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Testi minimali come "Io penso sempre a te/mia cara Carolina" cantati con un accento inglese che non ha mai perso, secondo solo a Shell Shapiro, van Wood ci deliziò con canzoncine come "Hoi giocato tre numeri al lotto/venticinque sessanta trentotto", ma soprattutto con "Butta la chiave", una sorta di invito all’amata (che si chiamava Gelsomina) ad affacciarsi al balcone e a gettare la chiave del proprio cuore all’amato bene che aspettava sul portone con un "freddo da cani".
Era l’anti-Marinella, in cui il drudo si sarebbe stancato ben presto di aspettare la chiave per la fessura (evidente rimando di neanche tanto lontana matrice erotica) per non voler restare a congelare fuori.
Il povero Van Wood non è piàù qui a farci ridere con queste strofette semplici che ci divertivano e che, cantate oggi, non farebbero più ridere nessuno.
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