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Cos’è la polemica sterile e fine a se stessa? Non è il non essere d’accordo, come pensano in tanti (troppi!), ma il costringere l’interlocutore (volente o nolente) a non poter rispondere per il semplice fatto che quell’argomento con esiste.
Prendiamo, per esempio, Daniela Santanché su La7 a “Omnibus” che dice: “Pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera!”
Lei lo ha detto così. Nel titolo (ma solo nel titolo) il Corriere lo ha sostituito con “coraggio” (chissà perché, visto che si tratta di una citazione riportata da un personaggio pubblico che l’ha pronunciata in televisione), mentre “il Mondo” lo ha più cortesemente messo tra virgolette. Petite politesse solennelle.
Tutti sanno che non si tratta di avere le palle o meno, ma di ordinamento.
Berlusconi è alla sua prima condanna. Tre anni sono stati indultati grazie alla bellissima idea dell’amico Mastella di concedere un indulto che non serviva a niente e a nessuno. Per scontare questa pena residua può (se lo vuole) chiedere gli arresti domiciliari o l’affidamento in prova ai servizi sociali. Se non vuole né gli uni né gli altri va in carcere. E non perché ce lo mandi qualcuno, con le palle o senza, ma perché lo sceglie lui.
E quante palle ci vogliono a stare nella stessa formazione politica di un pregiudicato?