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Difendersi dalla diffamazione e dall’ingiuria è estremamente semplice.
Se ci si sente offesi da qualcuno si invocano gli articoli 594 (ingiuria) e 595 (diffamazione) del Codice Penale, si va dal magistrato, si espongo i fatti, si querela chi ha profferito quelle parole, si firma il relativo verbale e cominciano le indagini. Se no basta anche scrivere per conto nostro quel che è successo, autenticare la firma in comune, e spedire il tutto per raccomandata.
A Spoltore, comune in provincia di Pescara, a pochi chilometri da dove io vivo, le cose sono un po’ più complicate.
L’amministrazione comunale guidata dal Democratico Luciano Lorito ha emesso una delibera, per cui “Previa consultazione col legale di fiducia dell’ente”, la dirigente del Settore Servizi alla Persona e Contenzioso sarà incaricata di monitorare ogni mese blog, social network (Twitter, Facebook e quant’altro) per vedere se esistano delle offese che vadano a ledere la dignità dei dipendenti comunali e degli amministratori.
In caso affermativo, dice i documento “si procederà senza ulteriori avvivi e/o atti”.
Le domande sorgono innocenti e spontanee:
a) Perché questa azione di controllo e di ricognizione è dedicata solo al web? Non potrebbe darsi che le offese di cui sopra possano venir veicolate, ad esempio, attraverso la stampa, la radio e la televisione? E quelli chi li controlla??
b) Quanto costa al contribuente un team che vada a setacciare TUTTE le risorse descritte, premesso che una sola persona non potrebbe farlo?
c) Non esiste forse l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di opinione (di cui fa parte il diritto di critica) con OGNI MEZZO??
d) Si potrebbe dare il caso che cittadini che hanno solo CRITICATO l’operato dell’amministrazione comunale di Spoltore usando il web come veicolo del proprio pensiero possano trovarsi un giorno indagati SOLO perché il sentire di chi è addetto al controllo vede quelle CRITICHE come delle OFFESE?
E in ultimo, a chi fa paura il web?