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L’articolo 15 della Costituzione recita:
“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.”
Quella della corrispondenza, dunque, è una libertà fondamentale, riconosciuta dal nostro ordinamento giuridico.
Siamo liberi di comunicare. E in ossequio a questa libertà oggi mi sono recato alla filiale locale delle Poste per far affrancare (ossia, “rendere franco da vincoli economici”) un invio per il Belgio del peso di 408 grammi. Cosa ci fosse dentro sono inviolabilmente cazzi miei.
Ho fatto la mia brava fila (una sola persona davanti, tempo di attesa 20 minuti) durante la quale alemno quattro persone sono entrate nello stanzino delle informazioni finanziarie a chiedere lumi su investimenti in denaro, sul rendimento dei “Bòtti” (i BOT), e su quello dei “Buoni” (s’intende fruttiferi).
Altri, sempre in quei 20 minuti, si sono accodati alle casse per pagare i bollettini: 3 casse aperte per pagamenti e prelievi (i primi si pagano!) e un solo sportello per raccomandate, francobolli e affrancature. In breve, per un esercitare un diritto costituzionale il rapporto è di 3 a 1.
Certo, esiste il catalogo di PosteShop dal quale è possibile ordinare ottimi libri per la nostra edificazione personale, come un certo “Belle anime porche” di Francesca Ferrando oppure oggetti imprescindibili per il vivere quotidiano come un regolabarba con lama in lega d’acciaio.
Ma io non lo voglio un regolabarba. Non lo voglio dalle Poste. Lo vendono i negozi di elettrodomestici, i supermercati, gli ipermercati. Non voglio trovare quelle cose lì al mio ufficio postale, e non voglio nemmeno essere una bella anima porca (perché bello non lo sono mai stato).
Voglio qualcuno che mi dica “Buongiorno, cosa posso fare per Lei?” e non che mi faccia “Doveva compilare il cedolino della raccomandata” (che loro NON mettono a disposizione) oppure “Non si è portato neanche una penna?” (no, perché, dovevo??).
Voglio che mi ridiano quello per cui sono nate: garantire a tutti i cittadini l’esercizio di un diritto costituzionale. Ma l’invio per il Belgio costa 9,50 euro e senza ricevuta. Vada, vada…