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Julian Assange, simpatico o antipatico che sia, sta per consegnarsi nelle mani della giustizia svedese per rispondere di reati a sfondo sessuale.
La Svezia è un paese che ha una civiltà giuridica e democratica consolidata, e sono più che certo che gli verranno riconosciute tutte le garanzie difensive del caso.
Non sono, invece, altrettanto sicuro che per la sua attività di Editor di Wikileaks, gli Stati Uniti non chiedano la sua estradizione per presunti reati di violazione del segreto di stato che nella democrazia degli Stati Uniti prevedono perfino la pena di morte.
Intanto la Mastercard ha bloccato i finanziamenti a Wikileaks. Il che vuol dire che chi ha una carta di credito Mastercard non può trasferire una somma di denaro ad Assange, neanche a titolo di donazione.
Ci sono cose che non si possono comprare con Mastercard, neanche la cauzione a Julian Assange. E sono felice di avere due carte Visa.
Le autorità svizzere, dal canto loro, gli hanno bloccato il conto corrente.
Del resto è comprensibile. Assange è una persona pericolosa accusata di aver stuprato due ragazze, e potrebbe essere giudicato in stato di libertà, mentre i conti correnti in Svizzera sono intestati a prestanome della criminalità organizzata per i riciclaggi quando va bene, mentre quando va proprio di sfiga ci sono dentro i denari sottratti al fisco italiano da parte di eminenti figure dello sport, delle arti, dello spettacolo e quant’altro, volete mettere?
PayPal, la più grande risorsa per la circolazione e i pagamenti via Internet, ha limitato la possibilità di Assange di ricevere somme di denaro, prevedendo di chiudere del tutto gli account che si riferiscono a Wikileaks (“PayPal has permanently restricted the account used by WikiLeaks due to a violation of the PayPal Acceptable Use Policy, which states that our payment service cannot be used for any activities that encourage, promote, facilitate or instruct others to engage in illegal activity. We’ve notified the account holder of this action.”)
Certo, Mastercard, il conto corrente svizzero e Paypal non sono gli unici veicoli per trasferire denaro a Wikileaks. Sono previsti i bonifici bancari (su conti correnti tedeschi e islandesi, per il momento) e anche il caro vecchio sistema della banconota nella busta affidata all’onestà delle poste del proprio paese e di quelle australiane (considerato che l’indirizzo finale di Wikileaks è una casella postale australiana). Ma gli sono stati tagliati alcuni dei mezzi di sostentamento economico più diffusi e più comunemente usati.
Ci si chiederà, infatti, chi è che va a pagare le commissioni bancarie per un bonifico in Germania o, ancor peggio, in Islanda.
Risposta: io.
Ho un conto corrente che mi permette di effettuare quanti bonifici voglio a prezzo zero sia in Italia che nei Paesi dell’Unione Europea (sì, esiste, è il “Conto Corrente Arancio” della ING Direct!), così oggi ho inviato 10 pidocchiosissimi euro a Wikileaks (cosa dite? Sono pochi?? Sono tirchio??? E voi quanti ne avete inviati, lettorelli pignolini???) perché stavolta c’è veramente un uomo che rischia la pena di morte e questo è francamente intollerabile.

Naturalmente attendo che la ING Direct, presso la quale è acceso il mio conto corrente, mi chiuda l’accesso all’universo dei depositi europei, di essere additato al pubblico ludibrio come favoreggiator di stupratori e detrattore di giovini donzelle molestate, solo perché i paesi democratici non mandano a morire nessuno e accolgono la libertà di informazione tra i pilastri fondamentali del loro ordinamento giuridico, attendo pazientemente che PayPal mi chiuda l’account e che il supermercato mi ritiri la tessera-punti per l’acquisizione di un set di pentole dietetiche, aspetto rassegnato che il Presidente del Consiglio mi tratti da comunista per aver finanziato uno che ha avuto il coraggio di dire che lui è amico di Putin, una macumba, il malocchio, la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.