160 total views, 1 views today
MILANO – Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è stato assolto questa mattina per non aver commesso il fatto dalla corte d’appello di Milano per gli incidenti di via Bellerio del 18 settembre 1996. Per gli altri esponenti della Lega, Roberto Calderoli, Mario Borghezio e Davide Caparini, anche loro imputati di resistenza a pubblico ufficiale, il giudice ha dichiarato l’assoluzione ma per prescrizione. Il processo, che si è celebrato oggi, come hanno ricordato le difese, è riapprodato in Corte d’appello dopo che nel 2004 la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza per i quattro esponenti leghisti.
22 giugno 2007
(foto e testo tratti da www.corriere.it)
Tutto finisce, prima o poi.
Umberto Bossi è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per un fatto non commesso nel 1996. Nulla di strano o di particolare, la giustizia è uguale per tutti anche e soprattutto per chi potrebbe avere scorciatoie tempistiche.
Ma quello che non può e non deve essere dimenticato è che Umberto Bossi siede in Parlamento con una condanna di otto mesi passata in giudicato (dunque definitiva) per le tangenti Enimont.
E ci sarebbe anche da spiegare a questi giornalisti che la prescrizione intervenuta per Borghezio, Calderoli e Caparini non corrisponde a una assoluzione. Significa che un reato è stato accertato e che non è stato possibile intervenire nei confronti dei presunti colpevoli perché lo Stato rinuncia a esercitare l’azione penale, non certo perché non sussistano concreti indizi di colpevolezza (fu proprio la prescrizione a gettare l’ombra lunga su Giulio Andreotti e sui suoi processi per associazione a delinquere di stampo mafioso).
Borghesio, comunque, è stato condannato (anche lui in via definitiva) a 2 mesi e 20 giorni di reclusione, successivamente commutati in 3040 euro di multa per incendio aggravato. Siede nel parlamento della Repubblica.
Inquisiti prescritti e giornalisti compiacenti.
Umberto Bossi è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per un fatto non commesso nel 1996. Nulla di strano o di particolare, la giustizia è uguale per tutti anche e soprattutto per chi potrebbe avere scorciatoie tempistiche.
Ma quello che non può e non deve essere dimenticato è che Umberto Bossi siede in Parlamento con una condanna di otto mesi passata in giudicato (dunque definitiva) per le tangenti Enimont.
E ci sarebbe anche da spiegare a questi giornalisti che la prescrizione intervenuta per Borghezio, Calderoli e Caparini non corrisponde a una assoluzione. Significa che un reato è stato accertato e che non è stato possibile intervenire nei confronti dei presunti colpevoli perché lo Stato rinuncia a esercitare l’azione penale, non certo perché non sussistano concreti indizi di colpevolezza (fu proprio la prescrizione a gettare l’ombra lunga su Giulio Andreotti e sui suoi processi per associazione a delinquere di stampo mafioso).
Borghesio, comunque, è stato condannato (anche lui in via definitiva) a 2 mesi e 20 giorni di reclusione, successivamente commutati in 3040 euro di multa per incendio aggravato. Siede nel parlamento della Repubblica.
Inquisiti prescritti e giornalisti compiacenti.