Baby Doll

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Hanno cominciato a limarci sordo da ieri con questa storia delle due “baby” prostitute dei Parioli, di quanto il mondo dei giovani sia inaccessibile agli adulti, di quanto siamo incapaci di interfacciarci con l’adolescenza proiettata in Internet.

Hanno scoperto che esiste un sito che si chiama “Bakeca Incontri” (sì, scritto così, con la k perché fa più figo) e che la gente ci va. Ma che strano, eh?? Mettono in linea un sito per incontri e la gente lo usa anche. Chissà cosa si credevano, che gli internauti lo lasciassero lì a marcire e a ricoprirsi di uno strato di muffa grigio-verdastra??

Hanno scoperto che gli adolescenti hanno un rapporto con la loro sessualità che non passa per il filtro dei genitori. Insomma, fanno un po’ quello che vogliono. Che è quello che abbiamo fatto tutti appena abbiamo avuto il barlume della ragione, impadronirci del nostro corpo e dire “ecco, è mio!”
Certo, prostituirsi è un po’ tanto, troppo, decisamente. Ma tra coloro che le aiutavano a inserirsi nei giri giusti c’era la madre di una di loro. Quindi il modello femminile e genitoriale c’era. Solo che era quello sbagliato.

Hanno scoperto che esiste la prostituzione anche a meno di 18 anni. Strano, anche quando qualcuno aveva parlato della nipotina di Mubarak da affidare a Nicole Minetti non se n’era accorto nessuno. Perché era un sistema, e adesso, appena il sistema comincia a sgretolarsi, si comincia a prendere coscienza di quello che era già consolidato. Ti si spalancano gli occhi e ti si sgonfia il cervello.

Hanno scoperto che la scuola è deficitaria nell’insegnamento della sessualità. Come se fosse colpa sua e degli insegnanti se, poi, le ragazzine si prostituiscono.

Hanno scoperto che i ragazzini vanno su Facebook (ma va’??) e che, proprio per questo, non si sa per quale imperscrutabile disegno del destino, sono incontrollabili. Cioè, siccome sono i genitori che non li sanno controllare, allora la colpa è di Facebook, è di Internet, è del computer, è di quell’attrezzo che però fa comodo a padri e madri perché intanto ti bada i ragazzi mentre tu vai fuori a lavorare e poi rientri stanco morto che c’è tua figlia che ti fa “Ciao Papi, Ciao Mami, come va?? Tutto bene??? Un mare di fatica per una cinquantina di euro scarsi, nevvero??? Pensate un po’ che io oggi ne ho guadagnati centoventi senza fare troppa fatica, anzi, è anche quasi divertente, ma tanto è colpa della scuola, vero???…

Il tempo delle Mele

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Questo signore si chiama Cosimo Mele ed è un parlamentare dell’UDC.
Ha trascorso una notte  con una prosituta in un albergo di Via Vittorio Veneto, a Roma. Al termine della la ragazza è finita all’ospedale per un’overdose di cocaina.
La sua famiglia non conosceva l’attività che svolgeva per “vivere”, e adesso la ragazza ha affidato a un’intervista a Repubblica il suo sfogo:

“Sono distrutta, la mia vita è finita dopo questa storia con il politico, mia madre e mio fratello, che fa il poliziotto, hanno scoperto come vivo e cosa faccio ma io ho la coscienza a posto, non ho commesso reati, non ho neanche bisogno di un avvocato”.

Ma c’è di più. Il capogruppo dell’UdC Cesa ha chiesto al Presidente della Camera di aumentare l’indennità di ricongiungimento familiare perché, afferma:

“L’Udc – puntualizza il partito – difende con convinzione l’unità delle famiglie, di tutte le famiglie, e dunque anche di quelle dei parlamentari, convinta che vivere ed operare avendo affianco(*) i propri congiunti, consenta maggiore serenità.”

Sulla scia dell’esempio di unità familiare proposta dal leader del suo partito Pier Ferdinando Casini, Cesa ha puntualizzato:

“La solitudine è una cosa seria e la vita da parlamentare è una cosa dura per chi la fa seriamente”


(*) Sì, “Repubblica” scrive “affianco” tutto attaccato…