Perché sono favorevole all’amnistia

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Premetto che da un provvedimento di amnistia io avrei tutto da perdere e nulla da guadagnare, avendo presentato alcune querele alla magistratura come parte lesa, e rischiando, quindi, di non poter avere soddisfazione in sede penale.

Tuttavia, ecco perché sono favorevole all’amnistia che non ci sarà:

* non sarà e non potrà essere un’amnistia ad personam. Potrebbe essere, al contrario, un provvedimento contra personam, visto che se ne può escludere l’applicabilità per reati particolarmente odiosi o che destino allarme sociale.
Berlusconi potrebbe, dunque, non goderne. E se dovesse goderne sarebbe solo un rinviare di poco il momento di scontare la pena, visto che i tempi per una sentenza definitiva di altri due processi si stanno abbreviando (Caso Unipol e Caso Ruby) al punto che potrebbero inficiare alcuni dei benefici di cui Berlusconi dovesse godere o aver goduto.
Del resto, Berlusconi ha già goduto dell’applicazione dell’amnistia, la prima volta con l’accusa di falsa testimonianza, l’altra con quella di falso in bilancio per l’acquisto dei terreni di Macherio.
Quindi questi parlamentari che si scandalizzano farebbero bene a guardarsi un po’ alle spalle e ad informarsi.

* la situazione carceraria italiana è esplosiva. Bisogna fare qualcosa e farlo subito. Non ci sono né tempo né soldi per aspettare di costruire nuove carceri o di adeguare quelle esistenti alle esigenze contingenti, non ce la faremmo mai e i detenuti continuerebbero a suicidarsi;

* la situazione terribile dei detenuti in regime di carcerazione preventiva (cioè in attesa di processo), costretti a condividere la già penosa vita dei condannati definitivi, e l’uso disinvolto che ne fanno i magistrati, rende necessaria una revisione del codice di procedura penale. Che è uno strumento abbastanza buono, ma sul tema specifico fa acqua da tutte le parti;

* dunque, se si dovessero cambiare le regole del gioco (ovverosia le leggi che lo regolano) non si potrebbe fare a meno di annullare il gioco in corso, se non altro per rispetto di quanti hanno “giocato” con regole più sfavorevoli;

* l’amnistia conviene soprattutto per lo Stato, che è il primo a dover rispondere a se stesso per non essere stato capace di garantire che l’esecuzione della pena abbia avuto le finalità di recupero e di reinserimento previste dalla Costituzione.

Ecco.

Monòpoli di Stato

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Che uno si sveglia la mattina e pensa “Chissà che cos’avrà fatto il PD ieri? Beh, senz’altro avrà equilibrato la linea del partito con quella della giunta per le elezioni sulla decadenza di Berlusconi dal Senato.”

Macché. Sette parlamentari dl PD (nella fattispecie Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Matteo Biffoni, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno) si sono occupati, in nome e per conto di TUTTI gli elettori cui devono rendere conto (non solo quelli che hanno votato il loro partito) e di coloro che, pagando regolarmente le tasse (al contrario di quello che ha fatto il loro alleato di governo più prezioso) contibuiscono alla loro lauta retribuzione, si sono indignati per la nuova versione del Monopoli direttamente con l’ambasciatore USA.

Non si andrà più in prigione senza passare dal via, perché la casella della prigione sarà abolita. Non lo so, magari se ti arrestano in Parco della Vittoria tiri i dadi e se ti esce un numero dispari, o se becchi una probabilità o un imprevisto, ti dànno i domiciliari o l’affidamento in prova ai servizi sociali.

E poi saranno sostituite “le tradizionali proprietà immobiliari con pacchetti azionari di grandi multinazionali” (sarà dunque pieno di pre-adolescenti che si comprano la Apple in Vicolo Stretto!). Inoltre, “si passa dall’acquisto di immobili alla speculazione in Borsa“ eh no, non si può mica, il Monte dei Paschi di Siena e l’Unipol possono comprarli solo loro.

La nuova versione del gioco, in breve, sarebbe altamente diseducativa, perché arriva “ad esaltare la turboeconomia che ha aperto la crisi finanziaria del 2008, con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene neanche puniti”. Che è esattamente quello che accade ai politici italiani da sempre. E’ quello che accade a Lusi, già guardaconti dell’ex Margherita, partito confluito nel PD da quando il Giudice per le Indagini Preliminari di Roma Simonetta D’Alessandro, ne ha concesso gli arresti domiciliari presso il Santuario della Madonna dei Bisognosi vicino Carsoli in provincia de L’Aquila.

I sette estensori sarebbero, secondo quanto riportato da “La Stampa” di Torino, gli stessi che avrebbero scritto anche a Francesco De Gregori dopo la sua intervista rilasciata, ingravescentem aetatem, per annunciare la propria delusione da parte della sinistra. Anche qui lo hanno pregato di ripensarci. Adesso mando loro una mail. Chissà, magari scrivono anche a me.