Ma non muoiono solo i vecchi

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Muoiono. Muoiono come le mosche. Dice “ma erano persone che avevano delle patologie gravi pregresse, tutti pazienti anziani con un quadro clinico generale compromesso in precedenza”. Sì, però intanto sono morte. E c’è da chiedersi come abbiano fatto due donne ricoverate nel reparto di oncologia a contrarre il fetido e malefico coronavirus in un ambiente protetto come un ospedale. Perché se è forse altamente probabile che queste persone sarebbero decedute per tumore è altrettanto di tutta evidenza che NON sono decedute per tumore ma per gli effetti del coronavirus. Dice “ma la situazione è critica!” E ti credo che è critica, se si muore anche quando si è ricoverati in ospedale. Non nego l’abnegazione del personale sanitario, che è il primo ad essere esposto all’infezione ed è quindi il primo a rischiare la pelle, medici e infermieri fanno quello che possono e anche di più. Ma sta di fatto che non si può morire di coronavirus in oncologia. Come si è stabilito il contagio? Da quanto tempo si sapeva che i soggetti erano contaminati? Domande. Domande, domande. Dubbi, dubbi amletici. C’è qualcosa che non torna in tutte queste storie di sofferenza e di morte che si verificano nel nostro ormai martoriato paese (martoriato soprattutto dall’ignoranza delle cose). Ci vogliono rassicurare dicendoci che queste persone così fragili erano anziane (e va be’, devono per forza morire? Forse la loro morte è meno importante rispetto a quella di un soggetto giovane?) ma sappiamo bene che in Cina il dottor Li Wenlinag, già oftalmologo presso l’ospedale di Wuhan, primo in assoluto a dare l’allarme dell’esistenza di un virus simile a quello della SARS è stato contaminato, ma prima arrestato e incriminato per aver diffuso notizie false che poi si sono rivelate vere, giovanissimo, è morto per complicanze legate all’infezione. Non è vero che muoiono solo i vecchi e i debilitati. La Cina ci insegna che possono morire anche i giovani in buona salute. E’ solo questione di tempo. Quando accadrà (e accadrà di sicuro) di ritrovarci davanti alla realtà della morte di una persona in giovane età e senza patolgie invalidanti pregresse allora dovremo arrenderci alla realtà. MA non potremmo rendercene conto prima? Si chiama prevenzione. Di più, si chiama buon senso. Perché se il tasso di mortalità da coronvirus è del 2-3% non siamo di fronte a una epidemia (pandemia?) di un’influenza “solo un po’ più severa”, queste sono le stesse identiche percentuali dell’influenza spagnola del 1918. Ma, si sa, bisogna lavarsi bene le mani, o, in alternativa, usare un gel disinfettante e igienizzante (che non si trova nemmeno più su Amazon). Ci tranquillizzano con un po’ di acqua e sapone mentre la gente muore. E le stelle stanno a guardare.