La complicata vicenda giudiziaria di Mimmo Lucano

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Foto e citazioni del testo tratte da www.wikipedia.org

Io non ce l’ho con Mimmo Lucano, il sindaco di Riace indagato dal 2017, anche se qualcuno, nell’ottobre scorso, lo aveva biecamente sottinteso e azzardato.

Ho solo avuto parole di (dura) critica verso tutto quel mondo della sinistra radical-chic, hashtagara che all’indomani del suo arresto è andata riempiendo i social network di #arrestatecitutti, come se fossero stati bruscolini.

Ho solo detto: lasciamo che la giustizia faccia il proprio corso e vediamo. E il proprio corso la giustizia lo sta facendo, da quella operazione del 2 ottobre 2018 che lo ha posto agli “arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”.

Il 16 ottobre il tribunale della libertà gli revoca gli arresti domiciliari ma gli impone di non risiedere a Riace, divieto che verrà revocato dalla Cassazione il 26 febbraio 2019.

L’11 aprile 2019 viene rinviato a giudizio (nonostante la Cassazione stessa abbia demolito molti degli indizi a suo carico) “per abuso d’ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.” Il giorno dopo (guarda caso, a volte si dice che la giustizia ad orologeria non esiste!) riceve una ulteriore informazione di garanzia “per truffa e falso in relazione alla gestione dei migranti a Riace”.

Sono segnali decisamente preoccupanti che vanno bene al di là dell'”arrestateci tutti”, della solidarietà facilona e massmediologica degli inviti alla trasmissione di Fazio. Intendiamoci, sia chiaro che per me (e per la legge) Mimmo Lucano è innocente fino a condanna definitiva passata in giudicato (e non c’è stato ancora neanche uno straccio di processo di primo grado), però tra rinvio a giudizio e nuovo avviso di garanzia, non lo vedo tanto bene. Certo, potrà addurre tutte le motivazioni a suo discapito in un giudizio davanti a un giudice terzo, però intanto la Procura sta vincendo per 2-0 (e la difesa qualche cosa deve pure averla detta, se non altro nell’udienza filtro per il rinvio a giudizio).

Bisogna andarci cauti, con queste cose, maledettamente cauti, santa Maria, se no si rischia veramente di andare al di là dei dati di fatto per far vincere le emozioni e le commozioni. Poi se Lucano riuscirà (come mi auguro) a farsi assolvere in tutti e due i procedimenti, sarò il primo a complimentarmi con lui pubblicamente e a esserne felice (l’iter giudiziario, mper chi ci capita in mezzo, è un calvario). Ma la gente comincia già a lasciarlo solo.

Revocati gli arresti domiciliari per Mimmo Lucano

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Immagina tratta da "CalabriaNews24"
Immagine tratta da “CalabriaNews24”

E così il Tribunale del Riesame ha concesso la revoca degli arresti domiliari (presso cui era detenuto da 14 giorni) per Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, assieme a un’altra ipotesi di reato. Non è una vittoria, sia chiaro. Vuol dire solo che Lucano può attendere lo svolgimento del processo da libero piuttosto che da carcerato (sia pure ai domiciliari). Tutto lì. Ma non significa che le accuse contro di lui siano cadute. Aspetteremo le motivazioni della sentenza, naturalmente, in cui qualcuno ci dirà, finalmente, se effettivamente queste indagini sono state fatte con i piedi o se non esistono elementi oggettivi per poter continuare a detenere Lucano. Di certo c’è la beffa: Lucano è un uomo libero, ma non può stare a Riace, la città dove ha messo in piedi quel modello di accoglienza e di inserimento degli immigrati che è oggetto di polemica e di ostruzionismo da parte del governo. E, lo ripeto, Mimmo Lucano dovrà difendersi non già davanti alle telecamere e ai mezzi di comunicazione di massa, non su Internet e sui social network, ma nelle aule di giustizia, come qualsiasi cittadino. Sarà solo quello l’indice tangibile di una coscienza limpida e di una onestà di intenti.