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Senza Parole
Illustrazione tratta da "Il Libro Cuore (Forse)" di Federico Maria Sardelli, edizioni "Il Vernacoliere"
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Illustrazione tratta da "Il Libro Cuore (Forse)" di Federico Maria Sardelli, edizioni "Il Vernacoliere"
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Pei suoi ammiratori e per le sue ammiratrici torno a proporre un suo ritratto, specificando, però, che ora mi avreste rotto assai i coglioni fra tutti, voi e il Sardelli.
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Federico Maria “Boria” Sardelli
lo conobbi mentre ero al Liceo.Lui era un anno avanti (essendo venuto a rompere i coglioni al mondo nel giorno di ferragosto del 1963, appena otto mesi prima di me), ma non ho mai capito perché ci incrociavamo sempre, forse perché era l’unico, o uno dei pochissimi, a frequentare l’indirizzo musicale dell’ormai pluripremiato Liceo Scientifico “Francesco Cecioni” di Livorno, noto per avere avuto tra i suoi discepoli, oltre a me e al Sardelli, anche il regista Paolo Virzì e la Brigiotti Maila, che nella vita non ha mai fatto un cazzo, ma che viene universalmente ricordata per la pregevolezza delle sue puppe, che, pure, il buon Sardelli non disdegnava di sminciare.
Dire che il Sardelli sia un troiaio è dire il vero ma è anche sminuire la portata della sua genialità.
Federico Maria Sardelli è pittore e musicista, e questo basta.
Figlio d’arte, del grande Marc (Marcello) Sardelli, primo illustratore del Vernacoliere, si è sempre barcamenato tra acqueforti e partiture, spesso fondendo le sue abilità.
Un giorno mi prestò un disco con dei concerti per chitarra (liuto) di Vivaldi. Vivaldi e Sardelli sono un tutt’uno. Il Sardelli, lungo lungo, secco secco, volava su e giù per le scale del Liceo cantando col suo vocione da contrabbasso scordato: “RErre RERRERrèRRe RERRERRE” ed era lo storico attacco del “Gloria” di Vivaldi.
Sguardo spiritato, credo sia stato l’ultimo degli antichi che io abbia mai conosciuto a portare le bretelle.
Uno degli episodi che ricorso con maggiore affetto fu una volta che, mentre aspettavo l’autobus, ci mettemmo io, il Sardelli e altri due in Via Grande a Livorno sottoi una pioggia battente a cantare “Le gocce cadono ma che fa/se ci bagnamo un po’/domani il sole ci potrà asciugaaaaaaar…”
L’indomani col cazzo che il sole mi asciugò perché presi un febbrone da cavallo, mentre lui tornò a scuola a dirigere Vivaldi canticchiandolo alla rinfusa e, quindi, a rompere i coglioni e il cerchio si chiudeva.
Anni dopo, nemmeno troppi, a dirigere Vivaldi e non solo ci sarebbe riuscito davvero, quando fondò l’Orchestra “Modo Antiquo”. Da lì alla nomination al Grammy per una incisione integrale dei Concerti Grossi op. 6 di Corelli fu come sputare per terra. E’ direttore della “Vivaldiana”, una collana di musiche in facsimile di Vivaldi e del Vivaldi Werkeverzeichnis. La sua discografia e la sua bibliografia sono ingentissime, ma siccome si rompeva i coglioni, allora ha voluto coltivare la sua attività di vignettista satirico per il “Vernacoliere” di cui è una delle firme di maggior prestigio.
Dotato di un senso dell’umorismo al limite del surreale, è autore di personaggi indimenticabili come il Mago Afono, Omar e Clem Momigliano, nonché di serie come “Asilo”, il “Bibliotecario”, “Trippa”, i “Miracoli di Padre Pio” molte delle quali raccolte in volume.
In breve, si dedica alle cazzate e alle cose serie con uguale impegno, non dimenticando di metterci una bella e generosa manciata di alterigia e supponenza, che non guasta mai e credo che queste siano la maggiori e migliori lezioni che egli abbia potuto darmi.
Federico Maria Sardelli non è barocco in senso aggettivale, pur riconoscendogli una non comune ridondanza nelle chiome e nell’aspetto fisico che, diciamocelo pure, fa parecchio caà, egli è la personificazione del Barocco musicale scesa in terra tra il XX e il XXI secolo. Compositore egli stesso, le sue partiture sono delle opere pittoriche di squisita originalità. Vi basti guardare, per rendervene conto, il frontespizio di questo Concerto Spirituale per la morte del Pastore Giovanni Scuderi (della Chiesa Valdese di Livorno, persona di straordinario spessore spirituale, umano e culturale, favaini con Paparàzzinghé’!):
Ma più che questo vale la pena ascoltare un minuto di una delle sue numerosissime composizioni. Ho scelto una Ciaccona in onore di Jean-Baptiste Lully, datata 2009, che è più barocca dello stesso musicista cui è, sia pure indegnamente e ruffianamente, dedicata.
Conoscere il Sardelli mi ha dato veramente molta gioia e, probabilmente, anche un po’ di acidità di stomaco.
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Dall’incommensurabile Don Zauker (santo subito!)
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E’ in linea l’intero "Don Zauker Talk Show".
Non fate quella faccia, sono oltre 700 Mb. di video, a caricarlo su un server via FTP bisogna mettercisi di Beata Pazienza, ma ne vale la pena (potete masterizzarlo su un CD, ci sta preciso preciso).
Quello che vedete nella finestra gentilmente offerta da quei galantuomini di GoogleVideo e’ solo un’anteprima, giusto la prima mezz’oretta.
Visto il successo che ha avuto il mettere in linea lo spot sul Brodo di Piccione, ho pensato fosse cosa gradita ai più segnalarvelo.
Insomma, scaricatelo da qui:
E ora leggetevi come viene presentato lo spettacolo dei Paguri (Emiliano Pagani e Daniele Caluri) in una farneticazione tratta dal loro www.donzauker.it
—-
E’ una feroce satira sul mondo dei salotti televisivi e dei falsi dibattiti, dove si passano ore e si spendono paroloni sul nulla, si discute di temi importanti senza un vero contraddittorio, si invitano attricette a parlare di economia e ci si azzuffa, per obbedire a un copione gia’ scritto e approvato in precedenza.
E l’argomento attorno al quale ruota e si sviluppa tutto lo spettacolo e’, manco a dirlo, la religione!
Vale a dire l’argomento tabu’ per eccellenza, almeno in un Paese come il nostro, governato da politici totalmente asserviti al Vaticano e soprattutto alla sua capacita’ di condizionare il consenso.
Basta.
Noi siamo convinti che, oggi come oggi, si avverta il bisogno di una satira che non abbia paura di rompere certi schemi dettati da buonismo e moderazione. Una satira che puo’ essere anche disturbante ma che non sacrifichi i suoi contenuti di fronte all’assurda pretesa di voler piacere per forza a tutti.
Gli ingredienti del talk show televisivo ci sono tutti: dal sondaggio di opinione agli spot pubblicitari, dal reportage giornalistico alle immagini a commento degli argomenti dei quali si discute.
In alcune occasioni ci siamo avvalsi anche di un gruppo di attori che interpretassero i vari ospiti: un politico dell’area moderata (un nazista), la scrittrice di best seller (un’oca petulante e insopportabile), un uomo della strada (ex galeotto scarcerato per miracolo, e proprio il giorno dell’indulto), un giovane rapper cattolico (un cerebroleso) e l’immancabile sacerdote (qui avvistatore professionista di madonnine che piangono).
Di questa versione è anche disponibile un DVD registrato dal vivo a Lucca nella meravigliosa cornice della Chiesa di S. Romano, chiesa ancora consacrata (almeno fino a quella sera).
Nelle altre occasioni siamo solo in due sul palco e portiamo avanti lo spettacolo autoproclamandoci "Testimoni dello Spirito". Dello spirito di Don Zauker, naturalmente!
Unico inconveniente, volendo fare satira sulla Chiesa Cattolica, dobbiamo costantemente modificare e aggiornare il nostro copione: stare al passo con le continue esternazioni dei vari vescovi/papi/parroci/politici/opinionisti fedeli a Santa Madre Chiesa è impresa veramente ardua!
Per questo il DON ZAUKER TALK SHOW è uno spettacolo in continuo divenire.
DON ZAUKER TALK SHOW, L’EVOLUZIONE CONTINUA!
Alla faccia di chi vuole negarla.