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“Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po’ più di destra
ma un figone resta sempre un’attrazione
che va bene per sinistra o destra”
(Giorgio Gaber, Destra-sinistra)
“Radiorama”, l’organo ufficiale dell’AIR, Associazione Italiana Radioascolto, non si pubblica più su supporto cartaceo.
E’ un PDF che tutti possono scaricare. Quindi io l’ho fatto.
Il numero 26 della “rivista” ha una caratteristica strana, non presenta la data in cui è stato pubblicato. Né sulla copertina, né nelle pagine interne.
Della copertina parlerò tra poco. Per il resto colpisce questo limbo radiantistico-temporale diffuso.
Il numero è presentato da Bruno Pecolatto. Sentiamo un po’ cos’ha da dirci (come dicevano quelli delle stazioni radio in lingua italiana quando conducevano la posta degli ascoltatori):
“Un numero sempre ricco di notizie e curiosità che, assieme al BLOG AIR-RADIORAMA, letto in 151 paesi del mondo, oltre 1700 pubblicazioni, oltre 850.000 visualizzazioni ed il Gruppo su Facebook che sfiora le 4000 presenze ci consente una disseminazione globale della Cultura del Radioascolto.”
Pecolatto parla di 850.000 visualizzazioni ottenute dal blog. Un numero decisamente discutibile. Cosa sono le “visualizzazioni”? Semplice, dovrebbero essere le volte in cui un sito viene visualizzato (sulla home page o su una pagina non importa). Ma questo non significa che sono state 850.000 le persone che hanno visitato quel sito, perché una persona può avere cliccato su più pagine. Se mi mettessi a cliccare in continuazione sulle pagine di questo blog per cento volte avrei aggiunto 100 visualizzazioni al numero globale delle mie statistiche. Ma sarei sempre e soltanto UN visitatore.
E poi gli utenti possono entrare più volte in una settimana o in un mese, quindi il dato è assolutamente inutilizzabile. Una domanda più corretta potrebbe essere “Quanti visitatori unici ha ottenuto il blog di Radiorama dalla sua nascita ad oggi??”
E per visitatori unici non intendo gli IP (che possono cambiare di giorno in giorno), ma proprio “quante persone”. A questo nessuno può rispondere, neanche l’AIR. A meno che non si fidi di quei contatorini gratuiti che spopolano in rete.
“4000 presenze” su Facebook. Però, niente male. Già, però come mai di questi 850.000 accessi e di queste 4000 presenze (a questo proposito sarebbe interessante sapere quanti sono soci AIR, è comodo fare un clic su “Mi piace”) SOLO 31 (come ho dimostrato nell’articolo scorso) sono quelli che seguono l’AIR su Twitter??
31 su 4000 corrisponde allo 0,775%. Praticamente una percentuale da Sinistra e Libertà senza il Partito Democratico.
E’ uno squilibrio enorme. Io che mi accontento di 446 “amici” su Facebook, eche ho 81 “followers” su Twitter, raggiungo il 18,36% delle quote. Praticamente sono già in Parlamento.
E della chiavetta USB vogliamo parlare? Vendono una chiavetta USB con i numeri di Radiorama in PDF dal 2004 ad oggi. Va bene, è un loro diritto, la rivista è loro, e se qualcuno gliela compra, in qualsivoglia forma sia, buon per loro, se no tanti saluti e sono, è la legge del mercato.
Ma, cielo, un non socio paga 24,90 euro, gli volete dire qual è la capienza della chiavetta? 2Gb? 4? 8? 16?? Non si sa.
Ma veniamo alla “disseminazione globale della Cultura del Radioascolto”. La copertina l’avete vista tutti, ora io non è che mi scandalizzi per una bella gnocca, tutt’altro, ma, voglio dire, una volta Radiorama metteva in copertina una QSL, la foto di un socio in visita a qualche centro emittente, una radio d’epoca, un raduno radioamatoriale, antenne, trasmettitori, gettonatissima l’antenna del dito del Papa della Radio Vaticana. Ecco, siamo passati dalla Radio Vaticana a queste popo’ di sventole che, per carità, apprezzabilissime, ma uno si chiede cosa c’entrino con il radioascolto. Ve lo immaginate il WRTH che invece delle consuete copertine scegliesse Miss Danimarca in costume da bagno? O Klingenfuss che mostra le grazie perizomate di una biondona teutonica che spumeggia lussuria come una birra nel boccale?
Che uno dice, “Ma no, ma quello è solo un esempio di cosa si può ricevere con il digital SSTV!” Ho capito, ma non è che uno “riceve” esattamente Biancaneve e i sette nani. O una fotografia di prova. Quella lì non mi pare che somigli proprio a Guglielmo Marconi!
Quindi la patata bollente per l’AIR, tanto per cambiare, è rispondere alla domanda: “A cosa serve?”
A cosa serve censurare un socio perché ha scritto una frase latina ritenuta offensiva in una mailing list se poi si pubblica una signora discinta nella copertina del proprio organo ufficiale?
A cosa serve dare regole di ferro come quella di non parlare di niente che non sia radio, quando questa donzella con la radio c’entra come il due di spade quando comanda coppe??
A cosa serve invocare la “Cultura del Radioascolto” (maiuscolo, si badi bene!!) quando la radio serve per guardare un paio di tette e non per informarsi, per capire il mondo, per avere contatto con realtà diverse e uguali (ormai la gente non ascolta più neanche la RAI)??
E’ la “disseminazione globale”, bellezze!