Il sangue della Diaz

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repubblica

Ora sappiamo. Sappiamo che il sangue sui pavimenti della Diaz non è stato versato perché le vittime si sono sbucciate i ginocchi mentre giocavano a rincorrersi, ma che tutto “deve essere qualificato come tortura” e che i colpevoli restano impuniti.

E sappiamo anche che “Questo risultato non è imputabile agli indugi o alla negligenza della magistratura, ma alla legislazione penale italiana che non permette di sanzionare gli atti di tortura e di prevenirne altri“.

E siccome l’articolo 3 della Carta per i Diritti dell’Uomo stabilisce che “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti” il fatto di non avere una normativa penale sulla tortura crea un vuoto legislativo grosso come una voragine, perché non permette di proteggere le eventuali vittime di reato.

Lo Stato di diritto è assente. O, se si vuole, è presente sotto forma di una propostina alla Camera, che istituisce il reato di tortura e lo punisce con pene da 4 a 10 anni di reclusione (si può arrivare all’ergastolo se dalla tortura deriva la morte). E’ come riconcorrere la Maserati Biturbo della storia con un ciucciariello. Sono 14 anni che a Genova lo Stato si è erto a giudice sommario e violento di cittadini inermi e incapacitati a difendersi. Gli stessi cittadini che gli erano stati affidati per trovare rifugio. E noi rispondiamo con un testo di legge lodevole nei contenuti, ma estremamente inadeguato e improponibile nella tempistica. E’ una risposta beffarda, quella del Premier Renzi in esame alla Camera, perché arriva dopo una sentenza inequivocabile della Corte di Strasburgo, e non ci venga a dire il piccolo twittatore fiorentino che questo bicchier d’acqua possa placare la sete di diritto che non può non avere dei nomi e dei cognomi, lui che ha confermato (era stato nominato da Letta, in accordo con l’allora ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni) l’ex capo della polizia De Gennaro ai vertici di Finmeccanica. Non si chiudono così le partite con i principii di diritto.

E su quel sangue della Diaz c’è chi non ha mai smesso di piangere.