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Devo ammettere che non mi è mai stato troppo simpatico Richard Stallman, santone e guru del movimento open source.
Non perché in un qualsivoglia movimento non ci sia bisogno anche di filosofeggiare e di trarre teorie dagli spunti pratici, anche se sarebbe preferibile trarre spunti pratici dalle teorie. Che ne so, sensazioni a pelle.
Poi si invecchia. Tutti, voglio dire, mica solo Stallman, e la si smette (sia pure con fatica) di fare i bischeri.
Durante la notte bianca contro il provvedimento dell’AGCOM sul copyright in rete, l’intervento di Stallman è stato certamente il più lucido e il più applaudito. Ha parlato senza mezzi termini, senza peli sulla bocca e, soprattutto, in modo chiaro. Mia moglie, che stava cenando e lo ascoltava, ha lasciato cadere la forchetta per poco non mi ha detto “Sì, e adesso vogliamo l’Istria e la Dalmazia!!”
Si è fatto tradurre dalla conduttrice (taaaaaanto caruccia, vero…) scandendo le parole una per una che sembrava un dettato del corso di inglese su dischi di Selezione dal Readers’s Digest, e poi l’ha corretta dicendo che lui non voleva dire “contenuti” ma “lavori”.
Ogni tanto vale la pena sentire Stallman, se vi capita…
Non perché in un qualsivoglia movimento non ci sia bisogno anche di filosofeggiare e di trarre teorie dagli spunti pratici, anche se sarebbe preferibile trarre spunti pratici dalle teorie. Che ne so, sensazioni a pelle.
Poi si invecchia. Tutti, voglio dire, mica solo Stallman, e la si smette (sia pure con fatica) di fare i bischeri.
Durante la notte bianca contro il provvedimento dell’AGCOM sul copyright in rete, l’intervento di Stallman è stato certamente il più lucido e il più applaudito. Ha parlato senza mezzi termini, senza peli sulla bocca e, soprattutto, in modo chiaro. Mia moglie, che stava cenando e lo ascoltava, ha lasciato cadere la forchetta per poco non mi ha detto “Sì, e adesso vogliamo l’Istria e la Dalmazia!!”
Si è fatto tradurre dalla conduttrice (taaaaaanto caruccia, vero…) scandendo le parole una per una che sembrava un dettato del corso di inglese su dischi di Selezione dal Readers’s Digest, e poi l’ha corretta dicendo che lui non voleva dire “contenuti” ma “lavori”.
Ogni tanto vale la pena sentire Stallman, se vi capita…