Tommaso Lombardi – Non installate Google Desktop Search
“Molte persone utilizzano contemporaneamente più computer e lavorano da più postazioni”, ha riferito il vicepresendente Marissa Meyer al quotidiano USA Today, “e questo nuovo strumento semplifica drasticamente la vita di questi utenti”.
I membri di EFF non sembrano condividere questo stesso ottimismo: “Se non si configura questo software con molta attenzione, come molto probabilmente accade alla maggior parte degli utenti”, sostiene il giurista di EFF Keving Bankston, “Google Desktop avrà una mole impressionante di dati personali: lettere d’amore, ricevute, note riservate e qualsiasi altro tipo di materiale testuale che il motore di ricerca può indicizzare”.
Il rischio più grave per la privacy, secondo il parere di alcuni esponenti del Center for Democracy & Technology, sta nel fatto che “le informazioni in possesso del motore di ricerca possono essere consultate dalle autorità anche senza mandato di perquisizione, ma semplicemente con un’ingiunzione del tribunale”, definita subpoena dal lessico giuridico statunitense. Una situazione già attuale, visto quanto sta accadendo proprio in queste settimane, in cui Google le cerca tutte per non dover consegnare certi dati dei propri utenti.
Gli attivisti del network italiano Autistici.org hanno definito l’ultima trovata raccoglitutto di Google come qualcosa d’oscuro, dal significato insondabile e foriero di preoccupazioni. A quando, si chiede qualcun altro, la comparsa di un favoloso servizio per cancellare completamente le proprie tracce dai mastodontici archivi di BigG?
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