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Una volta la mailing-list di Liber Liber era una vera e propria fucina di interventi interessanti e di discussioni avvincenti. All’inizio degli anni 2000 ha avuto perfino oltre 600 mail in un solo mese. Ci si divertiva, si discuteva, ci si odiava (e io ero, per mia fortuna, odiatissimo), c’era chi si autoincensava, chi sputava veleno, insomma, si faceva, allora, quello che su Wikipedia fanno i revisori e i padronissimi della cultura libera. Si parlava di software libero, di formati aperti, di libri, insomma, si stava bene. Poi, sempre per l’ipersensibilità dei soliti noti, fui espulso dalla lista per le mie opinioni (bisogna sapere che quando dici che il re è nudo il re poi s’incazza). Pazienza, si vive bene lo stesso anche senza. E, tutto sommato, ritengo che la mia mia presenza in quel luogo sia stata una bella esperienza.
Poi il presidente di Liber Liber (lo stesso da oltre un ventennio) ebbe la bella idea di querelarmi perché avevo scritto “cazzate” accanto al loro nome. Chiese anche il sequestro dell’intero blog, cosa che non gli fu concessa, dimostrando sensibilità e affetto verso la pluralità delle opinioni in rete e per il diritto di tutti di esprimerle liberamente. Oh.
Ieri sono andato a rivedere la pagina web della mailing-list (che è pubblica anche per i non iscritti e per i defenestrati come me) e l’ho trovata praticamente deserta. Pochissimi messaggi ogni mese e nessun messaggio nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, agosto e ottobre. Circa 1200 iscritti (meno dei visitatori quotidiani di questo blog) sono riusciti a produrre un numero infinitesimale di contributi. Possibile che non abbiano nulla da dirsi? Non hanno incontrato delle difficoltà nello scansionare un libro? A passarlo all’OCR?? Non si scambiano opinioni, esperienze, difficoltà?? Possibile che i volontari di Liber Liber siano sempre così infallibili (vedere il post di ieri) da non aver bisogno di niente e di nessuno? Fatto sta che la produzione è stata, finora, di ben 13 messaggi da gennaio a ottobre. Nello stesso periodo dell’anno scorso il numero di messaggi arrivava a 21. Pochissimi lo stesso, ma almeno c’era una tendenza diversa.
Viene da pensare a parole come parlare, confrontarsi, scambiare le idee, sfruttare gli strumenti a disposizione per confrontare le rispettive opinioni. Sono iniziative che stanno morendo sotto il peso di una iniziativa straordinariamente pesante e burocraticamente strutturata. Di tutto quello che è stato resta un file dimenticato su Yahoogroups. E non è detto che sia un male.