Facebook mi scrive che io sono “importante” per loro. E a me vengono i brividi.

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Ogni tanto Facebook mi scrive: “Valerio, sei importante per noi…”

Generalmente avviene quando mi propongono di ripubblicare dei contenuti (ditesto o fotografici) di quanlche anno fa.

E, cazzo, io ho paura. Perché prima di tutto essere “importanti” per qualcuno è una bella responsabilità. E poi perché non è vero un accidente. Io non sono importante per Facebook. Casomai lo saranno i miei dati, i miei contatti, il mio numero di telefono, il mio indirizzo e.mail, tutto quello che gli serve per propormi la pubblicità che leggo ogni volta che mi collego.

Dicono anche che per loro sono importanti i miei ricordi. Ma dopo un anno i miei ricordi non me li “ricordo” più nemmeno io. Magari li ho rimossi, magari non me ne frega più niente. Magari quello che pensavo un anno o due anni fa non corrisponde più a quello che penso oggi. Perché me lo ricordano? Ditemi chi sono e non mi dite chi ero.

E che Facebook si dimentichi di me, ogni tanto. Mi farà solo bene.

Post da uno sconosciuto

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Succede anche questo nello strampalato mondo dei social network.

Ho inviato un link a un destinatario. Anzi, due. Uno dei due è l’indirizzo di RadioTre.

L’altro mi invia questa risposta: “@valeriodistefan Grazie, ma non accetto post da sconosciuti. Né tanto meno li leggo @Radio3tweet“.

E’ straordinario. Pensavo che le cose da non accettare dagli sconosciuti fossero le caramelle, come ci insegnavano da bambini.

Ma la cosa ancora più straordinaria è che Twitter NON consente (per l’evidente sua natura) di non accettare contributi, post e messaggi diretti. Proprio perché su Twitter chiunque può raggiungere chiunque altro. Che sia conosciuto o sconosciuto dal “chiunque altro” in questione. Non si può NON accettare questa semplicissima realtà, perché, viceversa, non si accetterebbe di stare su Twitter.

E’ come dire “io non accetto raccomandate da chi non conosco“, oppure “non ricevo SMS se non da chi voglio io“. E’ anacronistico, oltre che impensabile.

E’ notevole anche la precisazione “Né tantomeno li leggo“. Insomma, uno non li accetta, non li legge, ma si piglia la briga di rispondere e chiarire. Strano.

Poi che faccio? Vado su Facebook e noto che il mittente non-accettante è uno dei miei “amici”.

E’ la libertà di potersi esprimere che fa paura, non gli “sconosciuti!”