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Premetto che da un provvedimento di amnistia io avrei tutto da perdere e nulla da guadagnare, avendo presentato alcune querele alla magistratura come parte lesa, e rischiando, quindi, di non poter avere soddisfazione in sede penale.
Tuttavia, ecco perché sono favorevole all’amnistia che non ci sarà:
* non sarà e non potrà essere un’amnistia ad personam. Potrebbe essere, al contrario, un provvedimento contra personam, visto che se ne può escludere l’applicabilità per reati particolarmente odiosi o che destino allarme sociale.
Berlusconi potrebbe, dunque, non goderne. E se dovesse goderne sarebbe solo un rinviare di poco il momento di scontare la pena, visto che i tempi per una sentenza definitiva di altri due processi si stanno abbreviando (Caso Unipol e Caso Ruby) al punto che potrebbero inficiare alcuni dei benefici di cui Berlusconi dovesse godere o aver goduto.
Del resto, Berlusconi ha già goduto dell’applicazione dell’amnistia, la prima volta con l’accusa di falsa testimonianza, l’altra con quella di falso in bilancio per l’acquisto dei terreni di Macherio.
Quindi questi parlamentari che si scandalizzano farebbero bene a guardarsi un po’ alle spalle e ad informarsi.
* la situazione carceraria italiana è esplosiva. Bisogna fare qualcosa e farlo subito. Non ci sono né tempo né soldi per aspettare di costruire nuove carceri o di adeguare quelle esistenti alle esigenze contingenti, non ce la faremmo mai e i detenuti continuerebbero a suicidarsi;
* la situazione terribile dei detenuti in regime di carcerazione preventiva (cioè in attesa di processo), costretti a condividere la già penosa vita dei condannati definitivi, e l’uso disinvolto che ne fanno i magistrati, rende necessaria una revisione del codice di procedura penale. Che è uno strumento abbastanza buono, ma sul tema specifico fa acqua da tutte le parti;
* dunque, se si dovessero cambiare le regole del gioco (ovverosia le leggi che lo regolano) non si potrebbe fare a meno di annullare il gioco in corso, se non altro per rispetto di quanti hanno “giocato” con regole più sfavorevoli;
* l’amnistia conviene soprattutto per lo Stato, che è il primo a dover rispondere a se stesso per non essere stato capace di garantire che l’esecuzione della pena abbia avuto le finalità di recupero e di reinserimento previste dalla Costituzione.
Ecco.