Il “pacco sorpresa” di Nannucci

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C’erano una volta quelli che compravano i dischi (i 33 giri, sì, insomma, gli LP) da Nannucci a Bologna.

Per noi che vivevamo in provincia, e che i negozi di dischi più forniti erano a 30 km., in città, comprare da Nannucci era una vera manna. Soprattutto perché eravamo assetati di (buona) musica, ma sempre privi di quattrini. Certo, i più facoltosi compravano bootleg e dischi di importazione da Carù, altro storico store che vendeva per corrispondenza (non c’era Amazon, allora), ma per noi proletari Nannucci era il massimo.

Ogni volta che arrivava il nuovo catalogo di Nannucci, era come se ti si aprisse un mondo sfavillante, pieno di occasioni e di offerte speciali che cominciavano da 1900 lire, che erano poche anche allora. Mi ricordo sempre che a quel prezzo c’era giusto “La cantata dei pastori” della Nuova Compagnia di Canto Popolare, titolo che mi accaparrai in una ordinazione, diventando orgoglioso proprietario della versione autentica di “Tu scendi dalle stelle”, che altro non era che una canzone tradizionale napoletana intitolata “Quanno nascette ninno”, nell’interpretazione incomparabile di Peppe Barra.

Ma se osavi due lire in più, c’era sempre qualcosa di purtuttavia accattivante. Ri cordo di aver comprato a 3900 lire (una bazzecola confronto al valore dell’opera) un meraviglioso “Novella” dei Renaissance, che conservo ancora. A tutt’oggi “The Captive Heart” mi mette i brividi.

Insomma, c’era una vasta scelta. E poi, se volevi, c’erano anche i titoli a prezzo intero. Non so come facesse Nannucci a fare quei prezzi. O ne avevano molte copie, o non li vendevano, oppure erano copie si serie B perché presentavano una stellina bucata sulla copertina, un taglietto laterale, tutta roba che a malfatica si vedeva e che, per noi che volevamo il disco in vinile da posare sul piatto, non costituiva certo un impedimento.

Una delle trovate più geniali che la mente di Nannucci abbia partorito è stata sicuramente quella del PACCO SORPRESA. Con 9900 lire (una diecimila, insomma, appena appena la benzina per andare di qui a lì), spese di spedizione incluse, ricevevi ben 10 LP a loro insindacabile scelta. Non era previsto il diritto di recesso, allora, e quello che ti toccava ti puppavi. Io e Bico (l’amico di sempre) facemmo queto ragionamento: se anche c’è un solo titolo valido, ce lo siamo ripagati. Mettemmo 500 lire per uno, e le 100 lire che vanzavano le sputtanammo ai videogiochi, in attesa che arrivasse la corposa spedizione.

Ci trovammo dentro un LP di poesie lette e declamate da Gino Cervi, tra cui l’olimpica “Salve, Piemonte!” di Giosuè Carducci (l’antesignano dell’audiobook!) e uno Zecchino d’Oro del 1972, ma ben tenuto e come nuovo di trinca. Il resto sinceramente non me lo ricordo, doveva essere della disco music, e nemmeno di eccellente qualità. Ma fummo molto felici di non aver sperperato poi tutti questi denari al vento.

A Nannucci telefonai una decina di anni fa, e mi feci mandare l’opera completa di Bach a un prezzo da stracciarolo (ultima copia rimasta). Poi più nulla. Voglio dire, Nannucci, dopo una breve presenza sul web, ha chiuso. Niente più cataloghi semestrali e niente più pacchi sorpresa. Forse doveva andare così. Forse no. Ma eccomi qui a rendere omaggio a quello storico fornitore che mi ha regalato (o venduto a prezzi convenienti) quasi tutti i miei dischi. E addio pacco sorpresa!