Urbino: storia di amore, di biglietti e di e-mail

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Autoritratto di Raffaello Sanzio (da www.wikipedia.org)

A Urbino, un professore dell’Università Carlo Bo si è innamorato di una studentessa.
Non ce la fa più a tenere celati i suoi sentimenti e, soprattutto, vorrebbe parlare con il giovane oggetto del suo amore senza la presenza di quella vita accademica che gli impedisce di avvicinarla con un po’ di calma.
Le consegna un biglietto in cui le scrive “Ti amo!” Nessuna avance di tipo sessuale, nessun contenuto sconveniente.
Glielo consegna dicendole che si tratta di informazioni relative all’attività universitaria. Lei lo legge dopo qualche tempo e trasecola.
Ma chi si indigna ancora di più è il fidanzato della signorina. Assieme a lei prima distribuisce fotocopie del biglietto incriminato stile volantinaggio, poi non contento, invia una mail al professore trattandolo da “pedofilo”, e mettendo in Copia Carbone una serie di altri destinatari. E’ stato querelato per diffamazione.
Il modello Facebook ha vinto ancora: tutto doveva essere pubblicato. Per difendersi da un affronto ricevuto non ci si rivolge a chi di dovere, no, ci si rivolge alla collettività (notoriamente sempre pronta a dar giudizi sommari) amplificando la diffusione di fatti, critiche e soprattutto giudizi. Più la gente sa e meglio è. Se la gente non sa è come se il fatto nemmeno fosse accaduto. E in questo caso ci voleva forse un po’ più di discrezione, non tanto per il Docente (che, comunque, non è un pedofilo se si innamora di una persona in età da università) quanto per la ragazza.
Il Docente, naturalmente, non ha commesso nessun reato. Non ci sono molestie, non ci sono frasi offensive, niente palpamenti, niente di niente. Però è passato per la disciplinare interna e ha ricevuto un richiamo pubblico.
Non ci si innamora delle studentesse, oh!