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Abbiamo appreso che il GUP ha ordinato l’archiviazione della causa che vedeva Laura Boldrini coinvolta per il volo di Stato in Sud Africa (in occasione dei funerali di Nelson Mandela) “aperto” anche al suo fidanzato. Non sarebbero ravvisabili fattispecie di rilevanza penale. Dunque, giustamente, si archivi.
Bene. E allora?
C’è proprio bisogno che sussista una fattispecie penale per considerare un comportamento quanto meno criticabile? Ci sono decine di comportamenti quotidiani che sono ampiamente censurabili pur non costituendo illecito penale. Che so, sputare per terra, mettersi le dita nel naso al semaforo, fumare nella sala d’aspetto di un medico, ruttare in presenza di una signora, tirare una sequela di parolacce in Chiesa e via a riempire.
Portare il proprio fidanzato su un volo di Stato, per un’alta carica, è, dunque, certamente lecito. Ma “lecito” non vuol dire “etico”, “giusto”, “auspicabile”. E’ pur vero che il fidanzato in questione non ha approfittato di nessun fondo pubblico, in fondo un volo di Stato costa un Tot, sia che ci vada una sola persona, sia che l’aereo sia pieno, e se avanza un posto non c’è nulla di male a farci salire un congiunto affettivo. Non c’è nulla di male, dicevo, ma cosa c’è di bene?? Non sarebbe stato meglio che il signor fidanzato di Laura Boldrini viaggiasse COMUNQUE con un volo di linea, come avrebbe fatto qualunque altro cittadino, perché è questo che è, un cittadino come tutti gli altri? I soldini per permettersi un biglietto aereo a Johannesburg non credo proprio che manchino alla coppia, dunque perché esporsi alle critiche, alla ferocia dei media e financo a una causa penale? Non sarebbe stato preferibile un titolo come “Il fidanzato di Laura Boldrini viaggia in seconda classe a sue spese” anziché quelli insinuanti e provocatòri che certa stampa ha divulgato?
Che cosa si è voluto leggere in quella sentenza? (1) Che veniva legittimato un legame affettivo ricondotto alla stregua di un legame burocraticamente stabilito? Ovvero, che una coppia di fidanzati, a livello di dignità di rappresentanza istituzionale, equivale a una coppia regolarmente unita in matrimonio? Se è davvero questo quello che certe letture della sentenza intendono sottolineare è proprio pochino. La signora Boldrini è liberissima di avere le relazioni che vuole con chi vuole e nel modo che ritiene più opportuno per la sua vita. Punto. Non c’è altro e nessuno è qui a negarglielo. Troppo comodo gridare alla discriminazione sessista quando si tratta di diritti elementari della persona. Ma santo cielo, ci sono migliaia e migliaia di altre coppie che vivono nel cosiddetto “more uxorio” e che non hanno nemmeno il diritto di reversibilità della pensione di poche centinaia di euro se uno dei due muore, figuriamoci ad avere accesso a un volo di Stato. E’ un riconoscimento forzato a ciò che lo Stato non riconosce (non ancora) e c’è gente che ne soffre le pene dell’inferno, altro che Sud Africa!
E allora quella che viene definita una “vittoria” è solo mera ordinarietà. Oltre il penale c’è di più.
(1) Mi riferisco all’articolo del blogger Dario Accolla intitolato “Sessismo, una questione all’italiana: Boldrini, l’aereo e il compagno” (Il Fatto Quotidiano) con cui sono in totale disaccordo.