Cantautore
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(Armando Gill)
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Con il termine cantautore (da cantante + autore) si indica colui che interpreta canzoni da lui stesso composte.
Generalmente il "cantautore", perlomeno nei primi tempi, utilizza melodie semplici che acquistano particolare valore in virtù della qualità dei testi utilizzati, spesso erroneamente assimilati alle poesie, mentre invece sono tecnicamente altra cosa in quanto creati insieme alla musica in una sorta di simbiosi.
Il testo del cantautore affronta temi sociali, politici, o filosofici, senza trascurare tematiche esistenziali o la sfera dei sentimenti.
Indice |
[modifica] La storia
[modifica] In Italia
In Italia, il moltiplicarsi degli esponenti di questa categoria di artisti - cresciuta specialmente nella seconda metà del 1900 - ha portato al formarsi di diverse scuole cantautorali: le più note sono quella genovese, quella romana, la napoletana, la bolognese e la milanese, sebbene il fenomeno si sia poi diffuso su scala nazionale.
La parola cantautore fu creata nell'ambito della casa discografica RCA da Ennio Melis e Vincenzo Micocci nel 1959 per il lancio di Gianni Meccia, anche se secondo altre versioni l'inventrice, sempre nello stesso periodo, è Maria Monti, cantautrice nonché moglie di Giorgio Gaber. Ovviamente, già in precedenza vi erano stati dei personaggi che scrivevano e cantavano le proprie canzoni, come Domenico Modugno, Odoardo Spadaro, Ettore Petrolini e, andando ancora più indietro nel tempo, Armando Gill, il primo a firmare sia i testi che le musiche delle sue canzoni (come spiegava nella celebre presentazione che faceva precedeva ai suoi spettacoli).
Tra i principali cantautori italiani degli anni '60 (musicalmente influenzati dalla canzone d'autore francese) troviamo Umberto Bindi, Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Piero Ciampi, Fausto Amodei, Ivan Della Mea i quali hanno saputo riprendere le suggestioni della canzone francese e trasformarle secondo la sensibilità italiana. Caso atipico nel panorama genovese è Sergio Alemanno che, esprimendosi esclusivamente in dialetto, lo ha fatto conoscere solo in ambito regionale. È importante membro di questa categoria Fabrizio De André, poeta e cantautore che ha saputo ottenere un gran successo pur mantenendo una ampia indipendenza dalle logiche del mercato discografico.
Negli anni '70, in concomitanza coi movimenti politici e culturali del periodo, il cantautore inizia l'uso della canzone anche a scopo politico e sociale; musicalmente le influenze si spostano dalla musica francese a quella d'oltreoceano (in particolare Dylan, Simon e Cohen). Tra i più importanti esponenti di questo periodo, oltre al succitato De André, ci sono un caposcuola come Francesco De Gregori, Claudio Lolli, Paolo Pietrangeli, Ivano Fossati (che inizia con il gruppo prog rock I Delirium), naturalmente il cantante e letterato Francesco Guccini maestro nel suo genere, e poi importanti anche Edoardo Bennato, Angelo Branduardi, Pino Daniele, Pierangelo Bertoli, Alberto Camerini, Eugenio Finardi, Claudio Rocchi, Massimo Bubola, Renzo Zenobi, Franco Battiato, Renato Zero, Roberto Vecchioni, Claudio Baglioni, Lucio Dalla e Antonello Venditti.
Anomalo il caso di Paolo Conte, la cui produzione coincide a livello temporale con quella degli artisti citati, ma i cui riferimenti musicali sono il jazz e le grandi orchestre swing degli anni '30 e '40, mentre i suoi testi descrivono situazioni dell'epoca (basti pensare alla Topolino amaranto o Bartali o Diavolo rosso), senza legami (almeno apparenti) con l'attualità o la realtà sociale e politica.
Le cantautrici, al contrario dei loro colleghi uomini, non riscontrano un grande successo in questo periodo: per questo nomi come quello della brava Antonella Bottazzi, Roberta D'Angelo, Chiara Grillo, Nicoletta Bauce restano conosciuti solo da una ristretta cerchia di appassionati. Eccezioni: la già citata Maria Monti, legata alla forma teatro-canzone e Giovanna Marini.
Negli anni '80 e negli anni '90 si affermano i cantautori rock come Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Luca Carboni, Luciano Ligabue, e il primo Jovanotti ancora legato al mondo della musica Rap, ma non mancano cantautori più legati allo stile dei songwriter americani come James Taylor (Luca Barbarossa) o Tom Waits (Mimmo Locasciulli).
Cominciano a suscitare un certo interesse anche alcune cantautrici. Le più significative sono senza dubbio Gianna Nannini, legata alla musica rock e d'avanguardia e Grazia Di Michele, affascinata da suggestioni etniche e richiami alle folk singer americane.
Negli anni '90 si affermano autori che coniugano un gusto postmoderno con una profondità di testi vicina ai loro predecessori. Tra i più rappresentativi ci sono Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Max Gazzè, Niccolò Fabi e più tardi Pacifico e Carlo Fava. Un caso a parte è costituito dal cantautore Gianmaria Testa, divenuto apprezzato all'estero (specialmente in Francia) prima che in Italia. A fianco a questi nomi noti esistono cantautori di grande valore che non sono ancora arrivati alla grande popolarità, come il genovese Max Manfredi, considerato da Fabrizio De André come "il migliore di tutti", Pino Marino, Leo Pari, Mirco Menna, Alessio Lega, Rudy Marra e diversi altri.
[modifica] All'estero
All'estero, gli omologhi dei cantautori si trovano soprattutto nella canzone francese (Georges Brassens, Jacques Brel, Leo Ferré o, più recentemente, Renaud) e nel folk e rock inglese (Donovan e Nick Drake), americano (Woody Guthrie, Pete Seeger e Bob Dylan) e canadese (Leonard Cohen, Joni Mitchell). Ma possono essere considerati cantautori anche i catalani Joan Manuel Serrat e Lluís Llach, il portoghese José Afonso, il cileno Víctor Jara, il guatemalteco Ricardo Arjona [1], e altri.
Nel panorama estero, però, il cantautore non è ugualmente etichettabile, infatti molti celebrati nomi della musica pop internazionale sono autori dei brani che eseguono senza per questo essere definiti cantautori. Tuttavia la parola cantautor esiste anche in spagnolo e catalano.
[modifica] Voci correlate
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