Cesare Benedetti
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« Capisce la pittura, sente la forma e sa rendere il volume » |
(Giorgio de Chirico)
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Cesare Benedetti, detto Bené (Treviso, 23 ottobre 1920 – 9 luglio 2002), è stato un calciatore e pittore italiano, amico e allievo di Giorgio de Chirico, di Pietro Annigoni e di altri artisti.
[modifica] Vita
[modifica] Calciatore
Bené iniziò la sua carriera di calciatore nelle giovanili del A.C. Treviso, esordendo a soli 16 anni in prima squadra. Per l'annata 1941/1942 venne trasferito all'A.S. Roma con la quale si laureò campione d'Italia al termine della stagione e dove giocò anche l'anno successivo. Dopo la sospensione del campionato italiano di calcio a causa delle vicende belliche, tornò a giocare a Roma per un'ulteriore stagione, e al termine venne acquistato dalla Salernitana con cui ottenne la storica promozione in serie A nel 1946/1947.
[modifica] Pittore
La carriera pittorica di Bené ebbe inizio nel 1948, dopo aver appeso le scarpe da calcio al chiodo.
Nel suo lungo percorso artistico, ha conosciuto tanti artisti suoi contemporanei che gli hanno dimostrato stima e ammirazione per la sua professionalità e serietà.
È stato uno dei pochi artisti ammessi alla corte dei Grimaldi, Principi di Monaco, suoi illustri mecenati, dove ha eseguito vari ritratti, tra i quali quello della Principessa Grace, del Principe Ranieri III, della Principessa Carolina e di molti altri dignitari.
Sue tele si trovano in varie parti del mondo, Stati Uniti, Canada, Francia, Svizzera presso collezioni private, compreso il ritratto di Caroline Kennedy all'età di 4 anni.
Nell'ambito ecclesiastico, ha eseguito il ritratto di Giovanni XXIII, Papa Pacelli (Pio XII), Papa Montini (Paolo VI) e per ultimo nel 1979 in Vaticano, Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II), guadagnandosi il soprannome di pittore dei Papi. Il ritratto di Giovanni Paolo II, in particolare, è una meravigliosa opera alta due metri conservata nella sala del Capitolo del Duomo di Treviso.
Ma la sua arte non si fermava ai ritratti, infatti, a Bené piaceva rappresentare anche la natura ed in particolare i cavalli, di cui ha eseguito numerosi quadri ad olio e a carboncino. Amava talmente tanto questi animali da reinterpretare la famosa opera di Gericault, Derby di Epsom, raffigurando i cavalli in corsa ma senza i fantini e le selle che considerava come catene alla loro naturale libertà.
Nel 2007 alcune delle opere più importanti sono state esposte presso la casa natia del pittore, eccezionalmente aperta al pubblico.