Fenici
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I Fenici sono un popolo semita di cui si ha notizia fin dal XXI secolo a.C.. La civiltà fenicia è collegata ai Cananei dell'antica Palestina, abitante la regione omonima, sulla costa orientale del mar Mediterraneo, oggi parte del Libano, della Siria e di Israele.
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[modifica] Un popolo senza nome
Benché si parli comunemente di "Fenici", non è possibile identificare una civiltà vera e propria contraddistinta da un carattere unitario: per cause ambientali e politiche le città della Fenicia non hanno mai avuto modo di unificarsi a formare un'unica entità. Dunque mancando una consapevolezza unitaria, solamente gli stranieri utilizzavano un nome comune per tutte le città della costa siro-palestinese. Secondo il greco Erodoto il nome deriverebbe dalla parola φοὶνικες (phoinikés), ossia dal termine omerico φοῖνιξ (phoinix) per "rosso porpora" in lingua greca antica. Sabatino Moscati ipotizza una derivazione anche dal miceneo po-ni-ki-ja, che aveva il medesimo significato.
Il termine "Cananei" viene indicato invece dalle fonti locali, soprattutto i testi di Ebla del III millennio a.C., ma anche da alcune monete ellenistiche e da Filone di Biblo: la possibile radice è stata individuata da Ephraim Speiser, che ha riscontrato nei testi accadici di Nuzi il termine kinakhku per "rosso porpora". Si è dunque ipotizzata una denominazione indigena su cui avrebbe calcato la lingua greca successivamente.
Molto comune è anche l'utilizzo del termine "Sidoni" - inteso per abitanti di Sidone. Il nome deriva da Sidon che, stando all'Antico Testamento, era il figlio di Canaan che a sua volta era il figlio di Cam, figlio di Noè.
Questo nome è citato anche da Omero e nell'Antico Testamento, perché, fino al X secolo a.C., prima cioè dell’ascesa della città di Tiro, la città dominante della Fenicia era proprio Sidone, centro politico e commerciale dell'epoca, da cui la generalizzazione onomastica.
Un re di Tiro (nell'attuale Libano) era chiamato "re dei Sidoni".
[modifica] Fattori ambientali
Culla della civiltà fenicia è la fascia di terra, transito naturale tra Asia e Africa, stretta tra il mar Mediterraneo e la catena del Monte Libano, corrispondente grosso modo con il Libano attuale. Non si conoscono siti stabilmente fenici oltre Shukshu a nord e Acco a sud: anche se l'iscrizione del sarcofago di Eshumanazar cita altre due località oltre Acco, ossia Dor e Giaffa (oggi in Israele), non si tratta di siti prettamente fenici. I veri confini naturali invece si trovano ad ovest con il mar Mediterraneo, e ad est con la catena del Libano, che funge da separatore fondamentale con l'entroterra, soprattutto con la Mesopotamia. La via naturale d'espansione è dunque il Mediterraneo, che sarà infatti oggetto di intensi rapporti commerciali e delle vie di espansione sociale.
Va anche notato come il forte frazionamento interno sia dovuto e condizionato anche dalla situazione critica dell'ambiente in cui si stanziano le città dei Fenici: le divisioni intestine ostacolano la nascita di un'entità e di una coscienza unitaria.
Il clima è prevalentemente rimasto invariato dal XII secolo a.C. ad oggi: in genere, si osserva una situazione più mite rispetto alle condizioni della vicina Mesopotamia, che hanno reso queste terre uno dei luoghi più fertili del Vicino Oriente. Fra le risorse principali è necessario ricordare il legno, un bene pregiato per i potenti vicini egiziani e orientali che, oltre ad esserne completamente privi, ne facevano uso in cerimonie rituali e religiose in genere. Le foreste, occupate soprattutto dal cedro, ne hanno reso un territorio ottimale per lo sviluppo del commercio, permettendo anche la costruzione di ingenti flotte e costituendo un'ottima risorsa economica. A tutt'oggi il cedro è rappresentato nella bandiera libanese.
[modifica] Rapporti con altri popoli
L'indagine storico-archeologica mostra che essi fondarono i primi insediamenti sulla costa del Mediterraneo verso il 2500 a.C., e che vennero influenzati dalle culture sumerica e accadica della vicina Babilonia. Verso il XIX secolo a.C. l'Egitto, che stava allora cominciando a espandersi in Medio Oriente, invase e conquistò la Fenicia, mantenendone il controllo fino al XV secolo a.C. ca. Le incursioni degli Ittiti contro l'Egitto diedero alle città-stato fenicie l'opportunità di ribellarsi e nel XII secolo a.C. esse conquistarono l'indipendenza dall'Egitto.
[modifica] I Fenici nell'Italia Insulare
Dal IX secolo i Fenici estesero i loro commerci nel Mediterraneo occidentale, soprattutto lungo le coste della penisola iberica, di cui sfruttavano le miniere d’argento e di piombo. Dato che facevano un viaggio piuttosto lungo, avevano bisogno di fare scalo lungo la rotta per rifornirsi di viveri e d’acqua, per trovare rifugio dalle tempeste, per riparare eventuali guasti alle navi. Perciò stabilirono colonie in luoghi di facile approdo, riparati dai venti, sulle coste del Nord Africa, della Penisola Iberica, della Sicilia e della Sardegna. La più importante tra le colonie fenicie nel Mediterraneo occidentale fu Cartagine, nell’odierno golfo di Tunisi, ma ve ne furono molte altre: Ibiza, nell’arcipelago delle Baleari, Cartagena sulla costa mediterranea della Spagna, Cadice e Tangeri, all’uscita dello stretto di Gibilterra. Nell’VIII secolo a.C., essi fondarono colonie in Sardegna: Karalis (l'attuale Cagliari), Nora, Bithia (presso Capo Spartivento), Sulcis (sull’isola di Sant’Antioco), Tharros e Bosa e frequentarono il sito dell'attuale Olbia; in Sicilia fondarono: Panormo (Palermo), Solunto e Mozia. Fondate come porti in cui fare scalo, le colonie sarde divennero sede di commercio con le popolazioni locali, con le quali i Fenici ebbero sempre rapporti pacifici ed amichevoli. Infatti i Sardi vivevano lontani dalle coste e praticavano l’agricoltura e l’allevamento; perciò non avevano motivo di entrare in conflitto con i Fenici, ai quali interessavano soltanto i porti per il commercio marittimo. Le colonie del sud e dell’ovest divennero presto floride città-stato con un attivo commercio. Si suppone che i Fenici in Sardegna sfruttassero il sale, che utilizzavano per la conservazione del pesce, che praticassero la pesca del corallo, dei tonni e delle sardine.
[modifica] Caratteristiche
I primi aggregati urbani nacquero presso le zone dette nucleari ossia lungo la Catena del Tauro e alle coste del Mar Mediterraneo, i villaggi durante il Neolitico si svilupparono aumentando di numero e conquistando intorno al VI millennio a.C. tutto il bacino mesopotamico, questo periodo prende il nome di "epoca di Obeid".
L'agricoltura continua a svilupparsi portando le prime tecniche d’irrigazione. Nel IV millennio in pieno Calcolitico all’epoca di Obeid si sostituisce quella di Uruk. Uruk si ipotizza che sia la prima città di quella che sarebbe diventata la regione di Sumer, in questo periodo vi è il primo impiego del sigillo cilindrico e l’uso dei calculi entrambi strumenti usati per la contabilità.
Grandi navigatori e commercianti, devono il loro nome ai Greci che così li battezzarono a causa dei tessuti rosso porpora tipici della loro produzione tessile. Altri nomi che comunque individuano i Fenici sono "Sidonii" dal nome di Sidone una delle loro principali città, e "Cananei" derivato dalla regione di Canaan.
Vassalli, di volta in volta, degli Egiziani, con i quali più volte nel corso dei secoli strinsero alleanze contro i cosiddetti Popoli del Mare, e degli Assiri, ed in seguito di Persiani e Greci, vissero un primo grande momento di rigoglio e indipendenza intorno all'anno 1100 a.C..
Nel X secolo a.C. la Bibbia testimonia di stretti rapporti tra i Fenici e gli Israeliti, entrambi semiti, in particolare dell'amicizia dei loro grandi re, reciprocamente Hiram e Salomone.
Proprio sotto il regno di Hiram 10 navi fenicie partendo dal Mar Rosso circumnavigarono l'Africa e dopo tre anni di viaggio all'approdo nel Mediterraneo i marinai raccontarono di aver navigato per lungo tempo con il sole a nord.
Nell'814 a.C. i Fenici fondarono quella che sarà la loro più grande colonia nel Mediterraneo, nonché la potente antagonista dei romani: Cartagine.
Intorno al 500 a.C. i Fenici dei siti d'origine (Tiro, Sidone, Byblos) vennero raggruppati da Dario I in una satrapia comune nella quale godettero del loro secondo importante momento di indipendenza e di splendore.
Nel 333 a.C. Alessandro Magno dopo la vittoria della battaglia di Isso Tiro venne conquistata. La cultura fenicia viene così definitivamente assimilata nella koiné ellenistica.
[modifica] Curiosità
Una stele, tacciata di falso, narra che proprio una nave fenicia, strappata dalla flotta da una tempesta mentre era in navigazione lungo la costa africana, sia approdata sulle coste del Brasile, scoprendo per prima l'America.
[modifica] Bibliografia
- a cura di Sabatino Moscati, I Fenici, Bompiani, Milano 1988
- Gerhard Herm, L'avventura dei Fenici, Garzanti, Milano 1997
- Jean-Pierre Thiollet, Je m'appelle Byblos, H & D, Parigi 2005
- Sabatino Moscati, Il mondo dei Fenici, Roma 1969
- M. Gras, P. Rouillard, J. Teixidor, L'universo fenicio, Einaudi, Torino 2000
- C. Bonnet, I Fenici, Carocci, Roma 2005
[modifica] Voci correlate
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