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Umberto Eco deve essersi divertito da pazzi a scrivere “La misteriosa fiamma della Regina Loana”, ma dev’essersi proprio buttato via dalle risate, una di quelle esperienze che devono averlo fatto andare a letto ogni notte alle due per risvegliarsi alle cinque, carico di adrinalina per continuare a scrivere tutto il giorno.
E’ la storia di un uomo che perde la memoria del “vissuto” (non si ricorda chi sia, chi sia sua moglie, chi siano i suoi figli) ma non quella delle “nozioni”, per cui l’inizio è tutto un turbine di citazioni, uan danza in contrappunto di ricordi degli anni ’30 sotto forma di canzoni, testi, regole grammaticali, poesie imparate a scuola, ritagli di giornale, riminiscenze assortite).
Continua così efficacemente per un buon 2/3, fino a perdersi, ahilui, nella partte finale, ma il libro resta comunque una buona esperienza di lettura che me la sento di consigliare a chiunque abbia voglia di divertirsi davvero, come Umberto Eco e insieme a Umberto Eco.
Anzi, no, ve ne leggo un pezzettino io…
E’ la storia di un uomo che perde la memoria del “vissuto” (non si ricorda chi sia, chi sia sua moglie, chi siano i suoi figli) ma non quella delle “nozioni”, per cui l’inizio è tutto un turbine di citazioni, uan danza in contrappunto di ricordi degli anni ’30 sotto forma di canzoni, testi, regole grammaticali, poesie imparate a scuola, ritagli di giornale, riminiscenze assortite).
Continua così efficacemente per un buon 2/3, fino a perdersi, ahilui, nella partte finale, ma il libro resta comunque una buona esperienza di lettura che me la sento di consigliare a chiunque abbia voglia di divertirsi davvero, come Umberto Eco e insieme a Umberto Eco.
Anzi, no, ve ne leggo un pezzettino io…
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