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Denti di fiori, culla di rugiada
mani di erbe, e tu, nutrice fina
peparami lenzuola della terra
e il copriletto cardoso dei muschi.
Nutrice mia, portami a letto, dormo.
Mettimi una lampada al capezzale
una costellazione, quella che vuoi,
van bene tutte, abbassala un pochino.
Lasciami sola: si rompono i germogli,
ti dondola dall’alto un pie’ celeste
e un passero che traccia i suoi spartiti
per il tuo oblio. Grazie. Ah, ancora…
Se chiama lui, di nuovo, per telefono
digli che non insita. Sono già andata.
(C) Valerio Di Stefano 2012
Testo originale:
Dientes de flores, cofia de rocío,
manos de hierbas, tú, nodriza fina,
tenme prestas las sábanas terrosas
y el edredón de musgos escardados.
Voy a dormir, nodriza mía, acuéstame.
Ponme una lámpara a la cabecera;
una constelación; la que te guste;
todas son buenas, bájala un poquito.
Déjame sola: oyes romper los brotes…
te acuna un pie celeste desde arriba
y un pájaro te traza unos compases
para que olvides…Gracias. Ah, un encargo:
si él llama nuevamente por teléfono
le dices que no insista, que he salido.
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