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Il ministro Grillo ha detto che il pandoro è come quelli del PD e chenon ha anima. Come si permette di offendere doppiamente uno dei dolci più nobili e meravigliosi della tradizione italiana. Un dolce che nasce dalla povertà. Fatto con farina, uova, burro, lievito e zucchero. Cioè quello che c’era nelle cucine delle case venete. Pochi ingredienti, i più umili. Il pandoro non si può permettere nemmeno il lusso dell’uvetta e dei canditi che rendono il panettone un dolce decisamente di destra, con i nocciolini dell’uva passa che ti si sgranellano fra i denti, no, via, il pandoro è proletario e il suo segreto è la lievitazione. È tutto lì, non c’è altro. E quando ci affondi il coltello si sbriciola un po’ mentre afferri la fetta e ti sporchi le labbra di zucchero a velo. È morbido, burroso. Se lo scaldi appena un pochino il burro si scioglie e quel colore giallo così uniforme ti dà il profumo delle cose che ti appartengono veramente. Nessun ministro della Repubblica si permetta mai più di insultare un’istituzione del paese a favore del volgare e prosaico panettone paragonandolo addirittura al PD ma soprattutto ignorando, o non sapendo proprio per niente, che se c’è qualcosa che non ha anima è proprio il governo che lei rappresenta.