372 total views, 1 views today
Vent’anni fa moriva Enzo Tortora.
Non voglio fare il patetico dicendo che l’ho conosciuto, anche se è vero, perché parlare cinque minuti con un personaggio come lui, solo perché ci si trova nello stesso ascensore e si va allo stesso piano, non vuol dire intrattenere un rapporto di conoscenza e/o amicizia.
Però di giustizia si può morire davvero, ed è quello che è successo a lui.
E forse non solo a lui. Forse anche a tanti che di giustizia non sono morti fisicamente ma hanno perduto qualcosa dentro che stentano a ritrovare.
Mentre i magistrati che lo hanno ammazzato (e che non vanno certo ad "ammazzare" i Mammasantissima che siedono in Parlamento) hanno avuto promozioni importanti, e importa poco se il "promoveatur ut amoveatur" valeva anche per loro, guadagnano fior di quattrini e se ne fregano.
E’ uscito un bel libro, rigoroso e pieno di documentazione, come quelli che piacciono a me, di Vittorio Pezzuto, per Sperling & Kupfer. Ha una brutta copertina ma a parte questo sono 15 euro spesi bene. Si intitola "Applausi e sputi. le due vite di Enzo Tortora". Compratevelo se volete fare un favore a voi stessi.
"Io sono innocente. Spero, dal profondo del mio cuore, che lo siate anche voi."