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E sicché Emilio Fede è stato ri-arrestato.
Dico “ri” perché il giornalista era già in detenzione ai domiciliari dove stava scontando una condanna definitiva passata in giudicato per il caso Ruby bis a 4 anni e 7 mesi di reclusione per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Se n’era andato a Napoli, dove le forze dell’ordine gli hanno notificato il provvedimento mentre festeggiava con sua moglie i suoi 89 anni (però!) al ristorante.
Ha scontato ai domiciliari 7 mesi della pena. Gli restano altri 4 anni per i quali potrà usufruire dell’affidamento in prova ai servizi sociali.
Il giornalista aveva sì avvisato i Carabinieri di Segrate del suo spostamento verso Napoli, ma non era ancora arrivata la necessaria autorizzazione del Tribunale di Sorveglianza. Fede può muoversi solo per motivi di salute.
Il GIP di Napoli Fabio Provviser ha convalidato l’arresto per evasione, ma non ha stabilito nei confronti di Fede alcuna misura cautelare perché territorialmente incompetente.
Il GIP, tuttavia, ha scritto nell’ordinanza che l’entità del dolo sarebbe particolarmente lieve:
“Se a ciò si aggiunge che lui, in qualità di uomo intelligente e furbo, ha fin da subito dichiarato spontaneamente che era a Napoli per motivi di cura, allora questa circostanza, unitamente all’età e al fatto che oggi è il suo compleanno, affievoliscono notevolmente il fuoco del dolo dell’evasione”.
Dunque, intelligente sì, ma anche “furbo”.
Il quotidiano “Il Mattino” di Napoli, in un pezzo di Leandro Del Gaudio, titola che Fede è “libero” di tornare a Milano agli arresti domiciliari. Strano concetto di “libertà”!
Al di là delle responsabilità penali di Fede, che non sono minimamente in discussione, perché c’è una sentenza definitiva passata in giudicato, grava su di lui (questo sì) la responsabilità morale di aver diretto per anni uno del TG più smaccatamente di parte cui abbiamo potuto assistere negli anni del ventennio Berlusconi.
Su questo non ci sono né intelligenza né furbizia che tengano.