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Scriver le strofe sàffiche
è bello assai da farsi
la rima chiude in "-arsi"
l’ultimo verso in "-ar".
Ci metto il cacciatore
la nube un po’ rossiccia
la gente assai alticcia
di vino a ubriacar.
Gli uccelli sono neri
fa pimpumpàm lo spiedo
poi vien Caciagli Edo
i fortóri ad eruttar.
All’albero non tende
la mano pargoletta
ma due bistecche aspetta
già pronte a divorar.
Ma basta un settenario
composto alla Carducci
per dirgli "Ce lo ciucci!"
al tegame di tu’ mà(r)
Non dovrebbe essere “di vino aD ubriacar”?
Sa’, io ho fatto la terza media…
Sinalefe! (…che sai ‘na sega te cos’è…)
O so ‘na sega io della sinalefe, dimmelo in termini semplici perchè da quando m’è presa la paronomasia lato sx lo sai che ragiono lento. A me pare manchi ‘na sillaba, ma se con du’ pasticche di sinalefe si risolve, dimmelo te che la tu’ povera mamma ha speso tanto per fatti studia’…
Definizione di “settenario”: dicesi “settenario” un verso in cui l’ultimo accento tonico cade sulla sesta sillaba.
Per cui:
di|vi|no_a_ub|ri|a|car
ove la sinalefe (doppia) serve a unire in una sola sillaba suoni che, viceversa, andrebbero in sillabe separate. Le sillabe metriche sono sei, l’accento è sulla sesta.
Vedasi, per la sinalefe, anche il caso il caso:
mi|ri|tro|vai|per|u|na|sel|va_o|scu|ra
E mi ossequi la Sua Signora, ora che smonta dal turno di notte.
Certo per esse ‘gnoranti pesi come te bisogna proprio ave’ studiato :)
dai oggi, dai domani oltre a piglia’ la laurea hai anche iNparato a copiare gli esempi di wikipedia…
Caro Topa,
l’eseNpio del verso di Dante a proposito della sinalefe è quello classico che si porta per spiegare il fenomeno metrico ai duri pinati come te (nonché a tutte le troje che hai nel frattempo baccagliato) e, appunto, a quelli di Wikipedia. Quando ha smesso di fassi pigià sul sette sbarrato, dia i miei ricordi (e questo collo di papero) la Sua signora.