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Una Rosa
es una cosa
olorosa
que reposa
en un nombre de esposa.
(C) 2014
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“Stat Rosa pristina nomine. Nomina nuda tenemus.”
Ci conoscemmo a Bologna in un giorno di novembre del 2003.
“Rosa” è un nome che ha una quantità incredibile di possibili e successive associazioni, come dice Umberto Eco. “Rose rosse per te ho comprato stasera”, “Grazie per le belle rose”, “…quando ti dato quella rosa, rosa rossa….”, “son tornate a fiorir le rose”, “una rosa è una rosa è una rosa…”, “…una spina e una rosaaaaaa…”.
La prima frase che mi disse, alludendo alla mia origine abruzzese da parte di padre fu “Abruzzese di dove??”
Le piaceva il Camilleri del commissario Montalbano. Come a me. Le piaceva la buona cucina. Come a me. Le piaceva la radio. Come a me. Le piacevano i libri. Come a me. Le piaceva Fossati. A me no.
Credo che quel giorno girammo tutta la città. “Cullàti fra i portici, cosce di Mamma Bologna…”
Un bambino ci guardò: “Mamma, perché quei due si baciano??” “Perché si vogliono bene!”, rispose la madre complice comprensiva di un momento intimo nel buio e con un clima piuttosto freddino.
Girammo tutta Bologna e forse anche di più.
La sposai cinque mesi dopo. “Che ci vuole a sposarsi?”.
Oggi compie cinquant’anni e siamo ancora così giovani…
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Bella,
Che ci importa del mondo
Verremo perdonati
Te lo dico io
Da un bacio sulla bocca
Un giorno o l’altro
Ti sembra tutto già visto
Tutto già fatto
Tutto quell’avvenire
Già avvenuto
Scritto, corretto e interpretato
Da altri meglio che da te
Bella,
Non ho mica vent’anni
Ne ho molti di meno
E questo vuol dire (capirai)
Responsabilità
Perciò…
Volami addosso se questo è un valzer
Volami addosso qualunque cosa sia
Abbraccia la mia giacca sotto il glicine
E fammi correre
Inciampa piuttosto che tacere
E domanda piuttosto che aspettare
Stancami
E parlami
Abbracciami
Guarda dietro le mie spalle
Poi racconta
E spiegami
Tutto questo tempo nuovo
Che arriva con te
Mi vedi pulito pettinato
Ho proprio l’aria di un campo rifiorito
E tu sei il genio scaltro
Della bellezza
Che il tempo non sfiora
Ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi
Sul ciglio del prato di cicale
Con l’orchestra che suona fili d’erba
E fisarmoniche
(ti dico)
Bella,
Che c’importa del mondo
Stancami
E parlami
Abbracciami
Fruga dentro le mie tasche
Poi perdonami
Sorridi
Guarda questo tempo
Che arriva con te
Guarda quanto tempo
Arriva con te
(Ivano Fossati, Il bacio sulla bocca)