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Una raccomandata.. e che sarà mai??
Una raccomandata è una di quelle cose che ti mettono sicurezza, cambiano i modi di gestirlo, ma il prodotto esiste da sempre, tu vai all’ufficio postale con la tua letterina, fai diligentemente la tua fila, l’impiegato/a ti guarda un po’ sbuffando, hai la tua ricevuta, paghi, grazie e arrivederci.
E invece no, perché le Poste Italiane hanno istituito l’ufficio complicazioni affari semplici delle raccomandate e della corrispondenza in genere.
Le Poste non sono minimamente interessate alle raccomandate in particolare e a tutta la corrispondenza in generale, se potessero ne farebbero a meno domattina di raccogliere, smistare, distribuire e recapitare lettere, cartoline (ma chi le spedisce più le cartoline…), avvisi, multe e quant’altro. Via, solo prodotti bancari, per lo più poco solidi, conti correnti, carte di credito, postamat, vendono perfino libri, cd, macchinette per fare il caffè espresso, ma quando si tratta di assicurare lo scambio di corrispondenza tra cittadini storcono il naso.
Dunque, la letterina ce l’ho, all’ufficio postale ci sono, la fila la sto facendo, quando mi accorgo che, maledetetto me e chi mi governa (in Toscana "governare" ha il significato di "dare da mangiare agli animali", il mi’ nonno Armando andava sempre a "governà’ i conìglioli"), ho dimenticato di prelevare i contanti al bancomat.
Pazienza, penso, illuso, alle poste sono dotati di un POS, accetteranno la carta di credito o il pagamento via bancomat, è già successo un’altra volta nell’altro ufficio postale, quindi la cosa è tecnicamente fattibile.
L’impiegata dello spotello delle raccomandate ostenta occhiali da presbite e un’aria che non mi piace.
E’ lì dietro lo sportello e fa andare avanti con esrema l-e-n-t-e-z-z-a i numeri della fila, tanto per confermarti che chi comanda è lei, ha appena finito di servire il cliente prima di me, cosa le costa premere il bottoncino? Non lo fa. Non lo fa perché -ne ho la certezza- vuole solo creare nervosismo, il suo scopo è quello che qualcunosi arrabbi, che le dica che non è corretto che la gente attenda il proprio turno mentre lei fa finta di rimettere a posto le carte, di cercare un modulo, di darsi una ravvivata ai capelli, di guardarsi in giro per vedere se, putacaso, l’ufficio si fosse svuotato tutto d’un bòtto per un allarme bomba (eh, non si sa mai).
– Buongiorno, signora…
– (….) nessuna risposta -oh,la signora è educata!-
– …dovrei spedire questa raccomandata, ma non ho contante con me, magari posso pagare con la carta di credito, sa, ho pensato di dirglielo prima di chiedere il serviz….
– No, noi non accettiamo assolutamente carte di credito…
– Ah, voi non accettate carte di credito. Emettete carte di credito, ma non ne accettate in pagamento, nemmeno se la carta di credito è emessa dal Servizio BancoPosta?
– E’ esattamente così! (e ostenta fierezza, ha appena detto una boiata cosmica e si rende conto che si tratta di una contraddizione in termini, è come se lo stato italiano, che batte moneta, non accettasse le monete che conia in pagamento…)
– Beh, allora pago con il Bancomat, quello lo potete accettare in pagamento…
– Sì, ma le raccomandate devono essere per forza pagate in contanti (e sottolinea quel "per forza" come per dire "E’ inutile che continui a insistere, il tuo Bancomat noi non lo prenderemo mai e poi mai…).
– Ma all’altro ufficio postale me l’hanno accettato in pagamento senza problemi…
– Non è assolutamente possibile, e, comunque, può andare all’altro ufficio postale, visto che dice così… (le spaccherei il bancone in faccia, perché sta dicendo che quello che le ho detto non è vero e sono cose che non tollero)
Non mi resta che desistere, anche perché l’altro ufficio postale non è aperto nel pomeriggio, quindi o vado a ritirare al Bancomat e faccio una seconda fila o torno il giorno dopo. Opto per la seconda opzione, ma di mattina, perché così, se ce la faccio, la raccomandata parte subito (non so se lo sapete ma se spedite una raccomandata nel pomeriggio, la data e l’ora di spedizione sono quelle normali, ma l’invio parte la mattina dopo, una volta il furgone delle poste si chiudeva alle sette di sera, ma, si sa, eravamo scemi, e le poste facevano le poste, non il gestore telefonico alternativo…).
La mattina dopo la signora è ancora lì. Non sembra affatto cambiata dalla sera prima, se non fosse perché porta indumenti diversi si direbbe che ha dormito all’ufficio postale, visto che fa pendant con l’arredamento.
– Buongiorno, signora…
– Ah, ha una raccomandata, vedo, ma non può venire qui e pretendere che parta subito, stiamo chiudendo il sacco per il furgone…
– (incazzato sul serio perché ora basta) Signora, io non sto pretendendo niente, sono qui per richiedere un servizio che, oltretutto, viene regolarmente fornito, o, almeno, dovrebbe esserlo.
– (Lei non si perde d’animo) Ah, vedo che non ha neanche compilato il mòdulo di accettazione della raccomandata…
– (Stavolta ho la risposta e la crocefiggo sulla sedia!) No, non l’ho compilato perché il modulo non è disponibile per il pubblico, se lo metteste a disposizione, FORSE uno sfrutta i tempi vuoti e arriva allo sportello con tutto l’occorrente e allora tutto si velocizza…
– Non possiamo metterli perché se no la gente se ne porta a casa a decine e poi non ne rimangono…
– E allora cosa se la prende a fare con la gente? Anch’io ho fatto la mia fila e non mi sono lamentato di nulla.
Il fatto di non essersi lamentati di nulla, naturalmente, non le può importare di meno, anzi, il cliente è, per definizione, agli occhi dell’impiegato, quello che NON si deve lamentare, tanto sono loro che ti tengono per i coglioni ("Ma noi stiamo facendo solo il nostro lavoro…").
Compilo il cedolino, lo consegno e pago (stavolta in contanti). La signora mi dà la ricevuta e il resto. Ma mi accorgo che la ricevuta era "sporca". Ovvero che qualcuno aveva già scritto sulla carta calcante, e che l’indirizzo del destinatario del MIO invio si vede assai poco. Glielo faccio gentilmente notare:
– Ah, non ha nessuna importanza, quello che conta è il numero, la data e l’ora di spedizione (quindi anche se non lo riempivo era la stessa cosa??), ma se vuole possiamo annullare e rifare…
Certo che lo vorrei, ma ho passato un’ora in tutto alle poste e ho anche una vita, io. La raccomandata è regolarmente partita il giorno dopo, ovvero il 6 agosto. A tutt’oggi, 16 agosto, non è ancora arrivata.
Una raccomandata è una di quelle cose che ti mettono sicurezza, cambiano i modi di gestirlo, ma il prodotto esiste da sempre, tu vai all’ufficio postale con la tua letterina, fai diligentemente la tua fila, l’impiegato/a ti guarda un po’ sbuffando, hai la tua ricevuta, paghi, grazie e arrivederci.
E invece no, perché le Poste Italiane hanno istituito l’ufficio complicazioni affari semplici delle raccomandate e della corrispondenza in genere.
Le Poste non sono minimamente interessate alle raccomandate in particolare e a tutta la corrispondenza in generale, se potessero ne farebbero a meno domattina di raccogliere, smistare, distribuire e recapitare lettere, cartoline (ma chi le spedisce più le cartoline…), avvisi, multe e quant’altro. Via, solo prodotti bancari, per lo più poco solidi, conti correnti, carte di credito, postamat, vendono perfino libri, cd, macchinette per fare il caffè espresso, ma quando si tratta di assicurare lo scambio di corrispondenza tra cittadini storcono il naso.
Dunque, la letterina ce l’ho, all’ufficio postale ci sono, la fila la sto facendo, quando mi accorgo che, maledetetto me e chi mi governa (in Toscana "governare" ha il significato di "dare da mangiare agli animali", il mi’ nonno Armando andava sempre a "governà’ i conìglioli"), ho dimenticato di prelevare i contanti al bancomat.
Pazienza, penso, illuso, alle poste sono dotati di un POS, accetteranno la carta di credito o il pagamento via bancomat, è già successo un’altra volta nell’altro ufficio postale, quindi la cosa è tecnicamente fattibile.
L’impiegata dello spotello delle raccomandate ostenta occhiali da presbite e un’aria che non mi piace.
E’ lì dietro lo sportello e fa andare avanti con esrema l-e-n-t-e-z-z-a i numeri della fila, tanto per confermarti che chi comanda è lei, ha appena finito di servire il cliente prima di me, cosa le costa premere il bottoncino? Non lo fa. Non lo fa perché -ne ho la certezza- vuole solo creare nervosismo, il suo scopo è quello che qualcunosi arrabbi, che le dica che non è corretto che la gente attenda il proprio turno mentre lei fa finta di rimettere a posto le carte, di cercare un modulo, di darsi una ravvivata ai capelli, di guardarsi in giro per vedere se, putacaso, l’ufficio si fosse svuotato tutto d’un bòtto per un allarme bomba (eh, non si sa mai).
– Buongiorno, signora…
– (….) nessuna risposta -oh,la signora è educata!-
– …dovrei spedire questa raccomandata, ma non ho contante con me, magari posso pagare con la carta di credito, sa, ho pensato di dirglielo prima di chiedere il serviz….
– No, noi non accettiamo assolutamente carte di credito…
– Ah, voi non accettate carte di credito. Emettete carte di credito, ma non ne accettate in pagamento, nemmeno se la carta di credito è emessa dal Servizio BancoPosta?
– E’ esattamente così! (e ostenta fierezza, ha appena detto una boiata cosmica e si rende conto che si tratta di una contraddizione in termini, è come se lo stato italiano, che batte moneta, non accettasse le monete che conia in pagamento…)
– Beh, allora pago con il Bancomat, quello lo potete accettare in pagamento…
– Sì, ma le raccomandate devono essere per forza pagate in contanti (e sottolinea quel "per forza" come per dire "E’ inutile che continui a insistere, il tuo Bancomat noi non lo prenderemo mai e poi mai…).
– Ma all’altro ufficio postale me l’hanno accettato in pagamento senza problemi…
– Non è assolutamente possibile, e, comunque, può andare all’altro ufficio postale, visto che dice così… (le spaccherei il bancone in faccia, perché sta dicendo che quello che le ho detto non è vero e sono cose che non tollero)
Non mi resta che desistere, anche perché l’altro ufficio postale non è aperto nel pomeriggio, quindi o vado a ritirare al Bancomat e faccio una seconda fila o torno il giorno dopo. Opto per la seconda opzione, ma di mattina, perché così, se ce la faccio, la raccomandata parte subito (non so se lo sapete ma se spedite una raccomandata nel pomeriggio, la data e l’ora di spedizione sono quelle normali, ma l’invio parte la mattina dopo, una volta il furgone delle poste si chiudeva alle sette di sera, ma, si sa, eravamo scemi, e le poste facevano le poste, non il gestore telefonico alternativo…).
La mattina dopo la signora è ancora lì. Non sembra affatto cambiata dalla sera prima, se non fosse perché porta indumenti diversi si direbbe che ha dormito all’ufficio postale, visto che fa pendant con l’arredamento.
– Buongiorno, signora…
– Ah, ha una raccomandata, vedo, ma non può venire qui e pretendere che parta subito, stiamo chiudendo il sacco per il furgone…
– (incazzato sul serio perché ora basta) Signora, io non sto pretendendo niente, sono qui per richiedere un servizio che, oltretutto, viene regolarmente fornito, o, almeno, dovrebbe esserlo.
– (Lei non si perde d’animo) Ah, vedo che non ha neanche compilato il mòdulo di accettazione della raccomandata…
– (Stavolta ho la risposta e la crocefiggo sulla sedia!) No, non l’ho compilato perché il modulo non è disponibile per il pubblico, se lo metteste a disposizione, FORSE uno sfrutta i tempi vuoti e arriva allo sportello con tutto l’occorrente e allora tutto si velocizza…
– Non possiamo metterli perché se no la gente se ne porta a casa a decine e poi non ne rimangono…
– E allora cosa se la prende a fare con la gente? Anch’io ho fatto la mia fila e non mi sono lamentato di nulla.
Il fatto di non essersi lamentati di nulla, naturalmente, non le può importare di meno, anzi, il cliente è, per definizione, agli occhi dell’impiegato, quello che NON si deve lamentare, tanto sono loro che ti tengono per i coglioni ("Ma noi stiamo facendo solo il nostro lavoro…").
Compilo il cedolino, lo consegno e pago (stavolta in contanti). La signora mi dà la ricevuta e il resto. Ma mi accorgo che la ricevuta era "sporca". Ovvero che qualcuno aveva già scritto sulla carta calcante, e che l’indirizzo del destinatario del MIO invio si vede assai poco. Glielo faccio gentilmente notare:
– Ah, non ha nessuna importanza, quello che conta è il numero, la data e l’ora di spedizione (quindi anche se non lo riempivo era la stessa cosa??), ma se vuole possiamo annullare e rifare…
Certo che lo vorrei, ma ho passato un’ora in tutto alle poste e ho anche una vita, io. La raccomandata è regolarmente partita il giorno dopo, ovvero il 6 agosto. A tutt’oggi, 16 agosto, non è ancora arrivata.
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