Franco D'Attoma
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Franco D'Attoma (Conversano, 1923 – Perugia, 1991) è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano, presidente del Perugia che rimase imbattuto nella stagione 1978-1979.
[modifica] Biografia
Nacque in Puglia da una famiglia benestante che esportava prodotti agricoli negli Stati Uniti. Frequentò un liceo pugliese e partì per l'Umbria inseguendo una laurea in Agraria all'Università degli studi di Perugia.
Innamorato della città capoluogo di regione si sposò con la signora Leyla Servadio, nobile perugina, ed assieme al fratello di lei (Leonardo Servadio, da cui le iniziali del marchio) entrò nella direzione della storica industria d'abbigliamento Ellesse, rinomata universalmente che arrivò ad annoverare 1350 dipendenti, fino alla vendita nel 1989 ad una società scozzese.
Lasciato il ruolo effettivo di management nell'azienda tessile, che di fatto inizierà il suo declino, prese la strada della gestione sportiva dell'A.C. Perugia invitatovi da consiglieri comunali in ansia per le modeste condizioni in cui versava la squadra. Coinvolse nell'operazione anche Spartaco Ghini, rampante industriale metallurgico, ed insieme nel 1974 diedero il via ad un corso che lasciò il segno nel mondo del calcio italiano. Per il passaggio in seria A, il comune dovette costruire un nuovo stadio, l'attuale Renato Curi", costruito dalle ditte di Spartaco Ghini a tempo di rekord (tre mesi), era considerato per la capacità regolare (c.a 25.000 aspettotori) solo "provvisorio"; tale stadio rimane il ricordo dei famosi "anni d'oro" e del "Perugia dei miracoli", in cui una squadra composta da non solo giocatori ma soprattutto da un attento management era in grado di mettere in crisi squadre ben più blasonate e con potenziali effettivamente maggiori.
Sarà ricordato a Perugia come Il presidentissimo principalmente per due rivoluzioni della gestione tecnico-economica del club, entrambe risalenti all'estate 1979. La prima fu l'introduzione delle sponsorizzazioni sulle maglie, allora vietata dalla F.I.G.C., la seconda l'acquisto in prestito di atleti. Singolare il modo con cui D'Attoma aggirò le regole federali in fatto di sponsor; dato che soltanto il marchio tecnico era ammesso nelle casacche, il presidente fondò, in quattro e quattrotto, un maglificio con il nome di un pastificio, che di fatto era il vero sponsor, beffando il governo del calcio e aprendo la nuova era economica. Si arrivò perfino a scrivere il nome del pastificio (o maglificio) sull'erba del Curi, (anche le pubblicità sulle reti con due tonalità di bianco, che oggigiorno vediamo in tutte le partite, furono un'invenzione di D'Attoma ) cosa che comportò multe salatissime, ma ormai l'onda non era più arginabile e la federazione l'anno successivo si adeguò, dando il via all'era moderna del pallone.
Anche l'acquisto di Paolo Rossi fece ammirare le non comuni doti di D'Attoma. Il Vicenza appena retrocesso non poteva portarsi dietro un simile campione, ed allora, superando tutti i grandi club metropolitani come Juventus, Milan ed Inter, il Perugia lo acquisì in prestito per una stagione, alla cifra record di 500 milioni.
Le memorie più felici con il Perugia sono legate alla stagione 1978-1979, quando i Grifoni conclusero il campionato alle spalle del Milan campione d'Italia, senza però aver mai perduto una partita, prima squadra italiana a riuscirci e ancor più importante perché ottenuto con una squadra "provinciale".
I figli e i generi che possiedono importanti concessionarie di auto di lusso nella provincia, partecipano ancora oggi come sponsor secondari della società dei Grifoni.
Tornò anche in epoche successive a dirigere la squadra, in momenti non proprio felici, si distinse sempre per i suoi toni pacati e per la sua signorilità, morì nel 1991 a causa di un male incurabile, dopo aver sempre aiutato le varie associazioni a sostegno della ricerca sul cancro.
Nel mese di Settembre 2007, il comune ha intitolato a Franco D'Attoma il viale dello stadio Curi che porta l'ingresso alla Curva Nord, quella dei tifosi di Casa.