Bibbiano: il sindaco Carletti torna libero. Scarcerata anche Lara Comi.

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Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti è tornato in stato di libertà e gli sono state revocate dalla Cassazione le misure cautelari inflittegli (in primo luogo l’arresto, poi la detenzione domiciliare e l’obbligo di dimora). Resta indagato per abuso d’ufficio, ma, questo sì, non doveva essere arrestato. Può aspettare da libero l’esito del processo a suo carico.

Anche Lara Comi è libera. Il 14 novembre scorso era stata posta agli arresti domiciliari nell’ambito della seconda parte dell’inchiesta denominata “mensa dei poveri”. Il tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare che l’affliggeva. Resta indagata anche lei per corruzione e truffa ma non per finanziamento illecito. Le è stato disposto il divieto di esercitare l’attività di impresa o di assumere cariche direttive o di ricoprire uffici direttivi per sei mesi.

Ora, di fronte a casi così eclatanti di ingiusta detenzione viene spontaneo chiedersi “e pensarci prima no??” Voglio dire, non è che un sistema può funzionare secondo la logica del “intanto comminiamo una misura cautelare, poi l’indagato avrà tutto il tempo e il modo di dimostrare nelle sedi opportune che quella misura era ingiustificata”. Siamo nel 2020 e viviamo in uno stato di diritto. Mi si dirà che nei casi in questione lo stato di diritto ha funzionato, perché sia la Cassazione che il Tribunale del Riesame hanno ripristinato l’equilibrio della bilancia della giustizia rispetto alle persone indagate. Che però si sono fatte rispettivamente 6 mesi e 15 giorni di detenzione non dovuta. Innocenti o colpevoli che siano. E il fatto che siano innocenti o colpevoli lo stabilisce un processo in cui avranno il diritto di difendersi dalle accuse.

Vale per loro. Vale per tutti.

La solidarietà a Matteo Renzi #siamotuttiMatteoRenzi?

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Ieri è successo che, mentre stavamo aspettando il responso del popolino della rete che ha messo al sicuro le chiappe del Ministro dell’Interno, sono stati arrestati i genitori dell’ex Primo Ministro Matteo Renzi. Una volta posti ai domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni, la notizia è diventata subito, come si dice in questi casi, “virale”. Talmente virale che su Twitter si è scatenata una vera e propria gara di solidarietà nei confronti dell’ex capo del governo. Come se l’arrestato fosse lui. Ora, voglio dire, io capisco l’empatia che può nascere da una notizia del genere, ma che le colpe dei padri possano in qualche modo ricadere sui figli è un Dio che è morto da quel dì. Mi sono immerso in questo sciropposo liquame buonista e ho trovato il commento di uno che diceva che era vergognoso che i genitoria siano stati arrestati nel momento in cui il figlio si trovava a più di 600 Km. di distanza per lavorare. Non era andato a lavorare, Matteo Renzi, ma a presentare il suo libro a Torino (appuntamento poi annullato) e la presentazione di un libro, fino a prova contraria, è propaganda (a se stessi o al libro, si veda il caso), non lavoro. Anche se i suoi soldini se li sarà senz’altro guadagnati. L’ho fatto presente e mi hanno detto che non ho presente che cosa sia un lavoro intellettuale. Cioè, lo hanno detto a me! E va beh, così sia. Nessuno ha detto, come si dovrebbe dire in questi casi, che c’è il Tribunale del Riesame, e che i coniugi Renzi possono far valere le proprie opposizioni al provvedimento del GIP in quella sede, magari, se proprio ci tiene, augurando loro miglior fortuna. No, c’è gente che ha persino insinuato (come ha fatto lo stesso Renzi su Facebook) che la singolare coincidenza temporale dell’arresto dei genitori di Renzi e del processo di piazza con assoluzione piena a Salvini non sia poi una coincidenza vera e propria, rimestando nel torbido e riportando alla luce quella giustizia ad orologeria tanto cara al berlusconismo d’antan, cosa che non si addice affatto a tutto ciò che ha a che fare con Matteo Renzi. O magari sì, si veda il caso. Fatto è che ovunque si leggono hashtag deliranti tipo #siamotuttiMatteoRenzi (parlino per sé, i miei genitori non sono mai stati posti agli arresti domiciliari!) oltre all’inevitabile #iostoconMatteoRenzi (ma non si sa che cosa abbia fatto Matteo Renzi o quale sia il suo ruolo in questa vicenda). Forse qualcuno pensa che hanno colpito i genitori per colpire il figlio, una sorta di giustizia che, come una scheggia impazzita, prescinde da un concetto fondamentale: la responsabilità penale è personale (cioè, nessuno paga al posto di un altro). E il piagnisteo continua. gli hashtag sono i più utilizzati su Twitter, di Salvini salvo ormai non si ricorda più nessuno e il piagnisteo continua. Non c’è nessuna gogna né ingiusta né aberrante per Matteo Renzi, rendiamocene conto. Forse così facendo potremmo ricominciare a parlarne a mente serena.

Qualcuno spieghi a Salvini

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screenshot da "La Stampa"
screenshot da “La Stampa”

Tranquillo” era un bravòmo. Untifidà’ era meglio. Il detto livornese non suona esattamente così ma io l’ho riadattato.

E detto questo qualcuno spieghi al sen. e ministro dell’Interno Matteo Salvini che non è con la tranquillità e con il consenso degli italiani che si cancellano le sentenze del Tribunale del Riesame, e che i sequestri non si fermano. Spiegategli anche che i poteri dello stato sono separati proprio per questo, perché anche chi ha ricevuto la maggioranza del mandato popolare, poi, se ha percepito 49 milioni indebitamente e il tribunale lo stabilisce, li deve restituire.

Chi, in queste cose, è “tranquillo” o è un incosciente, imprudente, irresponsabile, avventato, scriteriato o sa di avere qualcosa da nascondere.