Il PD respinge un emendamento abrogativo della salva-Previti

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ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, con questo emendamento andiamo a cancellare un comma dell’articolo 47-ter dell’ordinamento penitenziario, aggiunto dalla famigerata «legge Cirielli», ovvero soprannominata, dai colleghi del PD, «legge salva Previti».
Allora, andiamo a citare qualcosa. «Cercano di salvare Previti con altra norma ad personam» (Massimo D’Alema). «Purtroppo, alcune norme quando le avremo abolite – per inciso, adesso abbiamo l’opportunità di abolirne almeno una – avranno fatto effetto e chiuderemo le stalle quando i buoi saranno scappati, perché molte leggi sono legate a scadenze precise.
Una volta al Governo faremo subito un provvedimento per sospendere gli effetti delle leggi ad personam e dopo le scriveremo» (ottobre 2005). Stiamo ancora aspettando.
La Cirielli è una legge a fini privati, è stato compiuto un altro grave strappo istituzionale. Ebbene, rammendiamo questo strappo istituzionale, siamo qui apposta.
Una Camera a gettoni decide secondo interessi penali e criminali di questo o quell’esponente della maggioranza (Luciano Violante, 15 dicembre 2004). Parliamo di un amico di Berlusconi, neanche di un nemico, di Violante. La salva Previti è una porcata (Anna Finocchiaro, 14 dicembre 2004). Ci avevano dato dei matti quando abbiamo parlato di scandalo; lo scambio eccolo qua, la salva Previti (Gavino Angius, 5 luglio 2005), e via discorrendo. Titolo di la Repubblica: l’opposizione grida allo scandalo contro una legge ad personam scritta direttamente nello studio dell’avvocato Previti. Ora finalmente dopo otto anni, anzi sette anni e mezzo, abbiamo l’opportunità, grazie ad un emendamento del MoVimento 5 Stelle, di cancellare questa norma salva Previti. Oltretutto abbiamo trovato che non è solo salva Previti perché, aiutando gli ultrasettantenni, salva anche un noto pregiudicato che ha fatto una manifestazione ieri proprio qui vicino.

MAURIZIO BIANCONI. Ma piantala imbecille!

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, la richiamo all’ordine. La prego. Onorevole Bianconi, la prego!

ANDREA COLLETTI. Invito sempre la Presidenza a togliere la sambuca almeno la mattina…(Commenti)

PRESIDENTE. Onorevole Colletti, prego anche lei di mantenere…

MAURIZIO BIANCONI. Vergogna! Idiota! Me ne vado da me! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! Onorevole Bianconi, la prego. Onorevole Bianconi! Onorevole Colletti, la prego di concludere il suo intervento sull’emendamento. Onorevole Colletti, per favore!

ANDREA COLLETTI. È una necessità per far funzionare quest’Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la prego di concludere il suo intervento. Le sono rimasti due minuti e cinquanta secondi (Il deputato Bianconi si avvicina al banco del deputato Colletti – Gli assistenti parlamentari si interpongono tra il deputato Colletti e il deputato Bianconi).

MAURIZIO BIANCONI. Come hai detto ? Voglio sapere cosa ha detto quando sono uscito. Mascalzone!

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, la richiamo all’ordine.

ANDREA COLLETTI. Glielo ripeto.

PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la prego di concludere il suo intervento sull’emendamento in questione.

ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, se mi lascia concludere. Se lei mi dà la parola io concludo.

PRESIDENTE. Gliela do, però lei concluda il suo intervento.

ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, io concludo se me la dà. Grazie mille. Quindi, questo emendamento, oltre a togliere una norma della salva Previti, toglie ovviamente anche una norma del salva Berlusconi, perché lo è diventata in automatico. Ora ci domandiamo: ma come voteranno il PD e SEL su questa norma che abroga un pezzo della salva Previti ? Allora, io la risposta già ce l’ho purtroppo, ma facilmente la vedremo da tabellone elettronico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho evitato di intervenire su alcuni aspetti che magari potevano riportare gli interventi a quello che è il testo del decreto-legge, però non posso non intervenire su questo emendamento. In realtà, qui si vuole eliminare qualcosa che non c’è nel decreto-legge e che sta nella legge dell’ordinamento penitenziario, articolo 47-ter, comma 01, che – qui poi si fanno nomi – però in realtà prevede che possano scontare la pena esecutiva alla detenzione domiciliare gli ultra settantenni, escludendo peraltro una serie di reati, che sono quelli dell’articolo 4-bis e altri reati molto gravi ed escludendo questa possibilità laddove si tratti di un recidivo. Ecco, questo comma dell’articolo 47-ter è fuori da qualsiasi modifica del decreto-legge e non è stato preso in considerazione dalla Commissione perché è fuori anche del tema specifico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, stavo ragionando su quello che ha dichiarato il mio collega Colletti poi, vista la reazione dell’onorevole Bianconi, credo che voterò a favore come il mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, colleghi, certo che sentir dire da una collega che questo emendamento, che va comunque a modificare una norma dell’ordinamento penitenziario, e comunque in generale di questo stiamo parlando, è fuori tema, quando nei decreti che fate e che facciamo, che sono decreti omnibus, c’è veramente di tutto, è veramente sorprendente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono veramente allibito. Fuori tema, addirittura!
Colleghi del PD, dopo che nel 2004 avete fatto un’opposizione veramente stringente su questa norma e dopo che sono stati fatti una serie di girotondi, quindi anche con una forza mediatica imponente, fuori da quest’Aula, votare questo emendamento mi sembra veramente il minimo di coerenza, il minimo, veramente, di rispetto verso i cittadini italiani.
Ora noi abbiamo questa occasione. Quindi, coraggio, colleghi del PD: scongelatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, lei è già intervenuta. Non posso darle nuovamente la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Colletti 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Scanu…
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti  415
Maggioranza  208
Hanno votato sì   94
Hanno votato no  321.

La Camera respinge (Vedi votazioni – Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Cesare Previti perde una causa contro Wikimedia Inc.

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Cesare Previti ha citato in giudizio la Wikimedia Foundation per un articolo suppostamente diffamatorio contenuto su Wikipedia. Nulla di strano, è interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, ma se sente leso un suo diritto individuale può agire in giudizio. Il tribunale gli ha dato torto. Anche questa è un incognita dei processi civili, si possono perdere.

C’è da dire, però, che Previti non ha perso perché il tribunale considerava, al contrario di quello che lui sosteneva, quelle espressioni legittime, ma solo perché ha riconosciuto la Wikimedia Foundation non come una detentrice e produttrice di contenuti, ma come un fornitore di hosting.

In breve, il concetto è che la Wikimedia Foundation è un po’ come Aruba. Si limita a fornire spazio web, se poi uno li usa per commettere reati sono affari di chi lo usa. La colpa è sempre dell’utente che ha immesso quei contenuti che si suppongono diffamatori.

Un’altra sentenza a favore dell’impunità di Wikipedia, che si presenta ancora una volta come quella che può fare e dire tutto, tanto la colpa è sempre degli altri. Logica notevole per un’enciclopedia che pretende di insegnare.

Marco Travaglio condannato a 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa per diffamazione contro Previti

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Ed ora avranno ancora più modo di sbraitare e di sparare a zero.

Marco Travaglio è stato condannato a otto mesi di reclusione (praticamente un quarto della "condizionale", pena sospesa) e 100 euro di multa oltre che 20.000 euro da rifondere alle vittime, per aver diffamato Previti in un articolo comparso su "L’Espresso" del 3 ottobre del 2002.

All’allora direttore responsabile del settimanale è stata comminata una pena di 5 mesi di reclusione e 75 euro di multa.

E’ inquetante che sia accaduto, perché per Travaglio potrebbero aprirsi le possibilità per una più ben più grave condanna, quella che riguarda le dichiarazioni fatte a "Che tempo che fa" nei confronti del Presidente del Senato Schifani (con rispetto parlando). Il guaio della giurisprudenza è che fa giurisprudenza, è perfettamente autoreferenziale, basta a se stessa e si nutre di se stessa. E agisce in base a se stessa.

Ascoltiamo Travaglio finché lo avremo ancora libero…