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Abbiamo una politica che, quando si tratta di esprimere dei
contenuti e di entrare nel merito delle questioni fa del suo meglio per abdicare a se stessa.E’ una tentazione irresistibile, un bisogno primordiale e ineludibile, una necessità intrinseca nel corpo dei nostri politici, come il bisogno di orinare o andare alla buvette a mangiare il supplì.
L’opposizione, o quella che si autodefinisce tale, potrebbe vincere a mani basse le elezioni stasera: basterebbe che la smettesse di parlare di Berlusconi e, soprattutto, che parlasse un linguaggio nuovo, avulso da quello che siamo abituati ad ascoltare. Che so, a un’espressione come “Bunga Bunga” opporne un’altra come “energie rinnovabili”, a “processo breve” opporre, per esempio, “stato etico”, a “giudici comunisti” rispondere con “mandato politico a termine”, a “rientri forzati in Tunisia” non rispondere nemmeno ma parlare di “software open source nelle pubbliche amministrazioni”.
E invece no. E invece a “Roma ladrona” gli eroi dell’Italia dei Valori (sì, perché mettono la parola “valori” nel loro nome) contrappongono un bel “Maroni assassino”. Et voilà, pari e patta, uno a uno e palla al centro.
La Padania non è nemmeno un’espressione geografica e il deputato Zazzera se ne esce che Maroni sarebbe un assassino. Maroni, tutt’al più, ha dato un morso a una caviglia a un poliziotto (perché prima li morde e poi diventa il loro superiore diretto), suvvia, “assassino” addirittura mi sembra un’espressione sprecata.
Mentre la componente leghista afferma con molto autocompiacimento che loro “con il tricolore ci si puliscono il culo”, mentre gridano “Foera da i ball!”