Vae Victis!

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Tratto da www.formiche.net

E’ un’Italia perfino peggiore di quella che abbiamo avuto fino ad oggi, quella che esce dal risultato delle urne per le Elezioni Europee. E’ il ritratto di una nazione che trova il fondo e si mette a scavare, poi non contenta va a prendere una trivella e attende di essere arrivata molto, ma molto più in fondo.

E’ un’Italia che se la conta grossa, un po’ come quelle persone che ne sparano di così esagerate da crederci anche loro.

E’ un’Italia bottegaia e che tira ad arrivare a sera che tanto il domani arriverà, intanto prendiamoci questi 80 denari che un po’ di soldi non hanno mai fatto male a nessuno. E’ un’Italia deteriore e perfino un po’ masochista, della serie “Fatemi pure del male che mi piace!” di quelle che vanno alle gite in pullman in cui vendono le pentole perché “Che t’importa, tanto è gratis!“. Camilleri ci ha fatto un delizioso quadretto narrativo, ma noi non siamo romanzo e non siamo letteratura.

40 e rotti per cento in Italia sono percentuali da parlamento bulgaro, con la frammentazione che c’è. Ma c’è sempre la scusa di poter dire che le elezioni europee non si possono leggere in chiave politica interna, ponziopilatismo prudenziale per i vincitori e via di fuga dalle responsabilità, tanto la vera sconfitta è quella di Grillo, per cui hanno vinto tutti gli altri, anche Berlusconi. E perfino quegl’intellettualini malati d’astio col nome da ristorante greco.

E allora via, il futuro è nostro. Avrà il volto di un boy-scout un po’ âgé che fa il molleggiato nelle piazze del Paese e chiede il cinque ai ragazzini delle scuole che visita. O quello angelicato di una signora che beve il latte caldo la sera. Ma tanto, lo sappiamo, basta che i quattrini siano pochi (anzi, pochissimi), maledetti e subito.

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