Enzo Tortora: di giustizia si muore

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Vent’anni fa moriva Enzo Tortora.

Non voglio fare il patetico dicendo che l’ho conosciuto, anche se è vero, perché parlare cinque minuti con un personaggio come lui, solo perché ci si trova nello stesso ascensore e si va allo stesso piano, non vuol dire intrattenere un rapporto di conoscenza e/o amicizia.

Però di giustizia si può morire davvero, ed è quello che è successo a lui.

E forse non solo a lui. Forse anche a tanti che di giustizia non sono morti fisicamente ma hanno perduto qualcosa dentro che stentano a ritrovare.

Mentre i magistrati che lo hanno ammazzato (e che non vanno certo ad "ammazzare" i Mammasantissima che siedono in Parlamento) hanno avuto promozioni importanti, e importa poco se il "promoveatur ut amoveatur" valeva anche per loro, guadagnano fior di quattrini e se ne fregano.

E’ uscito un bel libro, rigoroso e pieno di documentazione, come quelli che piacciono a me, di Vittorio Pezzuto, per Sperling & Kupfer. Ha una brutta copertina ma a parte questo sono 15 euro spesi bene. Si intitola "Applausi e sputi. le due vite di Enzo Tortora". Compratevelo se volete fare un favore a voi stessi.

"Io sono innocente.  Spero, dal profondo del mio cuore, che lo siate anche voi."