleganti, non prone all’opulenta Era dei Pulsanti. In sé, una maglia è minima: come una bici singola, che si interponga allo scempio del traffico. Non è niente però è già qualcosa. Due o tre, molte. . . meglio ancora: ogni grande rivoluzione è fatta di tante piccole cazzate.

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Luciano Ghersi, Brandamaglia: da come si smonta una branda a come si monta una maglia, in pratica e nel corso della storia
Collana Millelire Speciali, Stampa Alternativa, 2005 (fuori catalogo)
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Roberta Tatafiore – De Bello Fallico

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Si è spenta recentemente Roberta Tatafiore, se n’è andata alla sua maniera, da femminista radicale e disobbediente. Si è tolta la vita, denunciando che in questo Paese non si può neanche morire in libertà. La sua ultima battaglia l’aveva sostenuta per il caso Eluana Englaro. Come nostro ricordo ribelle, ne riproponiamo il pungente “De bello fallico” del 1996.

Che cosa è successo sulla scena della legge contro la violenza sessuale? Quello che hanno detto e fatto donne e uomini in Parlamento, magistrati, opinioniste, giornalisti – raccontato da una cronista politica spregiudicata.

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Roberta Tatafiore, De Bello Fallico – Cronaca di una brutta legge sulla violenza sessuale
Collana Millelire, Stampa Alternativa, 1996 (fuori catalogo)
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Antonella Beccaria, Pentiti di niente: Il sequestro Saronio, la banda Fioroni e le menzogne di un presunto collaboratore di giustizia.

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“…Antonella Beccaria ricostruisce la storia di Fioroni-Saronio con stile che Jean-Patrick Manchette ha definito ‘behaviorista’: logico, basato esclusivamente sui fatti, privo di digressioni ideologiche o psicologiche. Ne esce un saggio di una suspense tremenda e uno dei migliori libri, tra i tanti che stanno uscendo, sulle pagine più oscure degli anni Settanta. Discostandomi dallo stile scelto dall’autrice, azzarderò una ‘morale della favola’ che le sue pagine mi hanno suggerito. I Demoni possono operare in ogni epoca, ma la loro distruttività è massima solo quando collima con gli interessi – questi sì satanici – di poteri superiori”.
—Dalla prefazione di Valerio Evangelisti

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Antonella Beccaria, Pentiti di niente: Il sequestro Saronio, la banda Fioroni e le menzogne di un presunto collaboratore di giustizia.
Collana Eretica, Stampa Alternativa, 2008
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Pericle Camuffo, United Business of Benetton: Sviluppo insostenibile dal Veneto alla Patagonia.

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Altro che “sviluppo sostenibile” come conclamano i Benetton! Nella sua propagazione dal Veneto all’estremo sud del mondo, lo sviluppo Benetton si è dimostrato quasi sempre “insostenibile”. Dietro alla tenda dipinta con i colori dell’arcobaleno ci sono, come raccontato e documentato in questo libro, storie di sfruttamento, violazione dei diritti umani, minacce e ricatti, povertà e corruzione, situazioni alla cui attenuazione l’azienda di Ponzano dice continuamente di voler contribuire, smentendosi poi con il clamore mediatico dei microcrediti africani, in realtà vere e proprie mance a fronte delle vendite planetarie di qualche altro milione di magliette.

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Pericle Camuffo, United Business of Benetton: Sviluppo insostenibile dal Veneto alla Patagonia.
Collana Ecoalfabeto, Stampa Alternativa, 2008
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