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La questione della lingua in rete è estremamente dibattuta. Accade spesso di imbattersi, non senza una certa insofferenza, nella sempiterna domanda: "Le nuove tecnologie stanno distruggendo l’uso corretto della lingua italiana?"
E’ un quesito a cui si tenta di dare una risposta ora in termini pseudo-accademici, ora in contesti salottieri e perbenisti, ora in ambienti psico-sociologici e di costume, magari sotto forma di articolo da rotocalco. Non capita di rado, inoltre, di trovare in libreria piccoli e rabberciati manualetti sul come si parla quando si scrive una e-mail e su come ci si comporta se dobbiamo spedire un SMS a una persona che non conosciamo o con la quale non abbiamo una sufficiente confidenza.
In questo magma piuttosto eterogeneo di riflessioni, anche sull’inutile, non è possibile trovare risposte precise ed esaustive, stilate con quel minimo di rigore scientifico che si pretenderebbe in una analisi corretta.
Ci viene in soccorso un (bel) libro di Elena Pistolesi Il parlar spedito – L’italiano di chat, e-mail e SMS, pubblicato per i tipi di Esedra (292 pagine, 19,50 euro ben spesi) nella collana "Lingua contemporanea" diretta da Michele Cortellazzo e Edgar Radke. Un libro, va detto subito, per addetti ai lavori e per studenti, ma che offre una serie di interessanti agganci per chi guarda alla rete e alla telefonia mobile come fenomeno di comunicazione a tutto tondo.
L’autrice, partendo dalla non banale premessa che la lingua italiana è un sistema in continua evoluzione, registra nell’avvento delle nuove tecnologie una tappa significativa di questo processo, liquidando con eleganza e intelligenza ogni questione di pregiudizio peggiorativo.
In ciascuno dei tre capitoli (dedicati rispettivamente alla chat attraverso IRC, all’e-mail e agli SMS), la Pistolesi analizza piccoli ma significativi corpora testuali sotto forma ora di log di sessione di chat, ora di e-mail ricevute presso una mailing-list di servizio, di risposte a un forum di un quotidiano nazionale su Leonardo Sciascia, di SMS scambiati in un fitto alternarsi di domande e risposte.
Vengono messi letteralmente scarnificati un lessico e una sintassi che oltre a costituire un interessante oggetto di indagine, diventano specchio della condizione psicologica ed emotiva di chi li usa. Di particolare interesse appaiono le riflessioni sul carattere di urgenza delle comunicazioni via e-mail o SMS, che fanno sì che si sviluppi nel mittente di un messaggio una sorta di ansia da risposta immediata, considerato che la sostanziale immediatezza del mezzo, ci fa vivere l’interlocutore come sempre raggiungibile e, conseguentemente, sempre a nostra disposizione (basti pensare che spesso l’invio di una e-mail può essere annunciato da un SMS o viceversa).
La Pistolesi si occupa anche degli errori più frequenti, da quelli di digitazione (girno per giorno), a quelli di ortografia (tipico il daccordo in soluzione unica), a quelli logici ("…siamo molto spiacenti(…)spero vivamente che Lei possa cambiare idea), mostrando come la loro non casualità abbia ripercussioni sull’uso quotidiano della lingua.
Ne viene fuori uno spaccato ampio e variegato, in cui inserire anche domande non ancora risolte (la parola "e-mail" si scrive col trattino o senza? E’ maschile o femminile?) o termini dialettali che stanno prepotentemente entrando nella lingua ufficiale.
Il nostro, dunque, è un "parlar spedito" nel doppio senso di veloce e inviato. Ogni volta che premiamo il tasto invio del computer per mandare una e-mail o un intervento in una sessione di chat, e ogni volta che inviamo un SMS, mettiamo in movimento una serie di meccanismi linguistici ed extralinguistici, di cui la Pistolesi ci mostra la struttura superficiale, ma che hanno origine da fattori ben più complessi.
Elena Pistolesi è ricercatrice di Linguistica italiana presso l’Università di Trieste e ha pubblicato altri studi sull’uso dell’italiano in rete.
Scheda
Titolo: Il parlar spedito
Sottotitolo: L’italiano di chat, e-mail e SMS
Autore: Elena Pistolesi
Editore: Esedra
Prezzo: 19,50 euro