Roseto degli Abruzzi: oltre 104 contagiati. A Voltarrosto quattro classi in presenza. DAD per Cologna Spiaggia

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Riporto di seguito l’intervento di ieri del Sindaco di Roseto degli Abruzzi su Facebook:

Buonasera . Comunico che, a seguito di ulteriori comunicazioni pervenutemi dalla ASL di Teramo, il numero dei residenti positivi è salito a 104 persone.
La dirigente scolastica del II° circolo mi ha comunicato che lunedì riprenderanno le lezioni in presenza per quattro classi della scuola elementare di Voltarrosto; rimarrà in didattica a distanza solo la quinta classe per cautela , mancando ancora il risultato di alcuni accertamenti.
La dirigente scolastica del I° circolo, d’intesa con me, disporrà invece da lunedì la didattica a distanza per tutti gli alunni del plesso di Cologna Spiaggia , essendo emerse alcune positività , seppure da riscontrare, a carico del personale e di alcuni alunni ; ciò per cautela ed in attesa delle indicazioni e decisioni che i sanitari della ASL riterranno di dare nei prossimi giorni.
Sfuggono ancora ad un censimento preciso della ASL le positività accertate presso alcuni laboratori privati , sicchè il numero dei positivi ragionevolmente può considerarsi sottostimato.
Torno a raccomandare a tutti il rispetto delle note cautele nell’agire quotidiano.

Roseto: il culo come volontà e rappresentazione

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aloisi

Un culo è un culo. E un culo che sia un culo si chiama “culo” proprio perché è un culo. Non si chiama “lato B” o “le terga”. O “sedere”, giusto per addolcire.

Ciò premesso, accade anche in questa Roseto, piccolo mondo di un mondo picccolo come la chiamerebbe Giovannino Guareschi, in questa ridente cittadina che sempre meno ha da ridere, che un consigliere comunale, nonché segretario locale del PD, tale Simone Aloisi posti (“un po’ per celia un po’ per non morir”, direbbe la Butterfly) su Facebook un selfie che lo ritrae sdraiato su un lettino, con accanto un culo femminile altrove definito “scultoreo” (per noi è un culo e basta). Pochi minuti e il popolo di Facebook, che, si sa, è implacabile sia quando dà dei giudizi positivi che quando dà dei giudizi negativi, si è tuffato a mani basse a difendere il consigliere comunale, oppure a stigmatizzare il contenuto sessista dell’immagine. Alla fine le spiegazioni di Aloisi: “Noto che da uno scherzo tra amici si è scatenato un polverone più grande del previsto, ovviamente chiedo scusa se ho potuto urtare la sensibilità di qualcuno ma di certo non era questa la mia intenzione, è chiara una cosa: il mio ruolo mi impone di mantenere un certo self-control, da oggi in poi cercherò di ricordarmelo. Non ho intenzione di cambiare per colpa della politica, continuerò a scherzare come ho sempre fatto”. Insomma, scherzava e poi, come spessso succede, il gioco gli è sfuggito di mano. Tanto che, adesso, pentito, il post è stato rimosso dal suo profilo Facebook (già, ma se scherzava e se non trova nulla di male in quello che ha fatto perché non l’ha lasciato?).

Fin qui i fatti. Per carità, può capitare a tutti “un momento di fosforescenza” (come scriveva Eduardo De Filippo in “Napoli Milionaria”) e di goliardia senza freni. E, in fondo, dicevamo, non c’è proprio nulla di male in quello che ha fatto l’esponente locale del PD. Già, è vero: non c’è niente di male. Ma non c’è nemmeno niente di bene. Voglio dire, che valore ha una azione di questo genere? Nessuno. Non è una cosa morale o immorale, no, è una cosa del tutto a-morale, che non ha un perché, non ha una causa, non ha una spinta all’origine, non ha niente di niente se non l’effetto dirompente di provocare delle reazioni (ma, in fondo, mi viene da pensare che la bravata sia stata organizzata a bella posta proprio per questo, per vedere di nascosto l’effetto che fa). In fondo tra fotografarsi con un culo a fianco e andare in giro vestite di tutto punto, attopatissime, con un tacco veriginoso, l’andatura ancheggiante e il seno strippato al punto di esplodere, non c’è molta differenza. Tutti e due gli atti hanno un solo scopo finale: quello di essere guardati.

E allora scatta la domanda successiva: cosa me ne frega a me di con chi vai a trascorrere una giornatina sul mare e se questa amica ha, per inciso, un gran bel culo? Ma saranno ben affari tuoi e del tuo privato. Io cosa c’entro? Io mi trovavo su Facebook a leggere il tuo profilo perché, oltretutto, c’è la non piccola discriminante che sei un personaggio pubblico. Tutto lì. Invece mi ritrovo questo cupolone che non dice nient’altro che “Guardami, sono qui.” Va bene, lo vedo che ci sei, e allora?? Niente, nessuna risposta oltre alla mera e banale constatazione dell’esistenza.

La rete, per fortuna, ha la memoria lunga. Ma anche i rosetani che vanno a votare a volte non scherzano.

 

A distanza di pochi minuti dalla messa in linea di questo articolo, l’amico Pasquale Bruno Avolio mi comunica che il post originale non è stato rimosso da Facebook (grazie, prendo atto e correggo) e che la proprietaria del culo ha rivelato coram populo la sua identità. Prendo atto anche di questo e mi nauseo.

Un nuovo (ennesimo!) punto scommesse a Roseto degli Abruzzi

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A Roseto degli Abruzzi sta prendendo il via un nuovo centro di scommesse di una catena in franchising. Che io sappia che ne sono almeno altri tre o quattro.

Ci sono passato davanti l’altra sera, ho scattato lì davanti all’entrata, e la cosa pare che sia stata “tollerata” e non “gradita” da chi stava lavorando alla vetrina. E’ chiaro, la gente scatta foto e selfie con chiunque, mette su Facebook tutto il bambinàme possibile, poi però si stranisce se uno fotografa una vetrina di un negozio regolarmente posto sulla pubblica via. Un po’ come quelli che ti dicono che non puoi prendere loro il numero di targa perché c’è la privacy.

Che dire? Spero che chi l’ha aperto con entusiasmo abbia anche il suo ritorno economico.

Però questi centri scommesse e ricevitorie varie cominciano a spuntare come i funghi. Assieme ai compro-oro e alle rivendite di sigarette elettroniche, liquidi, aromi e pseudonicotinàme assortito.

Ci si potrebbe fare una riflessione. Magari (dico, non sicuramente, ma magari) Roseto è un paese di personcine nervosette che si aggrappano alla sigaretta, non sanno smettere e sono costrette a far ricorso ai surrogati. Hanno anche pochi soldi, si vanno a rivendere sottoprezzo l’argenteria di casa, la catenina della nonna o la presentosa della zia Cesira (cosa sia la presentosa, vi chiederete, va beh, poi ve lo spiego), e vanno a scommettere.

Ecco, questo non capisco. Scommettere. Oh, per carità, ognuno ha il diritto di aprire tutti i centri scommesse che vuole, ci si mette sopra una vetrofania con un figone da sballo e il gioco è fatto. Ma la gente? La gente che cerca di azzeccare una combinata, una corsa, un risultato e dopo mezzo minuto è pronta a gettare via la ricevutina per tentarci di nuovo.

Alberto Sordi in un’intervista diceva “Non mangiate troppo che poi diventate poveri!” Voleva dire che la povertà, dopo che si è conosciutto un maggiore agio, diventa insopportabile. E chi perde il suo denaro scommettendo diventa lentamente sempre più povero, fino a vedersi in una condizione insopportabile.

Ecco, volevo dirvi che sono preoccupato.

A Roseto degli Abruzzi piove, l’acqua ha cattivo odore e le scuole restano aperte

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A Roseto degli Abruzzi piove. Tanto. Da sempre. E quando piove si allagano le strade e gli scantinati. Lo sanno tutti, ma alla prima asciugatina di un raggio di sole la gente se ne dimentica. Siamo fatti così, ci piace inzupparci le ossa e buttare via un po’ di roba ammontonata nei garages, ogni tanto.

L’ufficio stampa comunale, l’11 novembre scorso, alle 23:24 (perché, si sa, a quell’ora tutta la popolazione guarda il sito web del Comune!) informava che erano previsti “forti venti, una forte attivita’ elettrica , forti rovesci e mareggiate.” E che
“L’ intensa fase di maltempo è prevista anche per domani sera (12 novembre) con elevato rischio alluvionale.”

Ora, c’è stato un “elevato rischio alluvionale”, segnalato dalla Protezione Civile, e il sindaco NON ha chiuso le scuole. Anzi, ha invitato a “evitare di mettersi in auto in caso di forte maltempo”.

Ma come si fa, appunto, a evitare di portare i propri figli a scuola (perché le scuole sono aperte) o a recarsi al lavoro se in quel momento piove a ciel rotto? E anche se il maltempo non dovesse essere “forte”, ma appena appena accentuato, sarebbe forse meno rischioso mettersi in giro, considerato il succitato “elevato rischio alluvionale”?

 

In una piccola parte di Roseto l’acqua dei rubinetti puzza. Il comunicato del Comune parla di “cattivo odore”. Cambiando l’ordine dei fattori linguistici il risultato non cambia.

Un secondo comunicato del Comune riferisce che “il Sindaco consiglia precauzionalmente di non utilizzare l’acqua per uso alimentare”. Giusto. Non si fa cuocere la pasta nell’acqua maleodorante. Non la si beve per precauzione, potrebbe essere inquinata o far male, in attesa che giungano i risultati delle analisi della ASL. Non la si usa per fare il pane o per lavare le verdure e la frutta. Sacrosanto.

Ma perché, un uso NON “alimentare” è raccomandabile? Si può usare quell’acqua per lavarsi i denti? Per fare la doccia? Per lavarsi le parti intime? Per lavare i bambini al cambio dei pannolini? Per lavarsi i capelli? Perché non ce lo spiega nessuno? Magari la gente dovrà continuare a farsi dei bidet di Ferrarelle!

Si dice che il fenomeno dell’acqua puteolente interessi “in particolare la Via Salara, Frazione Voltarrosto”.

A Voltarrosto ci sono delle scuole (asilo, scuole elementari e due istituti superiori). Come facciamo a sapere che l’acqua maleodorante non sia arrivata anche lì?? Non sarebbe il caso di dare informazioni attraverso il maggior numero di strumenti possibile? E invece il Comune di Roseto non aggiorna più la sua pagina Facebook dal 20 dicembre 2012. Piace a 1764 utenti, una percentuale molto esigua rispetto alla popolazione globale. Un motivo ci sarà.

“Eidos” pubblica i nomi dei 159 indagati a Roseto degli Abruzzi. Ma uno è deceduto.

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“Eidos” è un quindicinale di Roseto degli Abruzzi.

E’ a distribuzione gratuita (e non ho assolutamente niente contro i periodici a distribuzione gratuita) e contiene una altissima percentuale di pubblicità (e io non ho niente in contrario alla pubblicità e ai periodici che si autofinanziano ospitando annunci a pagamento di questa o di quella azienda).

Solo che, quando mi càpita di andare a comprare il quotidiano in edicola e me lo offrono con gesto quasi meccanico (gratis, s’intende!), rispondo sempre con un “No, grazie!”

Perché il fatto che io non abbia nulla contro la distribuzione gratuita di un periodico e la sua decisione di sostenere i costi di stampa e distribuzione con la pubblicità non vuol dire che io ne debba condividere per forza i contenuti o volerlo a tutti i costi. E questo mi pare lapalissiano.

“Eidos”, nel suo numero 161, anno VII, ha ripreso la notizia, già pubblicata sul quotidiano locale “il Centro”, che riferisce dell’iscrizione nel registro degli indagati di 159 cittadini, di cui 17 vigili urbani per ipotesi di reato che vanno dal concorso in truffa al concorso come esterno in abuso d’ufficio, falso materiale o ideologico. Alcune contravvenzioni elevate sarebbero state “ridotte” nella sanzione e nell’infrazione contestata, permettendo un risparmio all’automobilista e creando un danno alle casse comunali.

Ho già detto che non mi piacque l’iniziativa de “il Centro” di pubblicare i nomi di TUTTI gli indagati, anche perché se ci fosse stata una sola assoluzione tra le 159 posizioni contestate, mi chiedevo se la stampa locale avrebbe avuto almeno il buon gusto di dedicare alla notizia dell’assoluzione lo stesso spazio che ha dedicato a quello della pubblicazione del nome, mettendolo in evidenza in un riquadro a parte.

“Eidos” ha ripubblicato tutti i nomi, aggiungendo particolari in più. Intanto l’età e/o l’anno di nascita degli indagati per evitare spiacevoli casi di omonimia. Lodevole delicatezza. Inoltre, l’elenco degli automobilisti indagati viene ordinato per vigile urbano. Ovvero, non si sa solo che quel cittadino è stato indagato per aver beneficiato di una agevolazione nella riduzione della sanzione, ma anche chi è stato il vigile conciliante (una volta dovevano conciliare gli automobilisti, e va beh…).

Si dirà: “E’ diritto di cronaca, si tratta di dati pubblici e, quindi, possono essere ripubblicati anche in forma esaustiva”. Ripeto: “E se qualcuno venisse assolto??” Niente paura, la magistratura farà il proprio dovere e quando si arriverà a una sentenza, anche non definitiva, se ne darà debito conto.

Sembra un ragionamento che fila liscio come l’olio. Ma stavolta si dà il caso che uno degli indagati sia, nel frattempo, deceduto. E che sia stato, si veda il caso, uno dei vigili urbani di cui si fa l’elenco completo, nome, cognome ed età, a pagina 5 del numero in questione, mentre a pagina 6 sono riportati nello stesso ordine i vigili urbani, ciascuno con i nomi dei rispettivi beneficiati.

A pagina 6, dunque, appare la dicitura “vigile deceduto”, ma il nome e cognome del defunto appaiono regolarmente a pagina 5, per cui, sottraendo dall’elenco di pag. 5 i nomi dei vigili di pagina 6 si ottene il nome del vigile deceduto.

Si potrà sempre dire che, in fondo, anche il decesso di una persona è una circostanza pubblica.

Sì, ma si dà anche il caso che, nel diritto italiano, la morte dei presunto reo è causa di estinzione del reato. Cioè, un reato si estingue perché chi si sospetta l’abbia commesso, nel frattempo è morto. Per cui se Tizio ruba una mela, ma muore prima di un pronunciamento definitivo, il furto della mela si estingue. E Tizio, logicamente, non verrà mai condannato.

Né si potrà sapere, nel caso del vigile deceduto in questione, se era responsabile o meno dei reati che gli erano stati ascritti, perché non è cominciata nemmeno la prima udienza di primo grado e non è stata pronunciata nessuna sentenza, neanche non definitiva. Non si è entrati, in breve, nel merito dei fatti.

Era proprio necessario? Si doveva fare?? E se sì, per quale motivo???

A chi giova, sempre che giovi a qualcuno, l’eccesso di zelo di una cronaca che, alla fine, non assume più le caratteristiche dell’informazione, ma quelle della ridondanza e del “cumulo” di dati che arrivano prima ancora delle sentenze,  ma hanno effetti molto più distruttivi? Perché adesso chi glielo dice alla famiglia del defunto, ovvero di una persona il cui reato, se mai è esistito,  è già estinto, che quelli della stampa, come quelli della magistratura, erano “atti dovuti”?

Ho scritto t’amo sulla neve

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Mia moglie mi ha lasciato questa pregevolissima iscrizione sulla neve fugace e scioglievole (sì, ma fra una settimanetta) fuori dalla finestra del bagno, di modo che quando vo’ ad aprir la finestra io mi rammenti de’ suoi mòniti amorevoli.

Roseto degli Abruzzi: scuole di ogni ordine e grado chiuse il 3 e il 4 febbraio 2012

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A Roseto degli Abruzzi è caduto mezzo centimetro di neve su un fondo già bagnato dalla pioggia delle giornate precedenti.

All’Istituto Tecnico Commerciale “V. Moretti”, che si trova nella località collinare di Campo a Mare, i disagi erano minimi e le strade circostanti percorribili, sia pure con un minimo di prudenza.

L’ordinanza di chiusura della scuola (che non è la “sospensione delle lezioni”) è arrivata attorno alle 8,20.
Cioè cinque minuti prima dell’inizio del servizio dei docenti della prima ora e dopo che il personale A.T.A. aveva già regolarmente preso servizio.

Sul sito del Comune nessun comunicato stampa in proposito alle 8,56. [1]

L’ultimo in ordine di tempo continua ad essere quello sull’accordo ARPA per la fermata di Campo a Mare.

Al di sopra di questo comunicato stampa fa bella mostra di sé un banner che dice “La pubblica amministrazione cambia e ti semplifica la vita”.

Comunque sia, a Roseto degli Abruzzi le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse il 3 e il 4 febbraio 2012.

Ora, finalmente, lo sapete.

[1] https://www.valeriodistefano.com/public/schermatacomune.jpg

Storie di libri – Margherita Hack – L’amica delle stelle – Storia di una vita

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Avere a Roseto Margherita Hack è molto più di un’opportunità, è scoprire che un pensiero diverso e "altro" esiste, ed è perfettamente possibile.
E’ il trionfo del dato scientifico e razionale sulle elucubrazioni filosofiche e la tronfia pomposità della loro vana inutilità (o utilità che dir si voglia).
E’ l’opportunità di ascoltare una voce libera in modo disarmante, ricca di rigore toscano e, quindi, diretta, non insinuante, assolutamente chiara e ferma. Stanca, probabilmente, ma presente e agente perché viva, che va al nocciolo delle cose perché il resto, semplicemente, non è interessante, è perfettamente da buttar via.
E’ l’ateismo che ci vorrebbe ogni giorno, quello che premette se stesso a qualunque tipo di ragionamento perché in non credere, come il credere, del resto, possono far partire quell’onestà intellettuale che dovrebbe far parte di ogni discorso.
E la Hack che sorride a tutti perché riconosce nell’Altro un portatore di diritto dovrebbe far bene a tutti.
A me ne ha sempre fatto e continuerà a farne tanto, e così spero di voi.

L’esemplare di "L’amica delle stelle" in edizione BUR lo comprai su una bancarella dell’usato alla stazione di Padova (quella sera il treno per Venezia si fermò sul binario 1 anziché sul 3 come faceva di solito) la sera che tornai per la prima volta nell’appartamento che avevo affittato, e che cominciava, da allora, ad essere "casa". Fu il primo libro che comprai per la casa nuova, del resto non avevo molto lì, in valigia avevo giusto la radio, il resto sarebbe venuto pian piano.
La prima notte che dormii in quel letto mi misi ad ascoltare un po’ di jazz da Radio Tre, qualche altro programma di informazione qua e là, e attaccai a leggere la vita della Hack, interessantissima finché non si parla di dati scientifici, ma questo è un mio limite, non ho mai amato la fisica.
Con l’autografo di stasera anche questo libro è tornato a casa sua. Lire 14.500.

[Cortesia di angelo Di Marzio – a destra nella foto-]

Maledetti Toscani: “Metello” di Vasco Pratolini – Lezione-Conferenza di Valerio Di Stefano

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Lo so, lo so, ho detto "Ilaria Occhini" e NON "Ottavia Piccolo", e mia moglie ha fatto bene a lasciarmi cuocere nella mia ignoranza.

Tuttavia…


Valerio Di Stefano
"Maledetti Toscani: "Metello" di Vasco Pratolini"
Lezione-Conferenza
1° Circolo Didattico – via G. Milli – Roseto degli Abruzzi
19 novembre 2011 – ore 16.00

Licenza: Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 2.5
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/

Scarica la conferenza dall’indirizzo:

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Oppure ascoltala attraverso il lettore virtuale di file MP3

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Roseto degli Abruzzi – Bertolaso riceve la Rosa d’Oro 2009

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Sul n. 109 di Eidos, che porta la data del 20 febbraio 2010, a pagina 31 è riportato un succinto articolo con un reportage forografico sul conferimento della Rosa d’Oro 2009 (Città di Roseto degli Abruzzi) a Guido Bertolaso.

Tra le foto riportate, assieme a quelle coi politici locali e coi rappresentanti della Giuria del Premio, anche una posa in cui il Bertolaso si mostra assieme a cuochi e camerieri del ristorante di pesce di turno.

Pochi giorni dopo Bertolaso sia stato inquisito.

E peccato anche che la giuria non abbia emesso un comunicato stampa in cui ritira e revoca il premio conferito a Bertolaso per essersi “distinto dopo i tragici fatti del 6 aprile scorso”. Nessuno poteva sapere *prima*, è vero. Ma nessuno ha voluto fare *dopo* un passo indietro per stabilire che una persona premiata quanto meno debba essere al di sopra di ogni sospetto.

No, Bertolaso è accusato di corruzione e, nel dubbio, il premio resta.
Ecco.

Roseto Opera Prima 2008: vince “Tutto torna” di Enrico Pitzianti. E l’Alieno si incazza.

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Il film che ha vinto la Rosa d’Oro al concorso "Roseto Opera Prima 2008" è "Tutto torna" di Enrico Pitzianti.

Quando i giochi sembravano fatti a favore, l’ultimo film ad essere proiettato in concorso ha sbaragliato gli avversari e si è aggiudicato il riconoscimento, la Rosa d’Oro, una litografia di un artista locale e, dulcis in fundo, un premio in denaro di 2500 euro che schifo non fanno a nessuno, soprattutto se ben meritati.

Applausi, autorità e pubblico a piovere.

Recentemente sul blog ho avuto modo di esprimere le mie riserve sul film "Alieno" di Pierpaolo Moio e di Mario John Capece. Potete rivederlo qui:

http://www.cutslink.com/ANQ

Riserve e critiche, come dicevo (oh, non mi è piaciuto, mi devo uccidere per questo??), ma non mi sarei mai aspettato che il regista del film mi mandasse un suo commento qui sul blog (poi uno dice, "ma perché tieni quasi sempre i commenti disabilitati??"). Legittime, almeno spero. Davanti alle quali Pierpaolo Moio mi ha scritto una serie di considerazioni che riporto di seguito assieme alla mia risposta per lui.

Resterebbe solo da riflettere su quante aspettative girino attorno a un concorso così piccolo e su cosa riesca a smuovere di interessi, rancori, frustrazioni, delusioni e quant’altro.

E’ solo cinema!

(lo screenshot è tratto da www.rosetooperaprima.it)


Per capire ci vuole pazienza e apertura. Per capire come un film indipendende a bassissimo budget sia stato a accanto a film mainstream in uno dei più grandi festival del nord america (Montreal World Film festival 2007). Per capire come possa essere stato accanto a film come la Sconosciuta di Tornatore nel più grande festival del Minnesota e poi ancora al festival di Salerno e al festival di Roma nella sezione business. Per capire occorre superare tanti pregiudizi, fare meno inutili allusioni e magari andare di più al cinema.

(Pierpaolo Moio)


Gentile Signor Moio,

La ringrazio davvero di cuore per essersi preso il tempo di commentare sul mio blog il mio intervento a prosito del Suo "Alieno".

Non mi sarei davvero mai aspettato che un giudizio, sia pure sostanzialmente negativo, fatto da un semplice professore, su una risorsa propria e completamente autonoma, potesse favorire la replica di un regista che ha partecipato a premi così prestigiosi.
Davvero troppa grazia, non merito tanto.

Ho avuto modo di far parte della giuria del Premio "Roseto Opera Prima" e di visionare i film in concorso tra cui il Suo.

Il Suo, come ha già capito, non mi è piaciuto. E non l’ho votato.
E, dal risultato finale della manifestazione, pare che almeno altri giurati (minimo 11 su 19, come risulta dai verbali) abbiano avuto la mia stessa impressione. O, quanto meno, che abbiano ritenutto opportuno non votare il Suo film per motivazioni diverse dalle mie.

Credo che la qualità di un film non si misuri dal fatto che sia stato accanto a opere di maggiore qualità o diffusione in altre manifestazioni.
Sarebbe come dire che una persona è affidabile perché ha dei vicini di casa onesti e rispettabili.

Lei mi dice che ci vuole pazienza e apertura, che occorre superare tanti pregiudizi.

Ma è il regista, in prima persona, a sottoporsi al giudizio del pubblico. E la giuria del premio "Roseto Opera Prima" è stata composta da rappresentanti del pubblico e non della critica.
Credo che questa sia una qualità intrinseca della manifestazione.

E pregio fondamentale e fondante dell’opera filmica è proprio la chiarezza di intenti con il pubblico.
Che non può essere accusato di mancanza di pazienza e di apertura o di avere dei pregiudizi se gli si offre un prodotto che, per sua natura, si presta a innumerevoli interpretazioni, finendo poi per non acquisirne alcuna.

Da parte mia sono certo di aver svolto la mia attività di giurato con serenità d’animo e senza condizionamenti.

Grazie ancora per la Sua pazienza.

Roseto Opera Prima – “Tutto torna” di Enrico Pitzianti

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E alla fine ho votato per "Tutto torna", di Enrico Pitzianti.

Prima opera di finzione di un documentarista, il film convince (le critiche in rete sono decisamente di tenore diverso, ma tanto per cambiare chi se ne frega) per l’originalità con cui il regista traspone su pellicola la formazione del giovane Massimo in una Sardegna multietinica, ostile, sfacciata, un po’ puzzolente, comunque molto genuina.

Massimo è un picaro moderno che per trovare la sua dimensione personale è costretto a girovagare senza una meta predefinita e a fare i conti con una realtà più degradata rispetto alle sue personali aspettative.

Un intreccio narrativo che forse stenta un po’ a partire ma che alla fine si conclude in maniera armoniosa ed equilibrata senza espressioni sopra o sotto le righe, con un’ironia che non sfocia mai nella gag, nella macchietta, nel motto di spirito volgare e triviale.

Giallo per quanto riguarda l’assegnazione dei fondi per 130.000 euro per la realizzazione da parte della Regione Sardegna: prestito o concessione a fondo perduto? In ogni caso, i 2500 euro dell’Amministrazione Comunale potrebbero essere utili a Pitzianti che è regista bravo, umile, semplice e per nulla sussiegoso.

Roseto Opera Prima – “Alieno, l’uomo del futuro” di Mario John Capece e Pierpaolo Moio

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Ci sono cose che non riesco a capire e pazienza.

Non riesco a capire perché cinque prima dell’inizio della proiezione del film erano presenti la giuria e tre o quattro spettatori e cinque minuti dopo il cinema all’aperto con sedia di plastica scomodissima in dotazione si è riempito di regista in giacca e cravatta, attrici con tacchi a spillo e vestitino di antimateria, claque applaudente, genitori lacrimanti e viandare.

Il film è stato girato in Abruzzo, ma questo non può e non deve essere un punto a suo merito.

E di meriti ne ha davvero pochini, se non quello di essere completamente girato in alta definizione e di avere una qualità visiva e di commento sonoro davvero eccellente dal punto di vista tecnico.

Il resto è un po’ un flop, a cominciare dalla colonna sonora con l’Aria sulla IV corda di Bach e la ripresa dei pianeti del sistema solare che mancava solo che sbucasse fuori Piero Angela. O la romanza "Bella figlia dell’amore" dal Rigoletto di Verdi che non può non rimandare ad "Amici miei" e uno prega che da qualche parte spunti fuori Gastone Moschin nei panni del Melandri, o Adolfo Celi che fa il Sassaroli e invece no, nulla, nisba, nada de nada, un’ora e mezzo stecchita (e stecchito!) lì a guardare uno che non vive nessuna emozione e ha a che fare con cinque personaggi diversi prototipi della società italiana, alienata anche lei.

Poche idee, ben confuse, ma almeno la tecnica c’è.

Roseto Opera Prima – “La ragazza del lago” di Andrea Malaioli

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Toni Servillo è un gran bravo attore.

Ha fatto "Gomorra", è stato acclamato ne "Il divo", ci ha fatti divertire in "Lascia perdere Johnny" (il film che preferisco e che, credo, voterò al momento dell’elezione finale del destinatario dei 2500 euro ballanti e sonanti offerti dalla pur scalcinata amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi -che è un brutto posto con un bel nome-), è apparso in voce ne "Il pianto della statua" di Elisabetta Sgarbi, è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sì, ma ora ci avrebbe anche un po’ rotto i coglioni.

"La ragazza del lago" è stato uno di quei film sopravvalutati dalla critica, ha vinto il David di Donatello ma nessuno si è reso conto che nella scena in cui viene confermato l’arresto del presunto assassino della vittima, Anna, non c’è nemmeno uno straccio di avvocato difensore, neanche d’ufficio (devo questa osservazione acuta e pungente a Giovanna, una signora napoletana verace che sa guardare con occhio clinico e nuotare rapida).

Malaioli è stato davvero bravo, il film è godibile, e Servillo, seppur onnipresente, recita un ruolo molto convincente. La Golino come sempre fa quello che può. Cioè niente.

Ottima la fotografia, in un film che vince ma non convince.

Roseto Opera Prima – “Parlami d’amore” di Silvio Muccino

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La sceneggiatura del film è di Silvio Muccino.
La regia è di Silvio Muccino.
Il film è tratto da un libro scritto anche da Silvio Muccino.
Il soggetto è di Silvio Muccino.
Il protagonista è Silvio Muccino.

Probabilmente ho capito cos’è l’autoreferenzialità.

Il film è in concorso ma è puramente coreografico.
Nessuna possibilità di vincere il primo premio, fra storie di sfigati e lui che si innamora di una ragazzina un po’ zoccola ma poi ama la sua analista, madre, mentore, confidente, amica e zoccola anche lei.

Roseto Opera Prima – “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì – Premio Rosa d’Oro alla carriera

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E venne la sera in cui Paolo Virzì diede buca.

Certo che a Livorno un ci s’avrà nulla ma per fortuna siamo tanto ‘gnoranti.

La serata è stata di quelle fuori concorso, momento di gala con la presenza del sindaco con fascia tricolore e relativa first lady, assessori nervosi, direttori artistici e presidenti di giuria nervosi, annunciatrice sulle spine, tutti pronti per conferire la Rosa d’Oro alla carriera a Paolo Virzì, ma lui era troppo impegnato dietro la macchina da presa per ritirrare il premiuncolo.

E così la proiezione del film "Tutta la vita davanti" si è svolta, sia pure in perfetto orario (cioè con quella mezz’oretta di ritardo), senza il principale festeggiato e con l’amaro in bocca per chi ci aveva creduto ("eh, ma aveva detto che sarebbe venuto!"), e pensare che la programmazione era stata spostata per dare modo al Nostro di esserci.

Il film a dire il vero mi pare tra i più deboli del livornese.

E’ segnalata l’interpretazione della Ferilli nei panni della manager stronza, quando invece sembra che abbia sempre la stessa faccia, sia che faccia la stronza, sia che faccia la moglie dell’operaio piombinese in "La bella vita".

Oltre al "dolente declinare" di Virzì, si è aggiunto un temporale che ha sospeso la proiezione dopo un’ora e tutti a casa bagnati come pulcini fuori dal guscio.

Quando frequentavo la stessa scuola di Paolo Virzì (il Liceo Sperimentale "Francesco Cecioni" di Via Crispi, a Livorno), e lui era nella sezione "B", assieme al povero Emilio Cagediaco (che di lì a poco sarebbe morto annegato nei pressi di Rodi), mentre io frequentavo più prosaicamente la "D", e avevamo come insegnanti i mitici Giancarlo Bolognesi e Riccardo Simi (detto "porcellino rosa", ma così, con affetto…) e il Preside era il Professor Castelli (detto "Boccino" per via della sua perfetta calvizie), insomma, a quei tempi lì io e Paolo Virzì litigavamo spesso. Anche oggi.

Roseto Opera Prima – “Una notte” di Toni D’Angelo

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"Una notte" è l’opera prima di Toni D’Angelo, figlio di Nino, che dopo jeans e magliette ha messo la testa a posto, interpreta un ruolo molto toccante nel film ed è decisamente bravino (magari se ci avesse pensato prima…).

Il regista, invece, è un ragazzino cresciuto, come ne potresti trovare tanti al bar o per strada.

Il film è un po’ pesantuccio, a dire il vero.
Antonio muore in un incidente stradale e quattro amici, prima di andare al suo funerale, lo commemorano in una notte di eccessi borghesi in una Napoli praticamente inesistente se non sullo sfondo di locali, feste di dubbio discutibile e tirate di coca, alla fine della quale si recheranno al funerale in un silenzio assoluto su cui cala il finis.

La pellicola è un po’ incongruente e il ragazzo deve ancora maturare dietro alla macchina da presa.

Non credo che vincerà il premio.

Roseto Opera Prima – “Lascia perdere, Johnny” di Fabrizio Bentivoglio

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E va beh, non ci crede nessuno ma sì, è vero, faccio parte della giuria del Premio Cinematografico "Roseto Opera Prima".

Vedrò sei film in concorso di attori esordienti, mi ciuccerò un po’ Paolo Virzì (come se non mi bastasse essermelo ciucciato a scuola per cinque anni quando faceva il rivoluzionario d’assalto) che verrà a versare qualche fiume di parole (ma fuori concorso!) e conoscerò qualche regista o attore esordiente di cui, sicuramente, presto dimenticherò il nome o se tutto va bene lo confonderò con quello di qualcun altro, buonasera, complimenti, che splendida cornice, salve assessore, salve signor sindaco, omaggi etc…

La "politesse", lo sapete, non è fatta per me, per cui mi mescolo fra il pubblico per sentire le reazioni e tastarne gli umori.

Ieri sera si è cominciato con "Lascia perdere, Johnny" di Fabrizio Bentivoglio.

E’ un film fresco (chissà cosa vuol dire quest’espressione, ma i critici cinematografici veri si esprimono anche peggio) in cui trionfa la Caserta degli anni 70 nella vita di un giovane chitarrista di provincia.

Così ognuno ci ritrova un po’ del suo, è un tuffo nella memoria tra bottiglie di Rosso Antico e Punt&Mes, dischi in vinile dei Black Sabbath, occhiali a goccia e chi più ne ha più ne metta.

Lo hanno definito un film malinconico, ma non è vero. C’è solo la Valeria Golino che, tanto per cambiare, è praticamente inesistente, mentre Lina Sastri fa un cammeo prezioso, brava davvero.

Bentivoglio è gentile, abbastanza simpatico e curiosamente non ha il fisico erculeo con cui appare nei film che interpreta. E’ stato anche molto paziente nel rispondere a una domanda dell’intervistatrice che le ha chiesto come ci si sentisse a interpretare il ruolo del marito di Laura Morante e dell’amante di Monica Bellucci e lì c’è stata una caduta di stile incredibile, ma del resto…

Certo giornalismo rosetano

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A Roseto, dove abito, c’è un meetup dei cosiddetti “Amici di Beppe Grillo”.

A parte il fatto che hanno scritto “inpicciarsi” con la n riportando una citazione di Paul Valéry, stanno cercando di fare qualcosa.

Ho scritto oggi un piccolo intervento per loro, e lo riporto qui, anche se ai non rosetani potrà sembrare inutile e ridondante, ma, come si suol dire, chi se ne frega.


Tra il giornalismo che dovrebbe essere combattuto con le stesse ragioni della raccolta delle firme dei tre referendum del 25 aprile ci dovrebbe essere quello tipicamente rosetano a cui siamo stati assuefatti (più che abituati).

A parte i giornalisti che scrivono sulla cronaca locale de “Il Centro” e che oramai hanno completamente abdicato alla loro funzione di persone al servizio dei cittadini per essere esclusivamente megafono della politica (basti guardare la faziosità con cui è stato trattato l’affaire Teleco, con particolare riguardo ai risvolti giudiziari che sono stati regolarmente taciuti, e per fortuna che il giornalista più in vista della nostra cittadina sta per sostenere un esame di diritto penale -così magari dopo saprà di che cosa parla quando scrive-).

A parte questi casi pietosi, dicevo, ci sono quei giornaletti gratuiti che il giornalaio mi regala ogni domenica, quelli pieni di pubblicità, realizzati graficamente male e scritti peggio, quelli con con gli auguri alla nonna che compie settant’anni, al nipotino, alla fidanzata, alla coppia di sposi per l’anniversario di matrimonio. Insomma, quelli che contengono tutto meno quello che dovrebbero contenere, l’informazione.

Nello scorso inverno una cordata di giornalisti ed editori (tra cui quello del Centro di cui sopra, e l’ineffabile “Eidos”) pubblicarono il calendario della casalinghe rosetane (cosa non si farebbe per farsi sbattere in prima pagina! -o per farsi “sbattere” tout-court-…). Il direttore di “Eidos” prima non si rifiutò, poi si indignò, poi si dimise. Straordinario esempio di coerenza.

E il sito del Verdi? Quello che faceva la rassegna stampa, che avrebbe dovuto denunciare gli abusi, le colate di cemento e il degrado del patrimonio naturale?? Provate a collegarvi su www.verdiroseto.it e troverete che la home page è… broken, cioè “rotta”, cioè non rimanda a nessuna delle risorse interne che sono, quindi, inutilizzabili.
Un altro bel servizio all’informazione locale da parte di politici che, poi, non esitano a chiedere il voto dei cittadini.

E come dimenticare quel www.roseto.com, nei cui forum la gente continua a parlare di basket (cioè di quello che non c’è più), continua a scannarsi, ma soprattutto continua a non scrivere nulla di interessante che non sia qualche insulto o qualche copia e incolla fatto da qualche altro sito?

Insomma, speriamo che venga spazzata via questa ondata di immondizia giornalistica e di pressappochismo web.

Per quanto mi riguarda ho un sito-blog che viene visitato ogni giorno da 4000 persone, scrivo quello che voglio e vivo felice.