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Noi italiani siamo un popolo invidioso e vendicativo.
Cosa c’entrava che gli austriaci da decenni avessero un loro concerto di Capodanno fatto con musiche dei LORO musicisti e diretto fino agli anni 70 da un LORO direttore d’orchestra (Willy Boskowski) per ricordare la LORO storia?
Minchia, dovevamo farlo anche noi un concerto su quello stile, con le musiche dei NOSTRI musicisti. Cosa c’entra il bel Danubio blu? E perché la Marcia di Radetzki?? E com’è che siamo costretti a sorbirci il Valzer dell’Imperatore??? Quelli suonano e noi siamo qui a guardare.
Siamo bravi anche noi a farci il nostro bravo concerto di Capodanno dalla Fenice di Venezia.
Intanto il battimani finale lo facciamo sul “Libiamo Libiamo” di Verdi, così anche i giapponesi che pagano fior di quattrini il biglietto sono contenti. E mettiamo loro sopra anche qualche inquadraturina della RAI.
Il “Va’ pensiero”, sempre di Verdi, deve PER FORZA esser suonato in guisa di valzerino anche lui. Cosa ci combina se nelle indicazioni esecutive Verdi aveva scritto “Grave”, “sottovoce” e “con dolore”, se stai a guardare tutto quello che ha scritto Verdi non ne esci più vivo. Facciamolo in ùn-duettré, un-duettré e chiusa lì.
L’ultimo bis? Ma che domande, l’Ouverture dal “Guglielmo Tell” di Rossini. Però siccome è bella, allora la tagliamo. Invece di farla cominciare dall’assolo di violoncello prendiamo direttamente trombe e tromboni dell’allegro vivace e quello che c’era prima chi se ne frega. Tanto, voglio dire, ce ne freghiamo altamente di quello che aveva scritto Verdi che facciamo brutta figura proprio con Rossini? No, no, via, via, tagliare!
E facciamoglielo vedere al mondo intero che ce l’abbiamo anche noi la nostra um-pa-pà-Musik!