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Insomma, via, c’è stato uno, un illustre sconosciuto, che dal Giappone ha postato un video su Facebook o su Twitter (ora non so bene) che dice che lì in terra nipponica il coronavirus non esiste (infatti hanno fatto slittare in avanti le Olimpiadi proprio per questo), e che non esiste perché c’è un farmaco, l’Avigan, che fa miracoli e che lo combatte e lo debella, ma al resto del mondo non lo fanno sapere, per cui imparate e, naturalmente, come è prevedibile in questi casi, “fate girare”. Ah sì, e cosa sarà questo Avigan che schiaccia il coronavirus come se fosse una piàttola appena uscita da un buco nel muro? Via, via, dice il popolino ignorante e cafone dei social network, facciamolo “girare” perdavvero, sicché gira che ti rigira si arriva a farlo diventare virale perdavvero questo filmato. E la gente, piano piano, apprende dell’esistenza di questo Avigan e della sua presunta efficacia contro il coronavirus. Non solo lo apprende, ci crede. Tanto che Zaia per il Veneto, seguito dalla regione Piemonte, decidono di iniziare a sperimentarlo, con quali risultati non è ancora dato di sapere. La FUJIFILM Toyama Chemical fa sapere che sul farmaco, testato anche in Cina, “al momento NON ESISTONO PROVE SCIENTIFICHE cliniche pubbliche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti”. Ma nulla, in Italia l’AIFA ha dato il via libera alla sperimentazione pur specificando che l’Avigan viene sperimentato anche altrove, che è un farmaco piuttosto conosciuto, e che presenta una serie di controndicazioni, anche di un certo rilievo. Tutto questo perché qualcuno ha messo un video su Internet.
(da un’idea di Emiliano Rubbi)